20 aprile 2024
Aggiornato 12:00
Elezioni politiche 2018

Di Maio «rottama» il candidato M5s ex massone: «Per noi è game over». Ma sui rimborsi è polemica

Luigi Di Maio annuncia il «game over» per il candidato M5s ex massone Lello Vitiello, ma sul caso rimborsi la polemica infuria

Luigi Di Maio.
Luigi Di Maio. Foto: ANSA / MAURIZIO BRAMBATTI ANSA

NAPOLI - «Per quanto ci riguarda è una persona che non ci aveva detto di far parte di una loggia massonica, e per questa ragione non può stare nel Movimento Cinque Stelle». Salta ufficialmente una testa nel Movimento Cinque Stelle, ed è quella di Lello Vitiello, ex iscritto alla massoneria e candidato con i Cinque Stelle nel collegio uninominale di Castellammare Campania3 per la Camera dei deputati, il quale ha annunciato di non voler rinunciare alla propria candidatura. Ad annunciare la decisione, il candidato premier Luigi Di Maio, che, parlando a Napoli a margine di una iniziativa politica, ha aggiunto: «Gli abbiamo inibito l'utilizzo del simbolo e, quindi, per noi è game over. I cittadini sanno che nel movimento non si fanno sconti a nessuno e sarà sempre una garanzia per gli italiani quando ci voteranno. Vale per tutti, ma soprattutto - ha concluso Di Maio - per chi non ci dice la verità».

Noi i massioni li cacciamo, il Pd...
 "Noi, se scopriamo che qualche candidato appartiene alla massoneria, e non lo dice al MoVimento, lo cacciamo. Renzi, invece, ci fa il governo insieme». E' quanto afferma in una nota il parlamentare del MoVimento 5 Stelle Danilo Toninelli. «Infatti - prosegue - è stato al governo sia con Berlusconi, tessera P2 numero 1816, che con Verdini, di cui sono note le sue frequentazioni massoniche, come più volte ha affermato Gioele Magaldi, Gran Maestro del Grande Oriente democratico. Inoltre, non siamo noi, ma è stato Ferruccio De Bortoli a parlare di 'odore di massoneria', per le vicende bancarie del giglio magico su Etruria e Siena».

Polemiche sui rimborsi: qual è la notizia?
Ma sul caso rimborsi, esploso dopo un servizio delle Iene, la polemica continua a tenere banco. «In un paese normale la notizia è che il Movimento Cinque Stelle ha restituito 23,1 milioni di euro di stipendi e questo è certificato da tutti quanti» ha però sottolineato Di Maio, rispondendo a Napoli ad una domanda sul caso rimborsi a margine di una iniziativa elettorale. «Ci sono 7mila imprese in Italia che lo testimoniano perché - ha proseguito - quei soldi hanno fatto partire 7mila imprese e 14mila lavoratori. Non sarà qualche mela marcia a inficiare questa iniziativa che facciamo solo noi e, come sanno gli italiani, da noi le mele marce si puniscono sempre». "Questo è un paese strano - ha concluso Di Maio - in cui restituisci 23,1 milioni e la notizia è che manca lo 0,1»«Come sempre abbiamo dimostrato che se c'è qualcuno che sbaglia viene messo fuori, ma la cosa che mi fa rabbrividere è che Matteo Renzi fa la morale a noi" ha poi detto il candidato premier del Movimento Cinque Stelle. Parlando a Napoli a margine di una iniziativa elettorale, Di Maio ha aggiunto: «Restituiscano 23,1 milioni di euro lui e il suo partito e poi cominci a parlare».