28 marzo 2024
Aggiornato 21:00
tecnologia

Ces 2018, come sarà la prima missione italiana a Las Vegas

Michele Balbi, presidente di Teorema, spiega come è nata l’idea della missione italiana al Ces 2018

MILANO – Far conoscere l’ecosistema delle imprese tecnologiche italiane e incontrare gli investitori internazionali: sono gli obiettivi della prima missione italiana al Consumer electronic show di Las Vegas, l’evento organizzato dalla Consumer technology association dal 9 al 12 gennaio 2018. La delegazione italiana pubblico-privata è coordinata da Tilt, il Teorema Incubation Lab Trieste, il digital hub per lo sviluppo delle start-up nel mondo dell’information technology, nato dalla collaborazione tra Teorema e il centro di ricerca e incubatore Area Science Park. Michele Balbi, presidente di Teorema, spiega come è nata l’idea della missione italiana al Ces 2018, che è patrocinata dal ministero dello Sviluppo economico con la collaborazione dell’Istituto per il commercio estero.

«La missione nasce un annetto fa da una mia ultima visita al Ces dove ho visto che i nostri cugini francesi erano presenti in massa e non esisteva una presenza italiana».

Il comitato promotore include UniCredit StartLab, Italia Startup, e-Novia e Industrio con la collaborazione di APSTI – Associazione dei Parchi Scientifici e Tecnologici Italiani, il supporto di Startup Italia e la segreteria organizzativa curata dal World Trade Center Trieste. Al Ces porteranno una cinquantina di start up da tutta Italia, la Lombardia è la regione più rappresentata a livello numerico. «L’idea è stata cerchiamo di trovare cluster che siano identificativi dello Stato italiano quindi fashion agritech, food, bio e net tech, mobility e auto motive e l’ultima moda cioè industry 4.0 e cerchiamo di trovare startup legate a questi mondi».

La missione avrà uno stand «sobrio e riconoscibile» per distinguersi anche rispetto ad altri Stati europei più forti e con più esperienza come Francia, Germania e Regno Unito, che ogni anno portano a casa decine di milioni di dollari di investimenti per le proprie aziende tecnologiche. «Noi puntiamo a dimostrare che siamo capaci di fare il digital, It e innovazione e non siamo quelli che sanno fare solo contabilità e gestione paghe per gestire la burocrazia italiana perchè oggi all’estero siamo riconosciuti come molto bravi a fare questo. L’It italiano non è visto come aziende che possono dire la loro, le poche brave vengono comperate da competitor europei o internazionali ed è un peccato. Secondo me bisogna crederci, imparare a sognare e desiderare di andare a mercato ed essere internazionali».