29 marzo 2024
Aggiornato 05:30
per la pubblica amministrazione

Quattro 18enni torinesi e una sfida, rivoluzionare la PA italiana con la loro 18App

I quattro diciottenni hanno partecipato e vinto l'edizione torinese di Hack.Developer, la sfida che raccolto 1300 tra ingegneri e sviluppatori software in tutta Italia, per digitalizzare la nostra Pubblica Amministrazione

Team New Horizon
Team New Horizon Foto: Codemotion

TORINO - Quattro amici e compagni di classe (si conoscono dalla terza superiore), 18 anni ciascuno, una passione sfrenata per l’informatica e le nuove tecnologie e una grande voglia di cambiare. Cambiare questo Paese e la sua lenta e obsoleta burocrazia che ci trasciniamo dietro da tantissimi anni. Ed è stata proprio questa voglia di innovare e di mettere alla prova se stessi che ha spinto questi quattro giovani torinesi a partecipare ad Hack.Developers il più grande hackathon italiano voluto dal Team per la Trasformazione Digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri - in collaborazione con Codemotion e altri partners - che ha coinvolto lo scorso week end oltre 1300 tra sviluppatori software, ingegneri informatici, esperti di sicurezza informatica e studenti universitari uniti insieme in 25 città (24 italiane e la 25esima è San Francisco, in California) per rispondere alle necessità che il processo di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione italiana ci sta chiedendo di affrontare.

Quattro 18enni e un’app
Una voglia di innovare e di mettersi in gioco che li ha portati a vincere (insieme a un altro team) il premio «Fast Rabbit» per l’edizione torinese. Ora li aspetta la selezione finale, prevista per il prossimo 16 ottobre, direttamente a Roma, alla capitale. I ragazzi, riuniti nel team New Horizon, nello specifico, hanno implementato la loro 18App su Android, realizzandone l’interfaccia grafica. «Cercando 18app negli App Store ci siamo accorti che il servizio non si concretizzava in una vera e propria app, ma solo in un portale web - ci racconta Lorenzo Bergadano del team New Horizon -. Ci siamo quindi messi al lavoro seguendo le disposizioni della challenge. Abbiamo programmato per 27 ore ininterrottamente per realizzarne l’interfaccia grafica di quella che potrebbe essere una possibile 18App». Nella pratica 18App (il cui servizio è attualmente erogato solo tramite piattaforma web) permette ai diciottenni, registrati attraverso un account SPID, (Sistema Pubblico Identità Digitale, già utilizzato da 1,5 milioni di persone), di farsi accreditare dal Governo 500 euro da spendere in buoni cultura, teatri, musei, libri, concerti e tanto altro ancora. Il rinomato Bonus Cultura, per il quale il Governo ha stanziato per i primi due giri (2016-2017) più di mezzo miliardo (580 milioni) e che parrebbe non navigare particolarmente in buone acque, dato che solo il 61% del primo giro (classe ’98) lo aveva richiesto. Meglio la classe ’99 che avrebbe speso (secondo il Governo) già circa 3 milioni e 150mila euro, rispetto al milione e 100mila del 2016. Il progetto, accusato di essere macchinoso soprattutto per il previo ottenimento dello SPID, potrebbe vedere nuova luce, anche grazie ad applicazioni più a misura di utente.

Una community open source
«Per noi è stata una sfida personale - continua Lorenzo -. A Torino eravamo il team più giovane e siamo riusciti a confrontarci con ingegneri, sviluppatori software e altri studenti universitari di annoverata esperienza nell’ambito dello sviluppo software. Questo ci rende orgogliosi e pronti ad affrontare tutte le altre sfide che verranno di qui in avanti. Credo che eventi come questi repprentino una grande opportunità, non solo per il nostro Paese, ma anche per chi, come noi, ancora ci crede che l'Italia sia un buon posto dove vivere». Un progetto ambizioso il loro, come anche quello del Team per la Trasformazione Digitale voluto da Diego Piacentini di creare il primo open-government della storia, basato su una community aperta e collaborativa, capace di cooperare per creare la prima infrastruttura digitale della Pubblica Amministrazione basata totalmente su concetti open source. Per fare tutto questo il Governo ha messo sul piatto 6 miliardi di euro. Che sono quelli per la spesa pubblica tecnologica. Sei miliardi di euro che avranno lo scopo non solo di sviluppare l’interazione aperta tra cittadini Comuni, Regioni e Stato (ad esempio attraverso i pagamenti digitali), ma anche di semplificare il servizio sanitario, giusto per citarne uno. Un piano che dovrà servire soprattutto a dimezzare le spese informatiche, indottrinando quindi la PA a una maggiore razionalizzazione delle risorse.

La digitalizzazione della PA
Tanti gli obiettivi da perseguire per snellire la burocrazia italiana e digitalizzarla. Da una carta d’identità elettronica che sia abilitata ai pagamenti o a raccogliere i nostri dati essenziali o che dia la possibilità di caricarci sopra l’abbonamento della metro a un’app per segnalare buche e lampioni rotti al Comune. Solo per fare qualche esempio. Da un anno il Team per la Trasformazione Digitale sta lavorando per rendere la nostra Pubblica Amministrazione completamente digitalizzata, lavorando su un insieme di infrastrutture e piattaforme abilitanti, realizzati centralmente o creati riorganizzando l’esistente, che possano aiutare le Amministrazioni sul territorio a costruire i servizi digitali di cui il cittadino ha bisogno. Hack.Developers è stato il primo tentativo di rendere le infrastrtture create fino a oggi dal Team Digitale aperte al pubblico, alla community di sviluppatori che si sono affrontati per proporre le loro soluzioni digitali.

Un cambio di paradigma
«La Pubblica Amministrazione di oggi è un vero e proprio shock culturale per chi arriva dal mondo digitale ed è abituato a lavorare a un’altra velocità - afferma Paola Pisano, assessora all’Innovazione del Comune di Torino -. Essere precisi è d’obbligo quando si forniscono servizi alla comunità, ma non possiamo continuare a spendere soldi per far funzionare servizi che non funzionano. Oggi, grazie al Team per la Trasformazione Digitale e a eventi come questo (hack.developers, ndr.) si sta verificando un vero e proprio cambio di paradigma. Un’intervento eccezionale quello fatto da Diego Piacentini, di creare una comunità e di dare la possibilità a tutti di partecipare alla creazione della struttura digitale portante del nostro Paese. Per creare una struttura amministrativa che sia più giovane, con più potere distribuito e più veloce».

Un grande inizio
La storia di una community che lavora per il futuro del nostro Paese. E la storia di Lorenzo Bergadano, Gionatan Cernusco, Andrea Galante e Simone Montanero che, alla tenera età di 18 anni, maturandi al ITI Avogadro di Torino, hanno dimostrato di sapersi tirare su le maniche per provare a cambiarlo questo Paese. Ora il prossimo step è affrontare e superare le selezioni finali di Roma. «Sono molto felice dall’energia dimostrata dai partecipanti e dalla qualità del lavoro prodotto - ha detto Riccardo Iaconelli, Open Source Project Leader del Team per la Trasformazione Digitale -. È un grande inizio per la community di sviluppo Open-Source che realizzerà la trasformazione digitale del Paese».

L’edizione torinese ha visto anche un secondo vincitore, gli ITS. Il team ha ha risposto alla challenge sull’ANPR (Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente) - realizzando una dashboard di analytics delle issue di GitHub, impressionando i mentor per aver studiato le tecnologie da zero e per averle applicate portando a termine il progetto nelle 48h. Notevole la presenza di una frontend developer donna nel team, la giovane ma capace Loredana.