23 aprile 2024
Aggiornato 08:00
fintech

Il 2018 sarà l'anno della «Bank of Amazon»?

Considerazioni dell'anno passato, trend e Fintech che ci portano a ipotizzare che il 2018 potrebbe essere l'anno di una Bank of Amazon

Il 2018 sarà l'anno della «Bank of Amazon»?
Il 2018 sarà l'anno della «Bank of Amazon»? Foto: Shutterstock

MILANO - Nel mondo dei pagamenti, tutti gli occhi sono puntati sull'ecosistema che aiuta i retailer a elaborare le transazioni con carte di credito. Una strategia seguita con perseveranza, ad esempio, da Alibaba, che con la sua Ant Financial, gestisce i servizi di pagamento Alipay e altri prodotti finanziari. In un’intervista rilasciataci qualche mese fa, lo stesso Pietro Candela, Head of Business Development of the Italian market di Alipay, ci aveva raccontato come uno dei principali obiettivi fosse proprio quello di permettere ai turisti cinesi di pagare con Alipay in tutti i negozi del mondo. Le big company si sono da tempo concentrate  sulla conquista di un business da parte dei grandi rivenditori al dettaglio, trascurando di spendere molto tempo nel crescente settore dell'ecommerce. Questo, ovviamente, ha fatto aumentare gli investimenti relativamente alle startup che si occupano di questo business. Ora la domanda è: quale sarà il prossimo modo in cui i consumatori effettueranno gli acquisti e cosa faranno gli operatori storici per recuperare il ritardo?

PayPal continua a spingere per diventare leader nel settore dei servizi finanziari e del mercato di massa, Siri o Alexa diventano sempre più intelligenti per effettuare transazioni online. E questo perché la voce rappresenta una maggiore garanzia di sicurezza.

L’interesse dei Big alla finanza
Rivenditori come WalMart Stores hanno da tempo voluto entrare nel settore bancario, e le autorità di regolamentazione potrebbero finalmente essere dalla loro parte. Ciò potrebbe aprire la porta a una Bank of Amazon o a Facebook Financial. Se questi giganti della tecnologia decidessero di passare alla finanza, avrebbero alcuni vantaggi importanti rispetto alle banche: dati migliori, un'esperienza utente superiore e un'immensa fedeltà dei clienti. E’ possibile che Amazon, Google, Facebook, e Apple vadano più a fondo nel finanziamento online delle piccole imprese. Facebook ha implementato i pagamenti via Messenger per competere con Square Cash e Venmo, ma non è stato super aggressivo su questo fronte. Diverso l’approccio di Amazon che dal lancio di Amazon Lending nel 2011 ha già erogato oltre 3 miliardi di dollari a 20mila imprese. Certo, si tratta pur sempre solo di rivenditori presenti sulla piattaforma ecommerce e con tassi di interesse praticamente da «strozzino», ma con un business che può mettere seriamente a rischio Fintech e banche.

Se da una parte la Cina è stata pionieristica nel business delle chat/pagamenti, è molto possibile che - trainati dall’invidia, i colossi tecnologici come Facebook e Apple tenteranno di replicare lo stesso business negli USA, per poi estenderlo anche in Europa.

Il «fallimento» delle Fintech
Benché l’interesse per le Fintech sia aumentato esponenzialmente nell’ultimo anno (specie in Italia), le banche continuano a restare in cima alle preferenze per quanto riguarda la gestione dei risparmi (67%), i finanziamenti (57%) e i pagamenti in mobilità (47%). Oltre 700 le startup che, dal 2014 a oggi hanno ricevuto finanziamenti per 25,7 miliardi di dollari, a livello globale. E quelle che hanno ricevuto più investimenti sono poi quelle che operano in settori ancora non considerati dalle normative (+205%), secondo l'Osservatorio del Politecnico di Milano. Il nodo cruciale, però, è rappresentato dal fatto che le Fintech, almeno finora, non hanno portato ad una chiara disruption di componenti del mercato o sono riuscite ad imporsi su un servizio o un segmento dell’intermediazione finanziaria, finendo - nella maggior parte dei casi - per essere acquistate dalle banche centrali o, nella peggiore delle ipotesi, indirizzare il loro business.

La fiducia dei consumatori
Questo significa solo una cosa: l’attività bancaria non è ostacolata dalle startup fintech che un tempo sembravano essere la minaccia principale, ma da imprese tecnologiche affermate come Amazon e Apple. Amazon Cash, ad esempio, consente ai clienti di depositare denaro direttamente sui loro conti Amazon da oltre 10.000 punti vendita al dettaglio. Un altro aspetto da non sottovalutare è rappresentato dal fatto che i consumatori statunitensi hanno classificato Paypal e Amazon, quanto a fiducia, allo stesso livello delle banche tradizionali e il 55% di loro è aperto all'acquisto di prodotti finanziari da imprese tecnologiche consolidate. Le banche tradizionali, tuttavia, perdono terreno rispetto ai servizi digitali in quanto le loro app, molto spesso deludono le aspettative dei consumatori, sempre più digitalizzati. Anzi, più di un quarto degli statunitensi prenderebbe in considerazione l'uso di assistenti vocali per le operazioni bancarie quotidiane, e Amazon attualmente domina il mercato dei diffusori abilitati alla voce con il suo assistente Alexa sul dispositivo Echo. Dato che Amazon e altri già forniscono servizi di pagamento, carte di credito e prestiti, è quindi plausibile ipotizzare che possano offrire una suite di servizi bancari al dettaglio nel prossimo futuro. Magari già nel 2018.