Tangenti sanità lombarda, in manette anche un gattinarese
Bufera questa mattina a Milano per l'arresto del vicepresidente della Regione Lombardia Mantovani. Insieme a lui anche il suo più stretto collaboratore, Giacomo di Capua originario di Gattinara
MILANO - Mattinata di arresi, oggi a Milano, dove il vicepresidente della Regione Lombardia Mario Mantovani è accusato di corruzione e altri reati insieme a lui anche un gattinarese è tra i personaggi finiti in manette. Si tratta del suo assistente Giacomo di Capua, che risulta appunto domiciliato a Gattinara. Di Capua ha 34 anni ed è capo di gabinetto dell'assessorato alla Sanità.
Il più fidato collaboratore di Mantovani
Ex senatore e sottosegretario alle Infrastrutture del governo Berlusconi, Mantovani arrestato non ha nulla a che vedere con il Mario Mantovani ex sindaco della stessa città di Gattinara e ora consigliere di opposizione. Da anni Giacomo Di Capua è uno tra i più vicini collaboratori del vicepresidente della Regione Lomardia. Ha lavorato con lui al ministero delle Infrastrutture e Trasporti e condotto per conto di Forza Italia le trattative per l'approvazione della Riforma della Sanità. In passato è stato anche coinvolto nella vicenda che vide l'affissione a Milano dei manifesti anti-magistrati con la scritta: «Via le Br dalla Procura». Di Capua è sentimentalmente legato a Sara Gambaro, Consigliere provinciale di Vercelli per Forza Italia.
La vicenda ed un altro illustre arresto
Mantovani avrebbe dovuto partecipare alla giornata della legalità aprendo i lavori di una serie di incontri organizzati dalla Regione sulla trasparenza nella pubblica amministrazione ma , per contro, è finito in manette. Gravi le accuse formulate in seguito all'indagine del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza: corruzione e concussione per faccende relative alla sanità, compresa una gara sul trasporto dei dializzati. In arresto anche un ingegnere del provveditorato alle opere pubbliche per la Lombardia e la Liguria, Angelo Bianchi. L'ingegnere era già stato arrestato nel 2008 per un caso di presunti appalti truccati in Valtellina e successivamente rinviato a giudizio (con altri) nel 2012.