19 aprile 2024
Aggiornato 22:30
Politica estera

Cambio di rotta sui marò, il dopo De Mistura passa per un arbitrato internazionale

Il ministro degli Esteri Federica Mogherini ha spiegato: «E' stato avviato un percorso di procedura internazionale». «Da oggi comincia una fase nuova, che ha bisogno di nuove figure di riferimento, a partire da un collegio di esperti che agirà sotto la guida di un coordinatore» ha commentato. Plausi dalla politica, unica critica la Lega

ROMA - Con l'invio della «ultima nota verbale» a Nuova Delhi, il 18 aprile scorso, «è stato avviato un percorso di procedura internazionale» sul caso dei due marò italiani trattenuti in India da oltre due anni. E' quanto ha detto oggi il ministro degli Esteri Federica Mogherini, davanti alle Commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato.

VIA STAFFAN DE MISTURA - «Si apre una fase nuova, che esaurisce quella avviata dall'inviato del governo Staffan De Mistura», ha sottolineato la titolare della Farnesina, che ha tenuto a ringraziare il diplomatico italiano per «l'instancabile impegno» profuso per una soluzione del caso di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. «Da oggi comincia una fase nuova, che ha bisogno di nuove figure di riferimento, a partire da un collegio di esperti che agirà sotto la guida di un coordinatore» ha commentato Federica Mogherini, che ha annunciato il ritorno a Delhi dell'ambasciatore Daniele Mancini.

RIENTRA AMBASCIATORE MANCINI - «Per seguire la nuova fase e quella avviata dalla nota verbale abbiamo valutato la necessità di far rientrare a Delhi l'ambasciatore Mancini, che era stato richiamato dal precedente governo; abbiamo tenuti informati le famiglie, i due fucilieri, in stretto coordinamento con tutti gli attori internazionali», ha concluso il ministro. Mogherini ha spiegato che siamo «usciti dalla fase negoziale ed entrati in una fase in cui si avvia la richiesta» a Nuova Delhi «di scambi di punti di vista, al termine dei quali, nel caso in cui non si arrivi a una soluzione concordata ritenuta accettabile in tempi brevi, si passa a strumenti per una soluzione dei contenziosi internazionali». Questa fase, ha insistito la titolare della Farnesina ribadendo il grande apprezzamento per il lavoro svolto da De Mistura sul caso dei due marò, «richiede nuovi esperti. Non è una fase annunciata, ma avviata formalmente», ha concluso.

PD, CAMBIO DI FASE - La svolta nelle relazioni con l'India è stata ben accolta dai principali partiti. «Le comunicazioni dei ministri Pinotti e Mogherini sono state molto importanti e segnano certamente un cambio di fase nella nostra iniziativa. Si è confermata la fermezza nel difendere l'immunità funzionale dei nostri fucilieri e nel contestare la giurisdizione indiana. Riteniamo che non ci sia altra via che ricorrere allo strumento dell'arbitrato internazionale obbligatorio, ai sensi della convenzione dell'Onu sul diritto del mare», ha dichiarato in una nota il senatore del Pd Nicola Latorre, presidente della commissione Difesa a Palazzo Madama. «Teniamo alta - ha aggiunto - l'attenzione con la consapevolezza che la vicenda dei due marò è una questione internazionale e non si può risolvere solo nell'ambito dei rapporti tra Italia e India. Ora si esaurisce quindi la missione dell'inviato speciale Staffan De Mistura, al quale va il nostro apprezzamento per il lavoro svolto, e si apre una nuova fase nella quale è opportuno coinvolgere un gruppo di esperti per seguire la vicenda dei marò con un nuovo coordinatore», ha concluso Latorre.

FI, FINALMENTE ARBITRATO INTERNAZIONALE - Il presidente della Commissione Difesa della Camera, Elio Vito, di Forza Italia ha detto: «Esprimo grande soddisfazione per la decisione di procedere finalmente all'avvio dell'arbitrato internazionale per la vicenda dei due marò, da oltre due anni trattenuti in India. Questa decisione, che è stata opportunamente annunciata nella sede delle Commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato, dà attuazione - ha osservato - a quanto previsto dal mio ordine del giorno, approvato all'unanimità dall'Aula il 13 marzo scorso, che impegnava il Governo proprio al 'sollecito avvio della procedura finalizzata all'arbitrato internazionale'. E' ora necessario, però, intraprendere anche tutte le iniziative utili affinché - ha concluso - Massimiliano Latorre e Salvatore tornino in Patria».

SEL, APPREZZIAMO SVOLTA - «E' da tempo che Sinistra Ecologia Libertà chiede di intraprendere la strada dell'arbitrato internazionale per risolvere il caso marò». Lo hanno affermato in una nota il responsabile nazionale esteri di Sel, Arturo Scotto, e la capogruppo in Commissione Difesa della Camera, Donatella Duranti. «Il governo ha deciso di accelerare questa scelta abbandonando la lunga e complicata via del negoziato diretto con l'India. Apprezziamo questo orientamento e - hanno concluso - seguiremo in maniera vigile tutti i prossimi passaggi».

NCD, CONDIVIDIAMO SCELTA GOVERNO - Renato Schifani, senatore del Nuovo centrodestra ha scritto: «Dopo due anni, è evidente che attraverso la diretta negoziazione con Nuova Delhi non si riesce a risolvere la vicenda inaccettabile dei nostri due marò, illegalmente trattenuti in India. Di fronte all'assurda chiusura finora dimostrata dagli indiani, il Nuovo Centrodestra, che ha sempre espresso la necessità di imprimere la massima incisività nell'azione che deve essere espressa per riportare in patria Girone e Latorre, condivide - ha concluso - la scelta del governo di percorrere la via dell'arbitrato internazionale».

LEGA, PROPAGANDA ELETTORALE - Unica voce fuori dal coro quella del vicepresidente dei deputati leghisti, Gianluca Pini: «Leggo roboanti dichiarazioni del governo sul 'cambio di rotta' in merito alla vicenda dei marò, due innocenti trattenuti in India per colpa di valutazioni politiche di comodo dell'allora sciagurato premier Monti. Va bene - ha aggiunto - che con colpevole ritardo è stato rimosso il pasticcione De Mistura che tanti danni ha combinato in questi due anni, ma il tardivo ricorso all'arbitrato internazionale, attivato solo ora, in piena campagna elettorale conferma il sospetto che nutro da tre mesi: qualcuno che era in procinto di sgambettare Letta a febbraio, ha volutamente ritardato questa soluzione logica per poter spendere un risultato politico giusto in tempo per le europee».
«A gennaio, durante la missione parlamentare a New Delhi - ha detto ancora Pini - era più che evidente fosse vicina una soluzione, ma poi tutto si è raffreddato, quasi a voler attendere momenti politici più propizi. La mia non è una semplice suggestione, alle coincidenze non ho mai creduto, men che meno ora».