18 aprile 2024
Aggiornato 21:00
Immigrazione

Immigrazione, a Castel Volturno s'insedia il Commissario: gestirà 50 mln di finanziamenti

Si è insediato presso la prefettura di Caserta il commissario straordinario del Governo per l'area del Comune di Castel Volturno, che si occuperà della situazione di particolare degrado dell'area interessata da una massiva concentrazione di stranieri

Una manifestazione di immigrati a Castel Volturno
Una manifestazione di immigrati a Castel Volturno Foto: ANSA/ CESARE ABBATE ANSA

NAPOLI - La più grande banlieue d'Europa? No, non è in Francia. E' in Italia e si trova a Castel Volturno. Si è insediato infatti presso la prefettura di Caserta il commissario straordinario del Governo per l'area del del comune del napoletano. Il prefetto Francesco Antonio Cappetta è stato nominato con un decreto del presidente del consiglio dei ministri il 10 agosto scorso per «il superamento delle situazioni di particolare degrado di quell'area caratterizzata da una massiva concentrazione di cittadini stranieri». Cappetta avrà l'arduo compito di gestire quei 50 milioni di euro stanziati dal Governo per la messa a punto dei piani di accoglienza a favore dell'integrazione dei migranti.

Una situazione al limite dell'emergenza umanitaria
La strada che si prospetta al nuovo Commissario è certamente impervia: nella città guidata dal sindaco Pd Dimitri Russo, infatti, ad oggi sono stati censiti 15mila stranieri extracomunitari senza permesso, su una popolazione residente di circa 25mila. Si tratta, oltretutto, di persone che non compaiono nei dati ufficiali, che vivono in case abbandonate o rifugi di fortuna, senza lavoro né mezzi di sussistenza, talvolta ridotti a spacciare droga pur di sopravvivere, o, nel caso delle donne, costrette a prostituirsi lungo la Domiziana. Una situazione al limite dell'emergenza umanitaria, che, contemporaneamente, causa diversi disagi ai residenti, visto l'evidente degrado in cui vivono le famiglie di immigrati. 

Una storia vecchia
Quella di Castel Volturno, tuttavia, non è un'emergenza «dell'ultimo minuto». Tutt'altro. Nel settembre 2016 il sindaco Russo denunciava infatti alla stampa che «Dopo otto anni c’è ancora un solco profondo tra la comunità locale e gli immigrati. La tolleranza ormai è un filo sottile che potrebbe spezzarsi in qualsiasi momento. Castel Volturno continua ad essere una polveriera». Russo spiegava così la situazione particolare di Castel Volturno: «Devo constatare che noi non siamo diversi dagli altri italiani. Non siamo più accoglienti o più tolleranti. Semplicemente è la conformazione del territorio, lunga circa 30 chilometri, che qui consente la vivibilità tra locali e immigrati, perché  fa si che non ci siano contatti diretti».  Proprio per questo, continuava, «non riusciamo a parlarci e l’integrazione è ancora lontana. Passi avanti ci sono solo nelle scuole,  perché le classi sono formate già al 50 per cento da bambini bianchi e  da bambini figli di immigrati. Ma non può essere solo questo, perché la vera immigrazione la vedremo fra trent’anni». «Io – aggiungeva allora il sindaco -  non ho mai detto che gli immigrati di Castel Volturno devono andare via, e non lo farò mai.  Ma bisogna dare la possibilità a questi ragazzi  di avere un permesso di soggiorno, è un diritto che va perseguito. Se un immigrato irregolare che è qui da 15 anni e ha pure i figli, diventa regolare che cosa cambia? Assolutamente niente, perché  rimarrà a Castel Volturno. Quand’è che li vogliamo far diventare persone con dei diritti?» .