20 aprile 2024
Aggiornato 13:00
Appuntamenti

Eventi a Genova, 7 cose da fare venerdì 2 febbraio

Musica, spettacolo, libri e cultura. Ecco cosa vi attende in città ed una piccola guida per non perdere gli appuntamenti migliori

Genova, 7 cose da fare venerdì 2 febbraio
Genova, 7 cose da fare venerdì 2 febbraio Foto: Shutterstock

GENOVA – Concerti, teatro, party e cultura. Ecco qualche consiglio per non lasciarsi sfuggire i momenti più interessanti del venerdì sera genovese.

Musica classica
Appuntamento al Teatro Carlo Felice di Genova con «I Solisti» in concerto, venerdì 2 febbraio. Protagonisti: Giovanni Battista Fabris, violino; Pier Domenico Sommati, violino; Ernest Braucher, viola; Riccardo Agosti, violoncello; Andrea Lumachi, contrabbasso; Corrado Orlando, clarinetto;Carlo Durando, corno; Luigi Tedone, fagotto. In programma: Wolfgang Amadeus Mozart, Quintetto in La maggiore per clarinetto e archi K. 581 Stadler e Franz Schubert, Ottetto in Fa maggiore D 803.

Musica live
Venerdì 2 febbraio, dalle 20.30, appuntamento al Mercato del Carmine con una serata con ritmi caldi ed emozionanti. In programma l'esibizione dei fantastici «Big Fat Mama», gruppo storico che ha  cavalcato i più importanti palchi di tutta Europa, in contesti internazionali, suonando con i più importanti gruppi del mondo Blues. La band attualmente è composta dal leader e fondatore Piero De Luca al basso, chitarra e voce; Antonio 'Candy' Rossi chitarra, slide, armonica e voce; Ezio Cavagnaro batteria e percussioni. I «Big Fat Mama» sono stati fondati nel 1979 a Genova dal bassista Piero  De Luca e sono un nome 'storico' del blues italiano. Una grande serata in musica, dove a farla da padrona saranno i ritmi Blues di Chicago e di New Orleans. Per l'occasione, non mancheranno le prelibatezze preparate dallo chef del mercato. Per info e prenotazioni: 010 2469184.

Party
Venerdì 2 febbraio, dalle 20, inizia il nostro viaggio indietro nel tempo ai Saloni delle Feste - Palazzo Imperiale, nel centro di Genova. Una decade che ha molto da raccontare, soprattutto in termini musicali, gli anni '90. Per tutti i figli del decennio sconclusionato cresciuti con Crystal Ball e floppy disc; per chi andava a scuola con il Ciao, giocava al Nintendo e sorseggiava il Billy, andando a spasso con lo zaino della Mandarina Duck. Per chi sa cosa volesse dire telefonare con le schede della Sipdalle cabine che non funzionavano mai, sviluppare un rullino fotografico per scoprire che le foto erano tutte bruciate, noleggiare un film da Blockbuster, cambiare canale dovendosi alzare dal divano. Per i fan delle musicassette da riavvolgere con la matita e per chi cantava a squarciagola le canzoni delle Spice Girls. Una serata tra specialità gastronomiche, film dell'epoca e balli con la musica dei due dj Alfredo Biagini e Charlie Storchi (Punk is Dad). Prezzo della serata tutto incluso 40 euro. Info e prenotazioni: momentumitaly@gmail.com; 370 3457471 - 339 4613629; www.momentumevents.it.

Classici a teatro
La programmazione dell'Altrove - Teatro della Maddalena ospita venerdì 2 e sabato 3 febbraio lo spettacolo «Orfeo ed Euridice», alle 21. Testo e regia sono di César Brie, con Giacomo Ferraù e Giulia Viana. Musiche di Pietro Traldi, costumi di Anna Cavaliere, disegno luci di Sergio Taddo Taddei. Una produzione Teatro Presente / Eco di fondo, in collaborazione con la Consulta di Bioetica e il Reparto Hospice dellʼOspedale San Martino di Genova.

Spettacolo
Appuntamento al Teatro del Ponente con «Lo stronzo», spettacolo di e con Andrea Lupo e di produzione Teatro delle Temperie. Lo stronzo non è un pazzo, non è un border line, non è un tossico, non è violentato- violentatore. È un uomo normale che non ha alibi per giustificare quello che fa. Al centro del palco c’è un’enorme porta chiusa. Lilli si è chiusa dentro e non vuole più uscire. Luca è infuriato e impotente di fronte al silenzio e all’assenza. Fino a poco prima sembrava tutto normale. Lille e Luca erano pronti per andare a festeggiare il decimo anniversario del loro matrimonio. Ma una parola sbagliata, una reazione scomposta, cambiano tutto. Lei si spaventa, si allontana e sbatte la porta. A nulla servono le imprecazioni prima e le preghiere poi per farla tornare. Da qui comincia il difficile percorso di Luca alla ricerca di una chiave che possa aprire quella porta e restituirgli la sua relazione. È solo, sperduto, arrabbiato, escluso, rifiutato, incapace di reagire. Il viaggio di Luca attraverserà tutte le fasi emotive possibili finché stremato dovrà ammettere di non essere in grado di tenere il passo con una Lilli che vuole vivere intensamente e completamente la propria vita a prescindere da lui e da chiunque altro. Luca, esasperato, colmo di sensi di colpa e frustrato da un’opprimente sensazione di inadeguatezza, alla fine esprime tutta la sua rabbia e trova nell’aggressività l’unica valvola di sfogo, l’unico modo di uscire da quella situazione per lui insostenibile.

Teatro e attualità
Al Teatro Archivolto, venerdì 2 febbraio, alle 21, in scena «L'età del Caos». Guarire la democrazia o cedere alle tentazioni autoritarie? Ecco la domanda alla base del racconto di un gigante del giornalismo come Federico Rampini. Parlando di Trump e non solo, perché, dice: «Il tradimento delle élites genera mostri». Da tempo tanti giornalisti scelgono la forma del teatro, più che le pagine dei prestigiosi quotidiani, per raccontare storie direttamente agli spettatori: guardandoli in faccia, parlando apertamente di fatti recenti o passati, di personaggi mitici o storici. Il giornalismo in scena conferma la funzione di democrazia discorsiva che il teatro ha sempre avuto, dall’Atene di Pericle in poi: la polis si raccoglie attorno allo spazio della rappresentazione per ascoltare, capire, specchiarsi. Così, Federico Rampini, genovese di nascita ma americano di adozione, corrispondente di Repubblica dagli Stati Uniti, è il più titolato testimone per spiegare quanto sta accadendo a Washington e dintorni. Di fatto, l’arrivo alla Casa Bianca di Donald Trump segna una nuova e incerta stagione: Rampini la affronta, da par suo, mutandola in materia del tutto teatrale. Accompagnato dalla musica dal vivo di Valentino Corvino e Roberta Giallo, che spaziano nei grandi classici del rock, da Bob Dylan ai Rolling Stones – tra l’altro ampiamente usati da Trump nei suoi comizi – il racconto di Rampini segue una struttura per quadri, evocando un modello brechtiano di teatro critico e impegnato. Così, nella ricostruzione operata dal giornalista, si va dalla vivace vicenda biografica di Trump, noto «bancarottiere seriale, molestatore di Miss Universo, inventore di un reality-tv di successo» alla sua improbabile ascesa alla presidenza. Ma quel che interessa Rampini è capire come e perché quell’establishment che lo ha sbeffeggiato fino all’ultimo non si sia reso conto di cosa Trump incarnasse. Si chiede il giornalista: «L’America che lo ha votato, dopo avere eletto due volte Obama, è un’altra nazione? O invece le cause del disagio sociale erano già ben visibili prima, e lui le ha intercettate sconvolgendo tutte le regole del politically correct?». Lo spettacolo, com’è giusta prassi del grande giornalismo, si arricchisce sistematicamente, seguendo i primi passi del Trump neo presidente, con aggiornamenti sulla situazione europea e mondiale. Le elezioni in Francia, quelle in Germania, la campagna elettorale permanente italiana sono ulteriori spunti di analisi per raccontare questa «L'età del Caos».

Libri
Venerdì 2 febbraio , dalle 18, alla Libreria Feltrinelli, è in programma l'incontro con Oliviero Malaspina che presenta il libro «La prossima volta saremo felici». Un acrobata naturale della penna, che salda anima e genio in una prosa (prosa? poesia? proesia?) libera da ogni etichetta, piuttosto un caleidoscopio di richiami letterari mai banali e sempre sorprendenti. La prossima volta saremo felici (Galata), ovvero racconti dall'umorismo picarofantozziano si alternano a echi di malinconie lusitane, al fado prosapoetico di un Lobo Antunes o alle sofferte decostruzioni di un Céline. Ma non c'è nulla di forzato nello stile di Malaspina, che sfugge a ogni cifra (termine odioso) per mettersi a nudo attraverso una penna che distilla dolore e dona umanità. Oliviero Malaspina è nato nell’Oltrepò pavese sotto il segno dello scorpione. È l’ultimo storico collaboratore di Fabrizio De André, insieme al quale ha scritto l’inedito Notturni, iniziato un romanzo e un dizionario dell’ingiuria. È stato suo amico fraterno fino alla morte e ha fatto anche da opener durante l’ultimo tour. Ha collaborato a tutti i dischi di Cristiano De André a partire da Sul confine.Vive tra Lombardia, Veneto, Lazio e Francia.