19 marzo 2024
Aggiornato 09:00
come un bambino di 4 anni

iCube, il robot bambino nato per imparare

Il robot umanoide è in grado di riconoscere gli oggetti e di afferrarli. Si tratta di un progetto a lungo termine per studiare e capire i processi cognitivi e di apprendimento della mente umana

TORINO - E’ come un bambino. Osserva gli oggetti, li tasta, li riconosce e si muove per afferrarli scegliendo la traiettoria che sia il più naturale possibile. Se non fosse per lo scheletro in metallo, i sensori e le telecamere installate al suo interno, sembrerebbe davvero un bambino. E’ iCub (abbreviazione di Cognitive Universal Body), un piccolo robot umanoide, alto 104 cm e pesante 22 Kg, sviluppato da un gruppo di scienziati dell'Istituto Italiano di Tecnologia di Genova (IIT) con a capo Giulio Sandini, direttore del Dipartimento di Robotica e docente di Bioingegneria all'Università di Genova dal 2006. Un robot che ha incuriosito bambini, ragazzi e non solo al Salone internazionale del Libro, tenutosi a Torino dal 12 al 16 maggio.

Il robot bambino iCub
«Lo scopo del progetto è quello di studiare i processi umani per arrivare in futuro a creare dei robot umanoidi in grado di sostituire l’uomo in determinate attività o aiutare, per esempio, le persone disabili - ci racconta Massimo Regoli, del progetto iCub e deserto di manipolazione tattile -. Con iCub ci troviamo in una vera e propria fase di apprendimento, esattamente come sarebbe se ci trovassimo a interagire con un bambino di 4 anni». E di fatto questo accade: iCub risponde a comandi vocali, è in grado di interagire con l’utente per capire se ciò che ha appena imparato è giusto o sbagliato, riconosce gli oggetti ed è in grado di compiere dei movimenti specifici molto simili a quelli umani per afferrare l’oggetto che ha appena riconosciuto. Cosa che, per noi, è talmente naturale da dimenticare completamente il fatto che dietro i movimenti che facciamo tutti i giorni ci sono processi mentali specifici che, in caso di robot umanoidi, debbono essere replicati attraverso il software e il codice. «iCub, peraltro, è dotato di telecamere che carpiscono l’intensità della luce - continua Massimo - permettendogli di riconoscere gli oggetti anche quando sono in movimento veloce». Ma non è tutto perché il robot umanoide è in grado di stare in equilibrio su una sola gamba e attualmente gli scienziati dell’Istituto Italiano di Tecnologia gli stanno insegnando a camminare, proprio come farebbero con un bambino.

Un progetto di ricerca
Al momento sono stati costruiti 33 esemplari di iCub che sono stati inviati nei centri di ricerca di quasi tutto il mondo, per imparare compiti diversi. Questo robot, che può essere considerato l’umanoide più completo sulla faccia della Terra, è stato costruito (a partire dal 2004) e progettato per imparare. Quando sbaglia qualcosa, infatti, al tentativo successivo si corregge fin quando riesce a compiete un determinato compito. Il progetto di iCube è avanzato e a lungo termine, con importanti ricadute tecnologie: lo scopo è simulare un bambino di pochi anni di vita per scoprire i processi cognitivi umani. A questo scopo molta importanza è data dalla costruzione e dal continuo aggiornamento dei software collegati alla mano: secondo le teorie attuali, infatti, le facoltà cognitive umane più elevate derivano dalla nostra capacità di usare le mani. E’ con queste, infatti, che interagiamo con l’ambiente. «Grazie ai sensori distribuiti sul suo corpo e in particolare sulle sue mani - ci racconta ancora Massimo - è capace di dosare anche la sua forza in base all’oggetto afferrato che ha riconosciuto». Insomma, iCub non è soltanto un semplice robot umanoide, ma un vero e proprio progetto di ricerca e sviluppo basato sull’intelligenza artificiale. In grado di esprimere addirittura gioia e sentimento e affascinare grandi e piccini.