19 aprile 2024
Aggiornato 11:00
fintech

L'ascesa del bitcoin è avvenuta all'ombra della finanza, ora le banche lo vogliono

Oggi, il totale delle 1.154 criptovalute censite capitalizza 141 miliardi di dollari. Il bitcoin sta attirando molti investitori e le banche cominciano a prenderlo in considerazione

L'ascesa del bitcoin è avvenuta all'ombra della finanza, ora le banche lo vogliono
L'ascesa del bitcoin è avvenuta all'ombra della finanza, ora le banche lo vogliono Foto: Shutterstock

ROMA - All’inizio, il bitcoin era un modo per effettuare pagamenti senza banche. Ora, con oltre 100 miliardi di dollari depositati in valute digitali, le banche stanno discutendo se e come entrare in azione. Pare che molte banche d’investimento globali stiano studiando la possibilità di facilitare le transazioni di bitcoin e altre cripto monete.

Ora attira l’interesse degli investitori
Bitcoin, durante questo anno, ha avuto un piccolo che ha superato il 300%, attirando l’attenzione dei fondi hedge e della gente ricca. In più, come sottolineano i direttori di molte banche tradizionali, sta attirando l’interesse dei clienti, sia che siano investitori retail che investitori istituzionali. E’ molto volatile, è molto illiquido quando abbiamo bisogno di scambiare o negoziare grandi volumi, quindi molti vedono l’opportunità per una nuova classe di attività che richiederebbe non poche capacità e competenze di brocheraggio.

Tuttavia bitcoin presenta a Wall Street un enigma: come fanno le banche che sono tenute per legge a prevenire il riciclaggio di denaro a gestire una valuta che non è emessa da un governo e che mantiene anonimi i suoi utenti? I dibattiti, anche qui, lasciano spazio a più di un dubbio, a riguardo. Recentemente il capo di Morgan Stanley James Gorman ha detto che le criptomonete sono ‘più di una semplice moda’. Ma c’è anche chi si è spinto oltre, come Jamie Dimon e Larry Fink, rispettivamente CEO di JPMorgan Chase e BlackRock, secondo i quali il bitcoin è stato usato principalmente da criminali. C’è persino tensione in alcune banche, le quali, tuttavia, dovrebbero evitare di antagonizzare i governi che sono sempre più preoccupati in questo settore.

Prima Cina ora Russia
Come già sta accadendo in Cina, dove il Governo ha bloccato gli scambi di cripto monete. Ora anche la Russia sembrerebbe in procinto di impedire l’accesso ai siti che offrono criptovalute come il bitcoin. Secondo questi governi, infatti, le criptovalute sarebbero uno strumento dubbio, che inizialmente è stato ritenuto illegale in quanto la loro emissione non viene preventivamente autorizzata dallo stato e per il fatto che potrebbero essere utilizzate per riciclaggio di denaro sporco. E anche se in seguito le autorità hanno dovuto accettare il boom del mercato di tali strumenti, si intende controllarne gli scambi o limitarne l’accesso.

Il ruolo delle banche
Il ruolo delle banche, in questo processo di accettazione, tuttavia, potrebbe essere fondamentale. Mentre alcune banche tradizionali americane si stanno spingendo a esplorare la possibilità di creare derivati e utilizzare il bitcoin nel commercio internazionale per evitare lo scambio di valute, bitcoin è già entrato nella finanza tradizionale qui in Europa. Nel mese di luglio, Facolcon Private Bank ha dichiarato di essere stata la prima banca svizzera ad offrire ai propri clienti la gestione del risparmio in bitcoin. Oggi, il totale delle 1.154 criptovalute censite capitalizza 141 miliardi di dollari e se è vero che lo stesso quantitativo è emesso dalla Bce in appena 2 mesi, è anche vero che a maggio la capitalizzazione del bitcoin era pari a 60 miliardi di dollari, un anno fa 10 miliardi e nel 2013 poco più di un miliardo.

La droga
Le qualità che hanno reso bitcoin la forma di pagamento scelta per le transazioni di droga e richieste di riscatto - si esegue su una rete decentralizzata di computer in tutto il mondo che aggira i regolatori e le banche - sono anche ciò che rende il bitcoin difficile da controllare da parte dei governi. L' ulteriore adozione del bitcoin potrebbe richiedere che le banche centrali e le autorità di regolamentazione raggiungano un consenso su come le nuove valute digitali si inseriscano nel quadro esistente. Le banche dovranno avere alcune assicurazioni sull’identità delle persone con cui stanno trattando e sulla provenienza della moneta. Questo aspetto così ‘spaventoso’ del bitcoin deve, tuttavia, essere valutato con la tecnologia che rende possibili le sue transazioni, ovvero la blockchain, la rappresenta l’alternativa decentralizzata all’apparato istituzionale creato per garantire la massima «fiducia» nella possibilità di attestare l’identità personale e di conservare nel tempo la proprietà di un bene o trasferirla ad un altro soggetto. Caratteristiche queste che dovrebbero, in qualche modo, calmare i bollenti spiriti dei governi.