Renzi: «M5s incompetenti, centrodestra un remake del passato»
Il Segretario del PD: «Basta con polemiche interne, c'è da vincere contro di loro. Alle elezioni la speranza prevalga sul rancore»
MILANO - «C'è da vincere contro le incompetenze di chi se non torna un bilancio con la penna mette 5 milioni in più e di chi deve risolvere il problema di rifiuti ma quando scopre che chi lo può aiutare è del Pd ferma tutto. Da qui al 4 marzo c'è da vincere contro i Cinque Stelle, l'incompetenza elevata a elemento di orgoglio». Lo ha detto il segretario del Pd, Matteo Renzi, dal palco della manifestazione organizzata a Milano a sostegno della candidatura di Giorgio Gori in Lombardia. Quanto al centrodestra «un remake del passato: dove c'era Bossi in canottiera ora c'è Salvini in felpa, dove c'era Fini ora c'è Meloni, dove c'era Berlusconi c'è Berlusconi». Dunque «scrolliamoci di dosso le polemiche interne e tutti insieme andiamo a dire una cosa semplice: più Italia».
Alle elezioni la speranza prevalga sul rancore
«Gli editorialisti e i sondaggisti hanno già votato. Ma c'è un piccolo particolare: i cittadini ancora no. E come voteranno dipenderà da noi, dobbiamo far prevalere la speranza alle ragioni del rancore». Lo ha detto il segretario del PD riferendosi ai sondaggi che danno in svantaggio il centrosinistra. «C'è bisogno di vincere noi - ha aggiunto - e di scrollarsi di dosso la paura, scendere in campo con il coltello tra i denti dicendo che siamo orgogliosi di quanto fatto e di quanto faremo. E siamo orgogliosi dei nostri candidati. Altrimenti sarà un problema per l'Italia».
Renzi scherza su Calenda
«Calenda aveva pregiudizi verso di me, pensando che fossi quello che veniva solo a rottamare, io avevo pregiudizi verso di lui pensando fosse il fighetto di Confindustria». Lo ha detto il segretario Pd Matteo Renzi, chiudendo al Teatro Parenti di Milano la manifestazione «Milano, Lombardia, Italia: obiettivo governo», organizzata a sostegno della candidatura di Giorgio Gori alla presidenza della Lombardia, con Carlo Calenda e Beppe Sala. Renzi ha ricordato l'episodio in Mozambico, quando «mandai Calenda a mediare nella giungla tra due fazioni, e lui ci andò, in motocicletta! Poi mi mandò un messaggio, 'sono ancora vivo'».
Quanto alla rottamazione, Renzi ha rivendicato: «Se non ci fosse stato chi ha avuto il coraggio di dire rottamazione, oggi il ceto politico sarebbe ancora lo stesso. Se c'è un disegno politico non inedito e non originale in altre persone lontane da noi, quello è la restaurazione e noi non lo permetteremo».
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