19 aprile 2024
Aggiornato 02:30
scienza

Il microscopio che fotografa i tumori in tempo reale

Il progetto sviluppato al Politecnico di Milano

MILANO - Uno strumento in grado di distinguere le cellule malate da quelle sane grazie al laser in modo preciso e veloce rivoluzionerà la chirurgia del futuro. Si tratta di un microscopio di nuova generazione basato sulla spettroscopia detta "raman coerente" su cui è al lavoro un team di ricercatori del Politecnico di Milano. Fra loro Francesco Crisafi, dottorando in Fisica al Politecnico di Milano, che ci spiega come funziona. "E' un microscopio che utilizza un tecnica che si chiama tecnica raman, la quale permette di identificare i legami chimici all'interno delle molecole e attraverso lo studio di questi legami chimici è possibile identificare in modo univoco quale molecola si sta studiando".

Il microscopio senza usare marcatori, agenti di contrasto che potrebbero danneggiare il materiale o contaminarlo, individua una sorta di impronta digitale della molecola, identificandola e classificandola come tumorale o sana. In tempo reale, senza aspettare i risultati di esami di laboratorio. "Il futuro sarà che non sarà più un istopatologo a scegliere se questo tessuto è sano o malato ma non si dovrà marcare neanche questo tessuto: l'ideale sarà avere in sala operatoria un macchinario simile a questo nel quale il medico dopo aver tagliato la sezione di tessuto ne inserisce in questa black box che sarà un microscopio e in uscita otterrà le informazioni che gli interessano ovvero se il tessuto è sano o malato e dove è sano e dove è malato». Informazioni che permetteranno al chirurgo di sapere esattamente dove sono le cellule tumorali e di intervenire con precisione, con velocità ed efficacia.

Il progetto (VIBRA, Very fast imaging by broadband coherent Raman) è stato sviluppato grazie ad un consistente finanziamento europeo, (ERC Consolidatori Grant) di quasi 2 milioni di euro, e potrà avere un vasto spettro di applicazioni in biologia e in medicina per la cura di obesità, patologie al fegato e malattie rare. Allo stato attuale i ricercatori hanno costruito un prototipo con cui stanno facendo primi test preliminari per poi passare allo studio di campioni biologici.