19 marzo 2024
Aggiornato 10:30
sharing economy

Tre ragazzi bolognesi si inventano l'AirBnb dei giardini

Una piattaforma, come AirBnb, per condividere il proprio giardino o tenuta a chi non ne possiede una. L'idea di tre giovani ragazzi bolognesi

Tre ragazzi bolognesi si inventano l'AirBnb dei giardini
Tre ragazzi bolognesi si inventano l'AirBnb dei giardini Foto: Shutterstock

BOLOGNA - Condividiamo tutto, grazie a internet. Abbiamo imparato a condividere l’auto, segnando l’ascesa di servizi come BlaBlaCar, gli appartamenti, permettendo ad AirBnb di raggiungere un fatturato da capogiro con un giro d’affari che supera il miliardo di euro solo in Italia. Condividiamo gli oggetti che non usiamo più oppure la nostra attrezzatura sportiva. Perchè non condividere anche il giardino e metterlo a disposizione di chi ne è sprovvisto?

Tre ragazzi bolognesi
L’idea arriva da tre ragazzi bolognesi, due studenti di Informatica per il Management all’Alma Mater – Andrea Filippini, 26 anni (a lui si deve l’intuizione) e Matteo Manservisi, 23 anni – e un informatico di professione, Daniele Parazza, 23 anni anche lui. La piattaforma, per ora solo in versione beta (in fase di test), si chiama affittogiardino.it. Come accade per le stanze ‘messe in affitto’ su Airbnb, il portale nasce con l’idea di creare un ponte tra chi cerca uno spazio, per una giornata o solo per qualche ora, e chi lo possiede e magari non lo usa. Si va dal gazebo per una grigliata tra amici alla piscina per qualche ora di relax, senza escludere le tenute private, con spazi più ampi dove, magari, praticare anche dello sport.

La condivisione di giardini
La regola base è la condivisione, anche se sarà l’host, ovvero il fornitore degli spazi, a decidere cosa è possibile fare, quanta gente può entrare e cosa mettere a disposizione. Come avviene sulle altre piattaforme, inoltre, ci sarà la possibilità di dare un voto a proprietari e affittuari. In questa fase i tre giovani ragazzi stanno cercando di mettere in piedi il servizio host e quindi di raccogliere le disponibilità dei proprietari di giardini e tenute, in un primo momento nella zona di Bologna.

Può funzionare?
Il progetto, ovviamente, è in fase di avvio e - per sopravvivere - dovrà essere abbastanza forte da guadagnarsi una posizione oligopolista che tenda in futuro al monopolio, un po’ come è successo ad AirBnb. Il mercato della sharing economy, infatti, è a un vero e proprio bivio. Se da una parte tendiamo a condividere tutto, dall’altra, in Italia, quella della sharing economy, è una realtà piuttosto ambigua. Il numero delle piattaforme nel 2016 è aumentato del 10%, ma il 30% di quelle censite nel 2015, ad oggi, sono inattive. Quale sarà il futuro per questi ragazzi?