28 marzo 2024
Aggiornato 21:30
Onu

Usa e Israele, il duro strappo con l'Onu che decreta l'uscita dall'Unesco

A dare fuoco alle polveri è stato l'annuncio del Dipartimento di Stato statunitense con effetto a partire dal 31 dicembre 2018

WASHINGTON - Stati Uniti e Israele escono sbattendo la porta dall'Unesco, l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura. A dare fuoco alle polveri è stato l'annuncio del Dipartimento di Stato statunitense con effetto a partire dal 31 dicembre 2018. Un passo deciso non con leggerezza, ha spiegato tramite un portavoce il segretario di Stato Rex Tillerson, ma che riflette le preoccupazioni statunitensi per la necessità di una profonda riforma dell'organizzazione e a causa del perdurante pregiudizio nei confronti di Israele. Dal 2019 gli Stati Uniti avranno lo status di paese osservatore. Una mossa non del tutto inattesa che arriva nel momento in cui l'istituzione cerca un rilancio e si appresta a eleggere un nuovo direttore generale. L'attuale responsabile dell'Organizzazione Unesco, Irina Bokova, si è detta profondamente dispiaciuta dalla decisione americana, considerata un duro colpo alla strategia del multilateralismo.

Anche Israele
E dopo gli Stati Uniti, anche Israele ha deciso di andarsene. Il capo del governo Benjamin Netanyahu ha dato disposizione al ministero degli Esteri di preparare l'uscita di Israele dall'Unesco parallelamente agli Stati Uniti, come si legge in un comunicato dello Stato ebraico.

Le ragioni
Il fuoco covava da anni più o meno sotto la cenere a causa di posizioni contrastanti e insanabili dissidi in seno all'Unesco a proposito dello status di Gerusalemme ed Hebron. Nel 2011, l'ammissione all'Unesco della Palestina come Stato membro aveva accentuato la crisi e Stati Uniti e Israele avevano interrotto il versamento dei contributi.