16 aprile 2024
Aggiornato 11:30
Fiscal compact

Ora Renzi rottama il fiscal compact, strumento di conquista come i carri armati di settant'anni fa

Il patto di bilancio europeo incide su tutto. Mancano due mesi alle elezioni e dagli uffici delle banche che hanno in mano il nostro paese, nonché dalla cancelleria tedesca, è giunto l’ordine di fare un po’ di polvere per confondere le idee

Il segretario del Pd Matteo Renzi con Marianna Madia
Il segretario del Pd Matteo Renzi con Marianna Madia Foto: ANSA/ CHIGI PALACE PRESS OFFICE-TIBERIO BARCHIELLI ANSA

ROMA - Ormai sono tutti d’accordo, da destra a sinistra, passando dal centro, dai sindacati, perfino da Confindustria. Il fiscal compact, ovvero il pareggio di bilancio di uno Stato intero, non va più bene. Nato nel plauso, anzi nel tripudio della politica nel drammatico finale del 2011, oggi viene indicato come il cappio che stringe il collo dei popoli mediterranei e non solo. Eppure, sei anni fa, in molti sollevarono critiche feroci verso un regola imposta dalla trojka all’intera Unione Europea. I più furono derisi, soprattutto dalla sinistra che oggi fa la dura nei consessi europei: a pochi mesi dalle elezioni. Circostanza che, da sola, fa dubitare della buona fede, di tali sollevazioni indignate. Cosa prevede il fiscal compact: già l’uso dell’inglesorum - non ci stancheremo mai di ripeterlo - nasconde una fregatura. In sostanza si tratta di applicare le regole del diritto privato agli Stati, cioè di trattare l’Italia, o la Francia, come una salumeria. Anzi, una salumeria un po’ di debiti li può fare: gli stati no.

Un modello economico fatto per la Germania
La ratio di questa idea è ignota: qualcosa che ha a che fare con il debito pubblico che la vulgata vorrebbe abbattere per rendere più competitivo l’euro. Purtroppo, dopo oltre venti anni di austerità – i parametri di Maastricht stessi sono molto restrittivi – è evidente che tale modello economico ha privilegiato la Germania e penalizzato gli altri paesi. Soggiacente a questo fanatismo liberista c’è l’idea che una regola valga per tutti a prescindere dalle condizioni sociali, ambientali e culturali. Questa teoria, totalitaria, dà il metro di cosa è divenuta l’Europa dei popoli. Una regola che funziona in Lussemburgo, noto "bandito"/paradiso fiscale, deve valere anche per la Sardegna: perché il pareggio di bilancio, a catena, piomba su tutti i settori dello stato. Può avere un minimo senso una scelta simile? No, ovviamente. E’ quindi uno strumento per rendere più ricchi i paesi ricchi, e saccheggiare quelli poveri  che devono vendere tutto il loro patrimonio nazionale. Il fiscal compact è uno strumento per trasformare paesi quali Italia, Spagna, Portogallo e in parte anche la Francia nella Grecia. Che di fatto è ormai una colonia della Germania. Il fiscal compact è uno strumento di conquista: come i carri armati di settant'anni fa.

Su cosa incide il fiscal compact? Su tutto
Il patto di bilancio europeo incide su tutto. Andate a prenotare una visita medica e vi dicono di passare dopo sei mesi? E’ dovuto al pareggio di bilancio. Vi spostano l’età pensionabile sempre più in avanti anche se siete ormai usurati, anche se vostro figlio è a casa a giocare con i video giochi? E’ dovuto al pareggio di bilancio. Le strade della vostra città sono devastate dalle buche? E’ dovuto al pareggio di bilancio. La provincia non ha soldi per costruire quella bretella intorno al vostro paese e così la strada che attraversa si intasa di automobili e camion che vi rendono la vita impossibile? E’ dovuto al pareggio di bilancio. Ora, chiariamo: senza alcun dubbio la spesa pubblica è stata una enorme mangiatoia che ha foraggiato sacche di parassitismo e criminalità. Esattamente come una grave infezione ha attaccato l’organismo dello Stato. La cura individuata ammazza tale infezione ma allo stesso tempo ammazza anche il paziente. Problema risolto quindi? Senza dimenticare che la privatizzazione del sistema bancario e la scissione tra Banca d’Italia e Ministero del Tesoro hanno di fatto creato le condizioni per la parte più cospicua del debito pubblico italiano. Argomenti su cui si sorvola troppo spesso.

Unico risultato è zero
Oggi ci troviamo quindi di fronte a un coro unico che critica il fiscal compact. Alle voci già esistenti, che evidentemente valgono ben di più, ecco che si sono aggiunte quelle di Matteo Renzi e del ministro Graziano Delrio. Due uomini che, solo pochi giorni fa, hanno venduto la parte buona della popolari venete a Intesa al buon prezzo di un euro, mentre la parte marcia è finita dentro il debito pubblico. Traduzione: quei miliardi che si sono aggiunti vengono, grazie al fiscal compact, immediatamente trasformati in tagli alla spesa sanitaria, buche nelle strade, pensioni più povere, trasporti pubblici più scadenti. Perché il fiscal compact è un’operazione aritmetica che prevede un solo risultato: zero. Tutto ciò si sapeva, anzi lo si sa da secoli, ed è stata proprio l’invenzione degli stati nazionali a ovviare a questo piccolo problema. Perché non è solo un problema di bilancio: è un problema di democrazia. Chi comanda alla fine? I cittadini che eleggono dei governi, o i possessori del debito pubblico che impongono regole che strangolano i cittadini? La risposta, al momento, è la seconda opzione.  Allora, dato che tutto ciò era noto, ora dobbiamo credere a queste posizioni indignate. Signori, mancano due mesi alle elezioni: semplicemente, dagli uffici delle banche che hanno in mano il nostro paese, nonché dalla cancelleria tedesca, è giunto l’ordine di fare un po’ di polvere per confondere le idee.