20 aprile 2024
Aggiornato 11:00
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Notarchain, cosa ci fanno insieme notai (italiani) e blockchain?

Attraverso Notarchain le informazioni non sono gestite da soggetti anonimi, ma dai notai italiani che per legge sono presenti su tutto il territorio nazionale

Notarchain, cosa ci fanno insieme notai (italiani) e blockchain?
Notarchain, cosa ci fanno insieme notai (italiani) e blockchain? Foto: Shutterstock

ROMA - Di loro, del Consiglio nazionale del Notariato, ne avevamo parlato in merito alla disputa nata a seguito dell’entrata in vigore del decreto del Mise del 17 febbraio 2016 che, a partire dal 20 luglio scorso, dà la possibilità alle startup di costituirsi attraverso una procedura online semplificata ( e quindi senza notaio). Dopo una lunga diatriba, il TAR del Lazio, a inizio mese, ha praticamente rigettato quasi tutti gli argomenti che erano stati motivo di ricorso, dai vizi di ordine giuridico del provvedimento a quelli sostanziali. Ora, dopo la vicenda che li ha visti coinvolti contro le startup, il Consiglio nazionale del Notariato, si rigenera e lo fa attraverso la blockchain.

Blockchain e notai?
Si chiama Notarchain ed è un progetto che l’istituzione presenta in partnership con IBM. Si tratta di una blockchain nella quale le informazioni non sono gestite da soggetti anonimi, ma dai notai italiani che per legge sono presenti su tutto il territorio nazionale: una piattaforma che manterrebbe intatte le potenzialità connesse alla velocità, all’assenza di costi per il cittadino fruitore, alla diffusione su scale mondiale, ovviando alle criticità potenziali di un modello di registro decentrato e privo di controlli sulla veridicità dei dati inseriti.

Il primo modello di blockchain sicura in Europa
Con la «Notarchain» infatti il Notariato propone il primo modello di blockchain sicura in Europa nella quale viene fornita non solo la certezza della immodificabilità dei dati inseriti, ma anche un controllo preventivo sull’identità dei soggetti coinvolti, sulla correttezza e completezza dei dati stessi inseriti nella catena. Si tratta di una base digitale di archiviazione e gestione di ogni tipo di file digitale e pertanto il suo utilizzo potrà in futuro essere esteso a molti ambiti applicativi che necessitano di un sistema di maggiore sicurezza e certificazione (disegni, opere d’arte, beni mobili in genere).

La partnership con SIAE
La stessa tecnologia di blockchain è alla base del secondo progetto con S.I.A.E. nella gestione del deposito e archiviazione dei codici sorgente. Sarà possibile, dunque, depositare presso un qualsiasi notaio italiano il codice sorgente di un nuovo programma ottenendo in tempo reale l’inserimento di tale file in un registro condiviso con S.I.A.E. che ne permette l’immediata attribuzione di una marca temporale e quindi la certezza che nessuno possa in futuro contestarne la paternità.

Il Registro pubblico sussidiario
Il Notariato ha, inoltre, presentato il Registro pubblico sussidiario dedicato agli atti di designazione di amministratori di sostegno (A.D.S.), la prima piattaforma alla quale tutti i notai potranno avere accesso in tempo reale e sulla quale potranno inserire i dati essenziali dell'atto di designazione di amministrazione di sostegno ricevuto. Il contenuto del registro verrà ordinato in modo da consentirne una ricerca efficiente su base personale e potrà essere condiviso da tutti i notai e altri soggetti qualificati, come le singole Aziende Sanitarie Locali, al fine di rendere immediata la conoscibilità della volontà espressa dal designatario. La piattaforma, predisposta da Notartel (la società informatica del Consiglio Nazionale del Notariato) potrà essere utilizzata anche per altre tipologie di atti notarili che richiedano analoga pubblicità come, ad esempio, i registri delle procure, dei testamenti olografi, delle disposizioni anticipate di trattamento, delle volontà in ordine alla donazione di organi.

Un processo di innovazione costante
La creazione di registri su base volontaria è solo l’ultima tappa del processo di informatizzazione dell’attività notarile, un percorso avviato nel 2001 su cui il Notariato ha investito più di 18 milioni di euro solo negli ultimi dieci anni mettendo in rete i circa 5 mila studi notarili tra loro e con la Pubblica Amministrazione. Nel 2002 è stata completata l’informatizzazione dei registri pubblici societari e nel 2012 quella del registro immobiliare. Nel 2013 sono partite le aste telematiche notarili, attraverso la RAN (Rete Aste Notarili) con l’aggiudicazione ad oggi di 1.168 aste per un importo complessivo di 280,908 milioni di euro. L’atto pubblico informatico è realtà e, attraverso una struttura dedicata per la conservazione digitale degli atti, dal 2013 al 2016 sono stati archiviati circa 6 mila atti.