Aiuto per i clochard: protezione civile gira la città per assistere i senzatetto
L'assessore alla protezione civile, Sergio Gambino, decide di andare a cercarli per la città: alcuni hanno accettato un aiuto e sono stati sistemati al caldo
GENOVA - La prima notte di grande freddo allontana quasi tutti i clochard dalle strade di Genova: gli unici due homeless che la delegazione di assessori e volontari incontrano nella loro missione nei giacigli della city declinano con gentilezza la proposta di traslocare con sacchi a pelo e coperte in un locale riscaldato. Meglio lo zero termico e la solitudine: un homeless facendo capolino sotto una montagna di coperte in un'ansa dei palazzi dietro piazza Corvetto risponde: «No grazie non ho freddo».
GIRO TRA I CLOCHARD - Procede lenta la Panda della Protezione civile sulla quale sta il consigliere delegato alla protezione civile Sergio Gambino. E' sua l'idea di fare un giro per i bivacchi dei clochard per convincerli a trasferirsi nelle strutture approntate per ospitarli in questi giorni di grande freddo. In giro c'è anche l'assessore ai Servizi Sociali Francesca Fassio. L'auto che li segue è dei volontari dell'Anpas, l'associazione delle pubbliche assistenze.
IL SECONDO SENZATETTO - Il secondo clochard si trova nei giardini Paolo II di Piccapietra: Gornik, 46 anni, lunghi capelli, una folta barba bionda: «Non posso venire in un locale perché lì non si può bere, non sarei libero di bere». All' ingresso della stazione Principe ci sono cartoni usati per i giacigli ma nessun homeless, un migrante viene intercettato dai volontari Anpas alla stazione Brignole.
ALCUNI ACCETTANO AIUTO - Fra coloro che hanno accettato un letto ci sono i sette clochard slovacchi che stazionano vicino alla chiesa di S.Maria dei Servi alla Foce, dove anni fa un senza tetto morì di stenti. Alle 23 tutti e sette sono sulle brandine della sede del Cral Amt di via Ruspoli gestita da due giovani migranti ospitati dalla Croce Bianca. Fra i meno giovani, una donna: «Tutto bene, grazie» sussurra.
ULTIMA TAPPA - Gambino finisce il suo giro nell'asilo notturno Massoero riaperto da poche ore dopo decenni. Dietro la porta di una delle camerette che possono ospitare 36 persone ci sono Rafael, Davide e Eric, un peruviano, un genovese e un canadese. «Con loro ce n'era un quarto - racconta il custode - ma appena gli ho chiesto il nome se ne è andato via".
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