24 aprile 2024
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Eventi a Firenze, 5 cose da fare martedì 20 marzo

Libri, musica, cinema e spettacolo. Ecco cosa vi attende in città e qualche consiglio per non perdere gli appuntamenti migliori dell'inizio della settimana

Firenze, 5 cose da fare martedì 20 marzo
Firenze, 5 cose da fare martedì 20 marzo Foto: Efired - shutterstock.com Shutterstock

FIRENZE – Cultura, concerti, teatro e cinema. Ecco qualche consiglio per non lasciarsi sfuggire i momenti più interessanti del martedì fiorentino.

Libri
Alla Libreria Cafè La Citè, la presentazione di «Il mio ultimo anno a New York», Annalisa Menin è una giovane donna italiana che vive e lavora a New York da 11 anni. Come molte ragazze della sua generazione, a vent’anni coglie al volo la possibilità di un’esperienza all’estero e arriva nella Grande Mela per la fortunata occasione di uno stage presso l’azienda di moda di Valentino. Determinata a seguire il suo sogno, curiosa del mondo, Annalisa affronta con impeto le sfide, sempre più impegnative, che la vita le pone: il lavoro come analista finanziaria da Valentino prima e presso altre aziende poi, la lontananza dal suo paese, il nascere di una passione, il desiderio di un figlio, il matrimonio, fino alla prova più difficile, quando la sua esistenza viene segnata, il giorno del suo trentesimo compleanno, dal gravissimo lutto della perdita del marito. Immersa nel dolore, Annalisa si trova a dover decidere cosa fare della sua vita. Figlia della sua epoca, per condividere il dubbio se rimanere o meno nella Grande Mela, si affida al web: «should I stay or should I go?» è la domanda che lancia alla rete. Nelle tante risposte che arrivano dai lettori Annalisa trova incoraggiamento e conforto. Nasce così, nel 2016, il blog «Il mio ultimo anno a New York»: Annalisa passa intere giornate a girare la città, svelandone con passione e coinvolgimento i mille segreti, come si fa con gli amici in visita. E piano piano comincia a raccontare la sua esperienza, i momenti più difficili, parlando ai tanti giovani che come ha fatto lei si trovano a dover decidere se lasciare l’Italia e tentare la fortuna altrove.

Piovani dirige Piovani
Un premio Oscar sul podio dell’ORT, a dirigere le musiche che l’hanno reso celebre caratterizzando il cinema italiano degli ultimi decenni. È il compositore Nicola Piovani, vincitore della statuetta nel 1999 per la colonna sonora del film La vita è bella di Roberto Benigni. Una carriera, quella di autore di partiture per il grande schermo (ma pure per teatro, tv, industria discografica), cominciata al principio degli anni Settanta. Piovani, romano, ha lavorato con tutti i grandi registi italiani, intrattenendo rapporti privilegiati specialmente con Marco Bellocchio, Federico Fellini (ha preso il posto dello scomparso Nino Rota nei suoi ultimi tre film: David di Donatello per Ginger e Fred, Nastro d’argento per La voce della luna), Mario Monicelli, Luigi Magni, Nanni Moretti (David di Donatello per Caro diario e La stanza del figlio), i fratelli Taviani e Benigni (Nastro d’argento per Pinocchio e La voce della luna).

Spettacolo
Al Nuovo Teatro dell'Opera di Firenze, in scena il «Barbiere di Siviglia». Lo spettacolo di Damiano Michieletto inizia come un viaggio in treno, annunciato dall’altoparlante: «Attenzione, il treno espresso numero 393 da Firenze diretto a Siviglia è in partenza al binario cinque». Un modo allegro di viaggiare nell'opera di Rossini, evocando i luoghi e le situazioni con la fantasia. Costumi bizzarri e colori accesi rendono i personaggi divertenti: Don Basilio è verdissimo con capelli lunghi, unti, naso adunco, tutto verde d'invidia come un serpente; Figaro ha capelli che alludono a orecchie volpine e baffi, mentre don Bartolo, tutto in bianco, assomiglia a un panciuto bulldog che guarda geloso Rosina, vestita di Rosso come il suo amante Lindoro. L'assenza di scene concentra tutta l'attenzione sulle gag comiche e le gestualità curate, ma soprattutto sulla voce e sulla musica, regine dell'opera rossiniana.

Cinema
Al cinema La compagnia, alle 21, la proiezione di «Sono Angelica, voglio vendetta» di Andrea Zingoni, Italia 2018. 19 anni, una bravissima ragazza. Un'inguaribile sognatrice dalla mente libera e dal cuore pieno. Ha avuto tutto dalla vita: bellezza, successo, libertà, amore, speranza. Poi un giorno ha avuto anche l’incubo. Pensava di morire, ma è sopravvissuta. Ora vuole giustizia. Ora vuole vendetta. Un film su un tema di tremenda attualità e, allo stesso tempo, una tragedia classica vecchia come il mondo. Il film, prodotto da T-Rex Digimation in collaborazione con Indiana Production, è stato girato principalmente a Firenze. La colonna sonora originale è di Piercarlo Giacchetti, producer e musicista fiorentino che per l’occasione ha rivisitato elettronicamente numerosi brani di musica classica e operistica italiana. Dario Brunori (Brunori SAS) ha scritto per il film la hit di DJ Angelica: «Dance Like an Angel».

Cultura
Martedì 20 marzo alle 18, all'Ibs Libraccio, la presentazione del libro di Alessandro Milan «Mi vivi dentro» DeA Planeta - narrativa Tutto comincia alle sei di mattina, in radio, dove due giornalisti assonnati si danno il turno. Lui sta cercando di svegliarsi con un caffè, lei sta correndo a casa dopo aver lavorato tutta la notte. E succede che nella fretta i due scambiano per errore i loro cellulari. Si rivedono qualche ora più tardi e da un dialogo quasi surreale nasce un invito al cinema, poi a una mostra, un aperitivo, una gita in montagna. Francesca è bassina, impertinente, ha i capelli biondi arruffati e due occhioni blu che illuminano il mondo. È una forza della natura, sempre in movimento, sempre allegra: per questo la chiamano Wondy, da Wonder Woman. Alessandro è scherzoso e un po’ goffo, si lascia travolgere da Francesca e dall’amore che presto li lega. Con lei, giorno dopo giorno impara a vivere pienamente ogni emozione, a non arretrare di fronte alle difficoltà. E così, insieme, con una forza di volontà che somiglia a un super potere, si troveranno a combattere la più terribile delle battaglie, quella che non si può vincere. Ma anche dopo la morte sono tante le cose che restano: due figli, un gatto, un bonsai, tanti amici e, soprattutto, una straordinaria capacità di assorbire gli urti senza rompersi mai. Anzi, guardando sempre avanti, col sorriso sulle labbra. Non è una favola, quella di Alessandro e di Wondy. È però una storia piena di speranza, di amore, di attaccamento alla vita; un inno alla resilienza, quella da esercitare quotidianamente. Perché le storie più belle non hanno il lieto fine: semplicemente non finiscono.