25 aprile 2024
Aggiornato 13:30
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Cos'è la supply chain finance e quanto vale in Italia

Si diffondono nuove soluzioni legate allo sviluppo Fintech, come Invoice Auction, Purchase Order Finance, Dynamic Discounting e Equipment Finance

Cos'è la supply chain finance e quanto vale in Italia
Cos'è la supply chain finance e quanto vale in Italia Foto: Shutterstock

MILANO - Cresce l’interesse verso nuove soluzioni innovative, si diffonde l’uso di tecnologie come Internet of Things, Big Data e Blockchain, si consolida l’offerta delle startup e si affacciano nuovi attori importanti: in Italia il Supply Chain Finance - l’insieme delle soluzioni per il finanziamento del capitale circolante che fanno leva sul ruolo delle aziende all’interno della filiera - si è ormai affermato come una realtà in grado di offrire opportunità concrete per il finanziamento delle imprese. Ma le potenzialità del credito di filiera sono ancora in larga parte da sfruttare.

Con un tempo medio di incasso dei crediti commerciali di 98 giorni e di pagamento dei debiti ai fornitori di 124 giorni (dati 2016), il mercato potenziale del Supply Chain Finance in Italia è pari a 637 miliardi di euro (di cui il 74% di crediti verso clienti e il 26% verso le consociate), il più importante in Europa, di gran lunga superiore a Germania (582 mld), Francia (529 mld), Regno Unito (411 mld), Spagna (341 mld) e Olanda (170 mld). Ma il mercato servito si ferma solamente al 23% del totale (il 29% se si considerano solo i crediti verso i clienti), pari a oltre 146 miliardi di euro, per il momento ancora dominato da soluzioni tradizionali, come l’Anticipo Fattura, cioè il finanziamento delle fatture non ancora riscosse che passa dagli 87 miliardi del 2015 ai 75 mld del 2016 (-13,8%), e il Factoring, la cessione di crediti commerciali vantati da un’azienda verso i debitori che sale del +6,6% a quota 58 miliardi. Nell’ultimo anno però a crescere è stato soprattutto il Reverse Factoring, che permette ai fornitori di sfruttare il merito creditizio di un'azienda cliente per ottenere prezzi più bassi (3 mld, +7%), mentre hanno preso piede anche nuove soluzioni innovative come l’Invoice Auction,  il Purchase Order Finance, il Dynamic Discounting e l’Equipment Finance, di cui si prevede una forte crescita nel 2017 grazie al boom del Fintech e all’impiego di tecnologie innovative come Blockchain, Big Data e Internet of Things.

La necessità di trovare nuove forme di finanziamento per le imprese per sfruttare le potenzialità offerte dal credito di filiera attira nel settore nuove imprese innovative: sono state analizzate oltre 100 startup internazionali in ambito Supply Chain Finance, di cui 15 italiane, che puntano a velocizzare e digitalizzare la gestione dei crediti commerciali con servizi rivolti prevalentemente alle PMI. E diventa sempre più importante il ruolo degli operatori logistici, che, oltre a gestire il flusso fisico della merce dei loro clienti, hanno una visibilità costante sui flussi informativi e finanziari della filiera.

Sono questi  i risultati della ricerca dell'Osservatorio Supply Chain Finance della School of Management del Politecnico di Milano. «La ricerca mostra come il Supply Chain Finance in Italia sia ormai una realtà affermata, che evolve verso nuove prospettive – commenta Federico Caniato, Direttore dell'Osservatorio Supply Chain Finance -. Il mercato servito si consolida, con un’attenzione crescente verso le soluzioni innovative, anche se quello potenziale resta ancora molto rilevante, con grandi opportunità ancora da cogliere in particolare per il supporto delle PMI. C’è fermento per l’ingresso di nuovi attori sul mercato, soprattutto operatori internazionali e startup che offrono servizi snelli basati su piattaforme digitali».

Nonostante le soluzioni tradizionali di Supply Chain Finance coprano ancora la maggior parte del mercato servito, in Italia si stanno diffondendo soluzioni innovative legate allo sviluppo del Fintech di cui si prevede una forte crescita in futuro. Una di queste è il Purchase Order Finance, l’impiego di un ordine ricevuto da un cliente con elevato merito creditizio come garanzia per ottenere un finanziamento: rispetto alle soluzioni tradizionali, il focus del finanziamento si sposta dalla fattura all’ordine, supportando l’acquisto dei materiali o prodotti necessari a produrre quanto ordinato. Un’altra è il Dynamic Discounting, il pagamento anticipato a fronte di uno sconto proporzionale ai giorni di anticipo, che consente il finanziamento anche solo tra attori della filiera senza coinvolgere finanziatori terzi. Poi c’è l’Equipment Finance, l’insieme di strumenti finanziari a supporto dell’acquisto di asset durevoli, che estende a questi i tradizionali confini del Supply Chain Finance.

L’analisi compiuta dall’Osservatorio in collaborazione con Assifact (Associazione Italiana per il Factoring) ha esaminato le soluzioni di finanziamento del capitale circolante portate dalle principali nuove imprese, analizzando oltre 100 startup internazionali in ambito Supply Chain Finance, di cui almeno 15 italiane. Le startup offrono servizi snelli e veloci basati su piattaforme digitali che riducono le interazioni umane e accelerano i tempi per l’erogazione degli anticipi sui crediti commerciali ceduti, soprattutto per ottimizzare la liquidità all’interno della filiera in favore delle PMI, che si trovano ad affrontare le difficoltà maggiori nell’accesso al credito.

Sono 4 i business model distintivi: le startup Cash Seeker mettono in contatto investitori che cercano opportunità di investimento non tradizionali con imprese che cercano liquidità alternativa perché in difficoltà nell’accedere al canale bancario; le Cash Exploiter sfruttano la liquidità in eccesso della filiera a vantaggio di piccoli fornitori che faticano ad accedere al credito; le Working Capital Broker trovano alternative di finanziamento al canale tradizionale cliente-fornitore mettendo in contatto imprese che necessitano di credito con investitori istituzionali; le Compassriducono le asimmetrie informative lungo la filiera e semplificano la valutazione del merito creditizio o la gestione del cash flow.