19 marzo 2024
Aggiornato 08:30
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Come Google sta influenzando la politica di Washington

Il colosso tech ha anche tentato di condizionare le autorità in merito alla regolamentazione della pubblicità online

Come Google sta influenzando la politica di Washington
Come Google sta influenzando la politica di Washington Foto: ANSA

ROMA - Per la prima volta nella sua storia, nel 2017 Google è stata l’azienda che ha speso più di tutti nella Corporate America per influenzare la politica di Washington. Ciò mette in luce non solo la forte crescita del settore tecnologico ma anche la preoccupazione in aumento dei regolatori e dei legislatori nei confronti del gruppo. Google ha così rotto una tradizione che vedeva in testa gruppi attivi nei settori delle tlc, energetico e della difesa.

La controllata di Alphabet ha superato il suo stesso record investendo oltre 18 milioni di dollari per fare pressing sul Congresso, sulle agenzie federali e in generale sulla Casa Bianca su questioni che sono spaziate dall’immigrazione alla riforma fiscale passando per tematiche antitrust. Il colosso tech ha anche tentato di condizionare le autorità in merito alla regolamentazione della pubblicità online, fonte essenziale dei ricavi del gruppo.

Stando al Center for Responsive Politics, nessun gruppo tecnologico aveva mai primeggiato nell’attività lobbistica da quando il gruppo di ricerca bipartisan ha iniziato a tenere conto delle spese delle aziende nel 1998. Sebbene abbia questo primato, Google non è stato l’unico gruppo tech ad aumentare le sue spese in lobby. Anche Facebook, Amazon e Apple hanno superato i propri record per fare pressing sui legislatori Usa. Il social network ha aumentato le spese in questo campo del 32% nel 2017 rispetto al 2016; per Apple l’incremento è stato del 51%. Le spese da parte di queste quattro società hanno superato i 50 milioni di dollari durante quello che è stato il primo anno di presidenza di Donald Trump.

I dirigenti del settore tecnologico lo scorso anno si sono spesso scontrati con il Commander in chief e a loro volta sono state messe sotto torchio per aver permesso alla Russia di diffondere contenuti sulle proprie piattaforme prima e dopo le elezioni presidenziali del 2016. Aumentano poi i timori dei regolatori per il potere crescente di gruppi come Google. Gruppi tech a parte, tra i top spender in lobby nel 2017 sono emersi AT&T, Boeing e Comcast.