29 marzo 2024
Aggiornato 14:30
Appuntamenti

Eventi a Firenze, 8 cose da fare giovedì 22 febbraio

Musica, danza, spettacolo, sport, cinema. Un giovedì ricco di appuntamenti. Ecco una piccola guida per non perdere quelli migliori

Firenze, 8 cose da fare giovedì 22 febbraio
Firenze, 8 cose da fare giovedì 22 febbraio Foto: ANSA

FIRENZE – Concerti, teatro, danza, ciclismo, cinema. Ecco qualche conciglio per non lasciarsi sfuggire i momenti più interessanti della serata fiorentina.

Riki in concerto
Al Teatro Obinhall, in concerto Riki. dopo aver esordito con «Perdo le parole», album più venduto del 2017 e certificato triplo Disco di Platino in soli 5 mesi, Riki sorprende tutti pubblicando un nuovo progetto di inediti. «Mania», è il titolo dell’album uscito a fine ottobre 2017 per Sony Music.

Danza in fiera
La XIII edizione dell'evento di danza più importante a livello internazionale torna alla Fortezza da Basso di Firenze dal 22 al 25 febbraio con nuove tendenze dedicate a ogni tipo di pubblico e con tante occasioni per chi vuole iniziare una carriera professionale nel mondo della danza. Firenze sarà il cuore pulsante per quanti raggiungeranno la capitale della danza per una quattro giorni di occasioni straordinarie ed esperienze uniche. Ci saranno centinaia di lezioni e stage presieduti da maestri di fama internazionale, decine di stili e generi differenti,  decine di audizioni di scuole prestigiose provenienti da tutto il mondo, tanti spettacoli in anteprima, diverse rassegne di tutti gli stili di ballo, e ospiti internazionali, oltre a espositori provenienti da ogni parte del mondo.

Spettacolo
Al Teatro Verdi, «Una festa esagerata» di e con Vincenzo Salemme. Lo spettacolo nasce da un’idea che avevo in mente da tempo, uno spunto che mi permettesse di raccontare in chiave realistica e divertente il lato oscuro e grottesco dell’animo umano. Cosi presenta il suo nuovo spettacolo Vincenzo Salemme: «Non dell’umanità intera ovviamente, ma di quella grande melassa/massa dalla quale provengo, quel blocco sociale che in Italia viene definito piccola borghesia. Volevo parlare delle cosiddette persone normali, di coloro che vivono nascondendosi dietro lo scudo delle convenzioni, coloro che vivono le relazioni sociali usando il codice dell’ipocrisia come unica strada per la sopravvivenza. Sopravvivenza alle chiacchiere, alle voci, ai sussurri pettegoli e sospettosi dei vicini. E sì, perché io vedo la nostra enorme piccola borghesia come un grande condominio, fatto di vicini che si prestano lo zucchero, il termometro e si scambiano i saluti ma che, al contempo, sono pronti a tradirsi, abbandonarsi e, in qualche caso estremo, anche a condannarsi a vicenda. Non è la prima volta che questo ventre antico del nostro paese viene messo in commedia ma l’idea dalla quale parto mi sembra molto efficace in questo momento storico fatto di conflitti internazionali, guerre di religione e odi razziali. La barbarie, temo, nasconda sempre dietro un alibi. Ognuno trova sempre una buona ragione per odiare l’altro. Ma quel che temo ancora di più é l’odio che si nasconde dietro il velo sorridente della nostra educazione. Temo il buio del nostro animo spaventato. Temo la viltà dettata dalla paura. Temo il sonno della ragione. Spero che questa commedia strappi risate e sproni al dialogo. Un dialogo tra persone. Che si rispettano e, seppure con qualche sforzo, provino a volersi bene».

Cinema
Da giovedì 22 febbraio in esclusiva allo Spazio Alfieri, «The Disaster artist» in italiano (17.30, 21.30) e in lingua originale (19.30) dedicato a «The room» divenuto un fenomeno di culto come peggior film di sempre, da cui anche il regista e attore James Franco sembra essere affascinato. Greg è un attore, che rimane impressionato, durante una lezione, dalla libertà d'espressione e dalla carica emotiva di uno strano tizio di nome Johnny Wiseau. Greg diventa così il primo amico che Tommy abbia mai avuto e i due partono per cercare fortuna verso Los Angeles. Ma la fortuna è merce rara, e il sogno di fare cinema brucia dentro di loro, al punto che i due partoriscono l'idea folle di «The room» un film scritto diretto interpretato e prodotto da Tommy, passato alla cronaca come il film più brutto della storia del cinema. Mentre «The room» è ancora tra i film più visti, nelle sale e sul web, in giro per il mondo, James Franco porta sullo schermo «The Disaster artist». La verità non è rappresentata dai fatti. Ma da ciò in cui credi davvero... se poi hai milioni di dollari a disposizione, senza limiti, allora i fatti diventano definitivamente secondari. Questo potrebbe essere il vangelo predicato da The Disaster Artist, commedia meta-cinematografica, presentata in anteprima italiana al Torino Film Festival, che racconta la lavorazione di The Room, filmaccio del 2003 conosciuto in tutto il mondo come «Il quarto potere dei film più brutti di sempre».

In bicicletta
In Piazza Santissima Annunziata, «Critical Mass». La massa critica (spesso chiamata col termine inglese critical mass) è un raduno di biciclette che, sfruttando la forza del numero (massa), invadono le strade normalmente usate dal traffico automobilistico. Se la massa è sufficiente (ovverosia critica), il traffico non ciclistico viene bloccato anche su strade di grande comunicazione, come viali a più corsie. Nonostante questa descrizione, la massa critica è un fenomeno di difficile definizione, trattandosi di evento spontaneo privo di struttura organizzativa formalizzata. Il fenomeno si è sviluppato, a partire da San Francisco dove nel 1992 si svolse la prima critical mass, in molte grandi città e consiste in appuntamenti convenzionali (coincidenze organizzate) di ciclisti che attraversano insieme tratti di percorso urbano in sella ai loro mezzi.

Libri
Giovedì 22 febbraio, alle 18, all'Ibs Bookshop, «Il tondo e il sogno». Il commissario Bordelli incontra il colonnello Arcieri Con la partecipazione straordinaria di Don Backy con il libro «Io che miro il tondo» Edizioni Clichy saranno presenti gli autori Marco Vichi e Leonardo Gori. Letture di Lorenzo Degl'Innocenti.

Balkan Florence Express
Apre al Cinema La Compagnia, alle 18, il «Balkan Florence Express». Il festival si apre alle 18 con la presentazione del progetto fotografico Mare Corto, a cura di Matteo Tacconi e Ignacio Maria Coccia. Da ovest a est, e da est a ovest; da nord a sud, e viceversa: l’Adriatico non è affatto uno spazio omogeneo. Si parla spesso di un destino comune, non meglio precisato, che uniforma luoghi e genti di questo mare. Ma questa visione, romantica e consolatoria, non fa il paio con la realtà: ecco perché i due fotografi hanno esplorato per due anni le coste adriatiche occidentali e orientali, realizzando un racconto contemporaneo fondato su situazioni di vissuto reale e sulla pari dignità assegnata a tutte le storie che questo mare custodisce, sull’una e sull’altra sponda. A seguire, la presentazione del libro Sopravvivere a Sarajevo, scritto da Matteo Pioppi per Bébert Edizioni ci racconterà la storia degli artisti e intellettuali di Sarajevo e della Survival Guide in cui essi riversarono informazioni e consigli pratici su dove dormire, come riscaldarsi, mangiare e ristabilire le proprie abitudini quotidiane in una città assediata dal fuoco incessante dei cecchini e dei colpi di mortaio, priva di trasporti,senza cibo, acqua, riscaldamento ed elettricità. A distanza di un quarto di secolo, la testimonianza delle persone che hanno vissuto l’assedio di Sarajevo costituiscono un esempio di speranza per l’umanità, un inno alla vita e un monito contro la violenza dei nazionalismi.alle 20:30, proiezione di The Other Side of Everything, della acclamata regista Mila Turajlić, che sarà presente in sala. Questo documentario, premiato nel corso dell’ultimo International Documentary Film festival di Amsterdam, ci porterà a scoprire il dramma, intimistico eppure condiviso, di una famiglia di Belgrado che decide di fare i conti con il proprio passato.Alle 22:30, invece, il regista Igor Bezinović ci porta nella campagna istriana, dove incontreremo un gruppo di ragazzi alle prese con un viaggio che non dimenticheranno. Due storie molto evocative, reali ed allegoriche, intense e delicate, che avremo il piacere di vedere sugli schermi del Cinema La Compagnia anche grazie alla collaborazione con il prestigioso Trieste Film Festival.

Opera
Al Nuovo Teatro dell'Opera di Firenze, in scena «La favorite» di Gaetano Donizetti. Una storia travagliata: nasce come rielaborazione de «L'ange de Nisida», opera che non andò mai in scena perché il teatro parigino che l'aveva commissionata fallì lo stesso anno e il libretto originario, che trattava dell'amante di un re di Napoli, avrebbe avuto problemi con la censura italiana. Gaetano Donizetti scelse di unire alla base musicale parti da altre sue opere, come l'Adelaide, L'assedio di Calais, Le duc d'Albe, Pia de' Tolomei, e presentò all'Opéra de Paris un dramma musicale in cui la vicenda, trasposta nella Castiglia del XIV secolo, narra la passione infelice tra il monaco Fernand, che abbandona il monastero di Santiago di Compostella, e Leonore, la favorita di re Alphonse. La fretta per la consegna del lavoro lo portò a terminare il lavoro il 1 ottobre del 1840, in cui compose il quarto atto in poche ore, con l'eccezione di una cavatina e parte di un duetto aggiunti durante le prove, come ricorda lo stesso autore in una lettera al cognato Antonio Vasselli.