19 aprile 2024
Aggiornato 02:30
Convegno sulla criminalità organizzata a Palazzo Giustiniani

Schifani: Calabria terra omertosa che sfida lo Stato

Il Presidente del Senato: Il crimine organizzato è un virus, ma i virus si curano e si distruggono. La parte onesta del Paese non può continuare a soffrire. Anche lì c'è chi è impegnato a costruire legalità e lo dimostra

ROMA - Secondo il presidente del Senato, Renato Schifani, la Calabria è «una terra omertosa che sfida costantemente lo Stato». Lo ha detto intervenendo a un convegno dal titolo 'La sfida delle Istituzioni e della società civile alla criminalità organizzata', oggi a palazzo Giustiniani.

L'ndrangheta è un virus - Schifani, infatti, dapprima ha citato il libro il Contagio, un'intervista all'ex capo della Procura di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, e al procuratore aggiunto Michele Prestipino, dedicato alle dimensioni eccezionali raggiunte dalla 'ndrangheta, definita «un virus 'che si diffonde senza guardare in faccia nessuno', occupando trasversalmente ogni parte della società. Ma i virus - ha detto Schifani - si curano e si distruggono». «Ne sono conferma gli eccezionali risultati raggiunti dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria e dei giudici che hanno celebrato i processi, con centinaia di arresti e condanne, con la cattura di numerosi latitanti e con il sequestro e la confisca di beni in tutto il territorio nazionale».

Una terra omertosa che sfida costantemente lo Stato - «Così come - ha aggiunto il presidente del Senato - l'inizio di alcune collaborazioni di uomini e donne di questa organizzazione criminale che, vivendo da anni immersi in quella illegalità, conoscevano le dinamiche e i risvolti più profondi della 'ndrangheta, ha contribuito a disvelare i meccanismi delle reti di collegamento che hanno superato i confini della Calabria, invadendo vaste aree del centro e nord Italia. Anche questo - ha concluso Schifani - è un dato eccezionale in una terra omertosa che sfida costantemente lo Stato».

Una minaccia per il progresso economico - Proseguendo nel suo intervento, Schifani ha sottolineato ancora che la 'ndrangheta è «una gravissima minaccia per il progresso economico dell'Italia e non solo». Soprattutto, nonostante i molti risultati conseguiti dallo Stato, «quando parliamo di 'ndrangheta siamo costretti a confrontarci con un fenomeno non ancora sconfitto. Oggi il problema più rilevante è che attraverso le operazioni di riciclaggio, sempre più numerose, si raggiunge il punto di non ritorno, con la piena e totale integrazione dell'illecito in ogni settore dell'economia legale».

La componente onesta del Paese non può continuare a soffrire - «Per evitare il sorgere di una legalità mista, cove le organizzazioni criminali si insidiano nella borghesia, nella finanza, nella vita economica del Paese, la capacità di prevenzione e repressiva dello Stato non può essere affidata unicamente alle forze dell'ordine e alla magistratura. Il bene comune e il benessere sociale sono incompatibili con modelli di collusione, contiguità, fratellanze fondati con mezzi e finalità illecite. Se in alcune zone questa organizzazione criminale gode del consenso di una parte - mi auguro sempre più minoritaria - della popolazione, o comunque di un non dissenso, è evidente che la componente onesta del Paese, che vive nel rispetto delle regole, non può continuare a soffrire per la presenza di una legalità debole che impedisce il benessere sociale e il bene comune».

Costruire il giusto percorso di legalità - In conclusione, per Schifani «occorrono il coinvolgimento e l'attenzione di quanti sono impegnati e vogliono costruire il giusto percorso di legalità del nostro Paese. In Calabria - ha detto ancora il presidente del Senato - questa gente comincia a esserci e lo dimostra con i fatti. Il futuro dell'Italia - ha terminato Schifani - è affidato alla capacità, alla volontà e alla professionalità della parte sana del Paese».