19 aprile 2024
Aggiornato 08:30
Referendum Catalogna

Catalogna, il videomessaggio del leader separatista in carcere

Jordi Cuixart, presidente di Omnium Cultural, associazione della società civile per difesa della lingua e cultura catalane, è uno dei due leader indipendentisti della società civile per i quali Madrid ha ordinato la custodia cautelare in carcere senza possibilità di cauzione

MADRID - Jordi Cuixart, presidente di Omnium Cultural, associazione della società civile per difesa della lingua e cultura catalane, è uno dei due leader indipendentisti della società civile per i quali la Audiencia Nacional di Madrid ha ordinato la custodia cautelare in carcere senza possibilità di cauzione, con l'accusa di "sedizione». Cuixart prima dell'udienza aveva registrato un videomessaggio indirizzato ai cittadini.

Un messaggio di "serenità e fiducia"
"Cari amici, se vedete questo video è perché gli apparati dello Stato hanno deciso di limitare la mia libertà come presidente di Omnium. Vi parlo con l'obiettivo di inviarvi un messaggio di serenità. Di serenità e fiducia. Malgrado i tempi che viviamo, in cui già intuivamo, e oggi ne abbiamo una nuova dimostrazione, che la repressione dello Stato non avrebbe avuto limiti, nel cercare di fermare questa ondata democratica che stiamo vivendo in Catalogna. Voglio dirvi che è più importante che mai che restiamo sereni e coscienti dell'importanza del momnento storico che stiamo vivendo.

"Se necessario torneremo a lavorare in clandestinità"
"Dal 1963 al 1967 la nostra sede fu già chiusa, e se ne siamo usciti allora, abbiate la piena certezza che ci riusciremo anche adesso. Se necessario torneremo a lavorare in clandestinità e con il profondo convincimento delle nostre radici pacifiche e democratiche che ci hanno sempre caratterizzato come entità. "Molte volte ci avevano detto che non potevamo, che non potevamo votare e l'abbiamo fatto, ci siamo riusciti. Quindi, ora ci diranno che non possiamo creare questo nuovo Stato. Vi chiedo, per favore, che anche se i leader o rappresentanti di alcune delle entità dell'indipendentismo possiamo essere privati della libertà, continuate a lavorare in modo organizzato. E soprattutto non perdiamo mai la speranza, per quelli che non ci sono, e per quelli che verranno".