28 marzo 2024
Aggiornato 21:00
Immigrazione

Con la 'nuova Frontex' nessun Paese sarà «obbligato» a salvare i migranti in mare

Il numero uno della Guardia di frontiera e costiera d'Europa analizza le novità dopo il vertice. E l'Austria, ora alla presidenza Ue, già alza la voce

Uno sbarco di 'Frontex' a Catania nel luglio 2017
Uno sbarco di 'Frontex' a Catania nel luglio 2017 Foto: ANSA/ORIETTA SCARDINO ANSA

BRUXELLES - I Paesi europei «non hanno l'obbligo unilaterale» di effettuare i salvataggi in mare: lo ha dichiarato il numero uno di Frontex, Fabrice Leggeri, congratulandosi per la «fine della ingenuità» manifestata dai 28 all'ultimo summit sulle migrazioni. Il compromesso trovato al summit europeo del 28 e 29 giugno, segna «una svolta di fermezza europea e la fine di una certa ingenuità rispetto alla gestione dei migranti» e allo «sfruttamento da parte dei gruppi criminali della disperazione umana», ha detto il direttore dell'agenzia europea responsabile del controllo delle frontiere dell'Ue all'emittente CNews. «Per lungo tempo abbiamo visto soprattutto l'aspetto umanitario» e non «che ci sono gruppi criminali che si arricchiscono, che sfruttano questa miseria umana e in un certo modo prendono in ostaggio moralmente l'Europa».

Con l'accordo di Bruxelles «un nuovo approccio»
L'accordo trovato a Bruxelles propone di esplorare un «nuovo approccio» con la creazione di «piattaforme da sbarco» di migranti fuori dell'Ue per dissuadere le traversate del Mediterraneo. Se verranno create le piattaforme, «significherà che delle navi di Frontex, o navi private, che sono chiamate a soccorrere dai centri di coordinamento, potranno sbarcare i migranti nel porto sicuro più vicino» e «questo può essere un porto non europeo», ha ricordato Leggeri. «Bisogna farlo nel rispetto del non respingimento», ma «non c'è un obbligo unilaterale dei Paesi europei a fare dei salavaggi in mare, tutti hanno il dovere nel Mediterraneo», ha aggiunto. «Bisognerà vedere concretamente chi opererà queste piattaforme e con quali Paesi», ha amesso. Ma «questo rompe l'automatismo» che consiste nel dichiararsi in pericolo per chiamare delle navi che porteranno i migranti in Europa ed «è un messaggio forte rispetto ai criminali».

Austria: «No alle richieste d'asilo dalle piattaforme di sbarco»
Come annunciato da Leggeri, ora la partita da giocare è tutta sulle piattaforme regionali di sbarco. Ed è qui che il parere del cancelliere Sebastian Kurz ora conta in maniera più forte che mai, visto che si è appena aperto il semestre di presidenza austriaca. E Kurz ha alzato il suo forte «no» all'opzione di aprire ai migranti la possibilità di chiedere asilo nell'Ue dalle piattoforme: «Faccio parte di coloro che dicono che le domande d'asilo dalla piattaforma costituirebbero un elemento di attrazione incredibile», ha dichiarato alla radio il capo del governo. Kurz ha aggiunto che sulla questione ci sono state opinioni divergenti nel recente summit dell'Ue sulle migrazioni. Nel corso di questa riunione sul futuro del diritto d'asilo in Europa, i responsabili dei Paesi dell'Unione hanno concordato di «esplorare rapidamente"»il «concetto ancora fluido di piattaforme regionali di sbarco» di migranti soccorsi in acque internazionali. 

«Meglio andarli a prendere nelle zone di guerra»
Il cancelliere austriaco ritiene che sarebbe «più intelligente andare a prendere direttamente la gente nelle zone di guerra piusttosto che creare uno strumento di incitazione a intraprendere la pericolosa traversata del Medirettano». Si pone anche la questione, secondo Kurz, di sapere «se a livello mondiale, le 60 milioni di persone che fuggono il loro Paese devono poter presentare una domanda d'asilo in Europa o se possono farlo altrove». Nessun Paese terzo fuori dell'Ue si è proposto per ospitare tali piattaforme regionali di sbarco la cui eventuale creazione suscita molti dubbi fra i Paesi europei e sulla compatibilità con il diritto internazionale. Il cancelliere austriaco sabato aveva definito «fattibile» la conclusione di accordi con dei Paesi africani per accoglierli altrove. E aveva anche auspicato un summit Ue-Africa entro la fine dell'anno.