19 aprile 2024
Aggiornato 14:00
food innovation

Io, italiano a Bangkok, per fare la pasta con farina di grillo

Massimo ha fondato la sua startup Bugsolutely a Bangkok e da laggiù osservato la situazione europea in merito al mercato degli insetti edibili. Dal 1° gennaio 2018 entra in vigore la normativa sui Novel Food

SHANGHAI - Massimo Reverberi è uno di quei tanti italiani che, insoddisfatto della burocrazia e delle lungaggini tipiche del nostro Paese, ha deciso di emigrare all’estero. Dopo 20 anni trascorsi in un’agenzia di marketing, ha fatto le valigie e si è trasferito in Thailandia, a Bangkok. «Ho scelto l’Asia perchè rispetto a città come San Francisco è decisamente più economica - mi racconta Massimo -. In più, al netto di ciò che si crede, Bangkok è una città molto vivibile, con un tasso di violenza e di criminalità molto basso. E’ uno dei Paesi migliori se stai cercando la diversità. Quando arrivi a Shanghai, ad esempio, non c’è davvero nulla che somigli all’Italia».

In Thailandia per fare pasta con farina di grillo
Dopo un anno sabbatico Massimo si avvicina al business degli insetti edibili, uno dei mercati emergenti, soprattutto alla luce delle problematiche sociali e ambientali che rappresentano la sfida per il prossimo futuro. Secondo l’ONU, entro il 2050, saremo quasi 10 miliardi sulla Terra e allora già da oggi è necessario pensare a delle soluzioni che possano contribuire a ridurre la fame nel mondo e l’inquinamento generato, ad esempio, dalle emissioni CO2 emesse dagli allevamenti animali. E il business degli insetti edibili è uno di questi. Massimo, però, sfata un mito: nonostante l’Asia sia vista come la patria degli insetti edibili, è raro trovare ristoranti che li propongano nel loro menù: «Sembrerà un paradosso, ma qui gli insetti sono visti come un cibo povero, consumato solo dalle classi sociali più svantaggiate o per strada». In poche parole, è un fenomeno quasi tutto europeo, anche se nel Vecchio Continente, sono poche le nazioni dove è legale allevare e commercializzare insetti udibili (Olanda, Danimarca, UK e Belgio).

Qui costa meno
E allora perchè Massimo ha deciso di fondare la sua startup Bugsolutely con la quale produce pasta con farina di grillo proprio a Bangkok? «Il business degli insetti edibili è molto complesso - mi racconta Massimo -. Malgrado in Paesi come l’Olanda sia permesso allevare grilli, se comprassi lì la farina, mi costerebbe 100 dollari al chilo, mentre qui in Tahilandia, mi costa solo 15 dollari. Produrre qui la pasta e poi tentare di esportarla all’estero, risulta molto più conveniente».

La normativa sui ’Novel Food’
Fin qui tutto semplice. Le vere insidie, però, nascono proprio un attimo dopo. Nonostante il tema degli insetti edibili sia molto dibattuto, nel mondo si contano a malapena un centinaio di startup che lavorano sul mercato, con risultati decisamente irrilevanti. Malgrado gli insetti siano consumati in molte parti del mondo da circa 2 miliardi di persone, questi sono visti dalle autorità come un ‘Novel Food’, cioè come tutti quegli alimenti per cui non è dimostrabile un consumo significativo al 15 maggio 1997 nella Ue. E proprio sui ‘novel food’ sta per entrare in vigore, anche in Italia, il nuovo regolamento europeo che diventerà ufficiale a partire dal 1° gennaio del 2018. Una serie di norme che prevedono la facoltà per le imprese e le startup attive nel business di presentare alla commissione esaminatrice un proprio dossier relativo a un ‘nuovo cibo’ e di ottenerne l’approvazione. La nuova normativa potrebbe dare una ventata d’ossigeno a tutte quelle realtà che da tempo si occupano di insetti edibili i quali, se conformi ai vincoli stabiliti dalle norme, potrebbero diventare quindi allevabili e commercializzatili anche in Europa. «Non che la procedura non esistesse già prima - mi racconta Massimo -. I tempi di attesa per l’approvazione erano però alla stregua di anni e l’investimento economico un vero e proprio salasso. Ora il tempo dovrebbe ridursi a soli sei mesi e dovrebbero esser scesi anche i costi. Ma ci sono alcuni punti del regolamento che non sono ancora molto chiari», come la tipologia degli insetti e la loro forma, se farine o naturali.

Lo snak con farina di baco da seta
Nel frattempo Massimo non si dà per vinto e a Shanghai ha appena lanciato, attraverso un programma di accelerazione locale per startup, il primo snack basato su farina da baco da seta (25%). «In attesa di capire come si muoverà il mercato europeo - conclude Massimo - stiamo cercando di esportare in Giappone, Nuova Zelanda e Corea. Anche in questi Paesi è difficile affrontare i pre concetti, ma non demordiamo. Ci vorrà un po’ di tempo, ma sono sicuro che gli insetti edibili possano rappresentare una valida alternativa alle proteine animali, soprattutto nel prossimo futuro».