19 aprile 2024
Aggiornato 09:00
Immigrazione

Migranti, l'Europa cambia: sono i primi risultati dell'effetto Salvini

L'incontro a Berlino tra Merkel e Macron. La «risposta europea» alla sfida migratoria. E la proposta delle piattaforme di sbarco regionali

Matteo Salvini a Palazzo Chigi
Matteo Salvini a Palazzo Chigi Foto: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI ANSA

GERMANIA - A Meseberg, vicino Berlino, nella residenza del governo tedesco, è andato in scena l'incontro tra la cancelliera tedesca Angela Merkel e il premier francese Emmanuel Macron in vista del Consiglio europeo di fine giugno. Nodo centrale del futuro dell'Europa la questione migranti: rafforzamento delle frontiere esterne e della politica di difesa,  politica comune sull'asilo e una più forte cooperazione sulla ricerca e l'intelligenza artificiale. Come assicurato al premier italiano Giuseppe Conte, dopo il braccio di ferro messo in atto da Matteo Salvini sul caso Aquarius, Macron ha ribadito che «reagiremo in modo coordinato, nel segno di una cooperazione. Non possiamo rispondere in modo efficiente senza coordinamento». Perché «la migrazione la concepiamo come sfida comune» e «il nostro obiettivo resta una risposta europea» ha spiegato Angela Merkel. Obittivo: «Evitare che l'Europa si divida». Poi il messaggio che sa di (primissima) vittoria di Matteo Salvini: «Accoglieremo le valutazioni dell'Italia sulla migrazione».

La «risposta europea» secondo Emmanuel Macron
Il presidente francese Emmanuel Macron ha chiesto una «risposta europea» di fronte «alla sfida migratoria» dell'Ue nel momento in cui tra i Paesi dell'Unione manca una posizione unanime e in vista del summit di fine giugno a Bruxelles. Nel corso della conferenza stampa congiunta con la cancelliera tedesca Angela Merkel, Macron ha sottolineato che l'Europa deve «avere più capacità» di sorvegliare le sue frontiere esterne e di sfruttare i «meccanismi di solidarietà all'esterno come all'interno delle nostre frontiere». L'Europa si sta confrontando con «una scelta di civiltà» rispetto ai discorsi anti-europei e nazionalisti e «questo summit - ha aggiunto facendo riferimento alla riunione della prossima settimana a Bruxelles - arriva in un momento di verità per ogni Stato e per il nostro continente».

La proposta sul tavolo: piattaforme di sbarco regionali
Nelle stesse ore è stata pubblicata la bozza di conclusioni del Consiglio europeo di Bruxelles del 28 e 29 giugno, con i capi di Stato e di governo dell'Ue che potrebbero sostenere una nuova soluzione per mettere sotto controllo il fenomeno dell'immigrazione illegale, basandosi sulle cosiddette 'Regional disembarkation platforms', o 'Piattaforme regionali di sbarco', molto probabilmente situate all'esterno dell'Unione, che raccoglierebbero i migranti soccorsi in mare e individuerebbero rapidamente quelli con titolo alla protezione internazionale, distinguendoli dai migranti economici.

Una bozza decisa ma con pochi dettagli
La bozza, elaborata dal presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, è particolarmente scarna di dettagli su questo punto, ma, sembra cominciare a prendere in considerazione le proposte di diversi Stati membri, a partire da Austria e Danimarca, che chiedevano di stabilire dei veri e propri campi profughi fuori dall'Ue, nei Balcani e in Nord Africa (Tunisia). Proposte a cui la Commissione europea, va ricordato, si era detta finora contraria. «Per stabilire un contesto più prevedibile riguardo a coloro che si mettono in mare» nonostante la lotta dei paesi Ue contro l'immigrazione illegale, «e che sono soccorsi nelle operazioni di ricerca e salvataggio - si legge nella bozza - il Consiglio europeo sostiene lo sviluppo del concetto di piattaforme regionali di sbarco, in stretta cooperazione con l'Unhcr (l'Alto Commissariato Onu per i Rifugiati, ndr) e l'Oim (l'Organizzazione internazionale per le migrazioni, ndr)». Queste piattaforme, «attraverso un processo rapido, dovrebbero distinguere fra migranti economici e quelli che hanno bisogno di protezione internazionale, e ridurre l'incentivo a imbarcarsi per viaggi pericolosi». Sarà lo stesso Tusk a spiegare ai capi di Stato e di governo (a cominciare dall'italiano Giuseppe Conte, che vedrà domani) come si possa sviluppare il concetto di «piattaforme regionali di sbarco», per cercare di conciliare le diverse posizoni in seno al Consiglio europeo e con la Commissione.