Cyberbullismo e Zoombombing: come contrastare le minacce legate al Covid -19
Le nuove tecnologie si confermano importanti mezzi per l’educazione dei giovani e fautori di nuove opportunità, a patto che vengano usate con consapevolezza e responsabilità
L’anno scolastico appena terminato passerà alla storia per il repentino cambiamento subito dalla quotidianità degli studenti a causa dell’emergenza Covid- 19: si è passati dalla scuola a didattica tradizionale alla completa digitalizzazione di lezioni, compiti ed esami. Ma questo processo non si è interrotto con la fine dell’anno scolastico. L’esame di terza media, la preparazione per la Maturità e, più avanti, i compiti per le vacanze e gli esami di riparazione sono tutti esempi di come la didattica a distanza sarà ancora fortemente presente nella vita degli studenti italiani.
Le nuove tecnologie, per qualsiasi livello di studio ed età, si confermano importanti mezzi per l’educazione dei giovani e fautori di nuove opportunità, a patto che vengano usate con consapevolezza e responsabilità. Questo anche alla luce di un numero crescente di episodi di cyberbullismo avvenuti in molte «classi virtuali» d’Italia.
Crescita del cyberbullismo
Secondo la Fondazione Carolina, una delle associazioni che monitora e combatte molestie e attività illegali sul web, ci sono stati 121 casi nell’ultimo mese, un numero sei volte superiore alla media durante l’anno: si sono verificati 121 episodi di cyberbullismo con vittime tra i ragazzi e 89 con vittime tra i docenti, 9 casi di «sexting» e 4 di «revenge porn»; 23, inoltre, i gruppi su Telegram in cui vengono diffuse indebitamente immagini di minori, con anche un episodio di adescamento.
Proprio per cercare di limitare questi episodi, Panda Security vuole rinnovare i suoi consigli a tutela dei più giovani e fornire una guida ai ragazzi che, talvolta pur conoscendo Internet meglio dei propri genitori, non sempre si rendono conto dei rischi e non sanno valutare adeguatamente le nuove minacce della rete.
Lo Zoombombing
A questo proposito, Panda ha individuato una nuova minaccia digitale, nata nel periodo Covid: lo Zoombombing.
Il massiccio ricorso allo smart working e la didattica a distanza hanno infatti incrementato l’uso di piattaforme per le videoconferenze, tra queste Zoom è stata quella che ha visto l’aumento maggiore del traffico giornaliero. Proprio questa popolarità, unita ad alcuni bug strutturali, ha creato il fenomeno dello Zoombombing. Gli hacker attaccano le videochiamate pubbliche con contenuti razzisti, pornografici o volgari, spesso utilizzati come «grimaldello» per rubare dati o introdursi nelle reti private. Le intrusioni dei bulli, durante le lezioni online su Zoom, mirano invece a ostacolarne lo svolgimento oppure hanno fini denigratori verso compagni e docenti.
La piattaforma Zoom ha annunciato il 9 maggio un aggiornamento per garantire maggiore sicurezza: per le videochiamate organizzate tramite Personal Meeting ID è stata attivata una «sala d’attesa» così che l’ingresso nella conversazione è ora soggetto ad un via libera da parte dell’host. Inoltre, la condivisione dello schermo è consentita di default solo a chi ospita il meeting.
Tuttavia, rimangono diverse lacune di sicurezza, come la mancanza della crittografia end-to-end. I cyberbulli spesso riescono ad accedere alle lezioni delle proprie vittime utilizzando altri account o semplicemente perché autorizzati da un docente ignaro dei loro reali intenti.
Precauzioni per proteggersi dallo zoombombing
Ci sono varie precauzioni che si possono adottare per proteggersi dallo zoombombing, ecco i principali suggerimenti di Panda Security:
- Password per accedere alla riunione - Nelle impostazioni della riunione selezionare «Pianifica Riunioni» e scegliere «Richiedi password» per introdurre un codice in nuove riunioni o per richiederlo in quella corrente.
- Disabilitare i trasferimenti di file durante le riunioni - nell’opzione «Gestione utenti» > «Selezionare Gestione gruppi» per poter disabilitare il trasferimento file.
- Bloccare un’ospite del meeting - nel caso in cui un utente malintenzionato riuscisse a unirsi al meeting, l’host avrà comunque la possibilità di rimuoverlo. Gli basterà pertanto premere sul tasto «Rimuovi» accanto al suo nome nel menu «Partecipanti». Per assicurarsi che un partecipante rimosso non abbia la possibilità di unirsi nuovamente alla call, bisognerà accedere a «Gestione utenti» selezionare «Gestione gruppi» ed entrare nelle Impostazioni. Alla voce «Riunione», selezionare «In riunione» (di base) e quindi disattivare «Consenti ai partecipanti rimossi di ricollegarsi».
Il prossimo anno scolastico rappresenta ancora un’incognita, soggetta all’andamento della pandemia, e potrebbe essere necessario protrarre le lezioni a distanza. Nonostante i dubbi, l’eventuale ritorno nelle aule tradizionali non potrebbe comunque accantonare totalmente l’ambiente delle classi virtuali e le risorse della didattica digitale.
Lo switch digitale rappresenta un inevitabile step evolutivo del sistema scolastico fornendo numerosi vantaggi ma anche presentando degli inevitabili rischi.
Uno dei quali è appunto il fenomeno dello Zoombombing, che dimostra come la sicurezza di bambini ed adolescenti sia un tema in continuo mutamento, che suggerisce l’adozione di software di protezione efficaci. Ovviamente, anche lo strumento tecnologico più avanzato è insufficiente a proteggerci se non è accompagnato dal buon senso nell’uso della rete.
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