28 marzo 2024
Aggiornato 22:00
Economia

Manovra e conti pubblici: come e perché l'UE ora «sbugiarda» il duo Padoan-Gentiloni

Bruxelles schiaffeggia - metaforicamente s'intende - il governo Gentiloni, ma i fedelissimi di Matteo Renzi e il Mef fanno finta di nulla

Il premier Paolo Gentiloni e il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan
Il premier Paolo Gentiloni e il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan Foto: ANSA

ROMA - Bruxelles schiaffeggia - metaforicamente s'intende - il governo Gentiloni. Mentre l'ex presidente del Consiglio e attuale segretario del Pd, Matteo Renzi, continua ad intestarsi il merito di una presunta ripresa economica nazionale (dovuta in realtà solo a una congiuntura internazionale favorevole), l'Unione europea consegna ai cittadini italiani la verità nuda e cruda. Il vice-presidente della Commissione europea, Jyrki Katainen, ha esplicitamente accusato la coppia Gentiloni-Padoan di aver mentito agli italiani sullo stato reale dei conti pubblici, in particolare sulle condizioni del deficit e del debito pubblico, decisamente messo peggio rispetto a quanto i due abbiano sempre detto. Katainen ha, inoltre, fatto capire che è in arrivo a Roma una durissima lettera da Bruxelles, nella quale la Commissione chiederà conto al Tesoro italiano delle mancate promesse fatte sulle misure di aggiustamento della finanza pubblica italiana.

Servirà una manovra correttiva da 4 mld
«Tanto è bastato - ha commentato il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta - per scoperchiare il vaso di Pandora della finanza pubblica e scaldare gli animi della stampa nazionale, che sembra finalmente essersi accorta della pesante eredità che il governo Gentiloni lascerà al futuro Esecutivo». Così, sulle pagine dei principali quotidiani, si dà oggi quasi per scontata una manovra correttiva per la prossima primavera da 3-4 miliardi, «che la Commissione ancora non chiede ufficialmente a Padoan per paura di scatenare le reazioni dei mercati finanziari prima delle elezioni nazionali». Su questo tema, «fanno rabbrividire - ha osservato Brunetta - le parole pronunciate dall'ambasciatore finlandese a Roma che, interrogato ieri sulle frasi del suo connazionale Katainen, ha chiesto ai giornalisti italiani: Come farete a piazzare i vostri titoli di stato sui mercati internazionali quando la Bce smetterà di acquistare i BTP?».

Cosa accadrà quando la BCE smetterà di acquistare i BTP?
Una domanda lasciata volutamente aperta, pensando alla cessazione del programma di acquisti dei titoli di Stato che il presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi ha appena annunciato e che avrà luogo a partire dal prossimo gennaio 2018. Il rischio dell'aumento degli interessi sul debito e del conseguente peggioramento del deficit è uno degli argomenti che più preoccupano gli investitori istituzionali, che ritengono l'Italia non abbia sfruttato le condizioni monetarie favorevoli create dalla BCE per fare le riforme strutturali necessarie per far ripartire il paese. Il think-tank Economia Reale ha addirittura calcolato che, in assenza dell'aiuto della BCE, l'Italia sarebbe in recessione, con una riduzione del Pil pari al -0,3%.

Brunetta: Padoan racconta una bugia dietro l'altra
«Non c'è solo - ha aggiunto Brunetta - il rischio di una manovra correttiva a rendere inappellabile il pesante giudizio della stampa sull'eredità che lascia il ministro Padoan in dote al prossimo governo: totale assenza di privatizzazioni, 12,4 miliardi di clausole di salvaguardia sull'IVA da disinnescare prima del 2019 e un debito pubblico in costante aumento». Il bilancio di fine mandato è davvero «da brividi». In più, il ministro Padoan «lascia in eredità anche la cattiva reputazione di un Tesoro che racconta una bugia dietro l'altra, agli italiani e all'Europa, atteggiamento che ha incrinato i buoni rapporti con Bruxelles".  Ma «se c'è una cosa che sta diventando davvero insopportabile, vogliamo dire all'illustre ministro Padoan, è proprio la sua perseveranza a dire una bugia dietro l'altra, senza ravvedimento alcuno, come le più recenti sulla riduzione del debito pubblico in tempi brevi e i miliardi di euro previsti dalle privatizzazioni, dalle quali il suo Tesoro non ha ricavato nemmeno un euro. Fortunatamente per gli italiani, la loro sopportazione nei suoi confronti durerà ancora molto poco», ha concluso Brunetta.