29 marzo 2024
Aggiornato 07:00
Commercio

Venti di guerra commerciale tra Washington e Pechino: Trump punisce il «Dragone» con 50 mld di dazi sul Made in China

Trump punisce Pechino: 50 mld di dazi sul Made in China dopo il «furto» della proprietà intellettuale made in USA

Il presidente Usa Donald Trump
Il presidente Usa Donald Trump Foto: ANSA

WASHINGTON - Nel quadro del suo braccio di ferro commerciale con la Pechino, il presidente degli Stati uniti Donald Trump ha approvato imponentidazi su una lunga lista di prodotti provenienti dalla Cina, per un valore di circa 50 miliardi di dollari. I nuovi dazi entreranno in vigore il 6 luglio, come ha reso noto l'ufficio del rappresentante Usa per il Commercio, Robert Lighthiz. «Dobbiamo intraprendere forti azioni difensive per proteggere la leadership americana nella tecnologia e l'innovazione contro la minaccia senza precedenti rappresentata dal furto cinese di proprietà intellettuale, il trasferimento forzato di tecnologia americana e i cyber attacchi contro le nostre reti di computer», ha spiegato Lighthizer. La decisione di Trump, presa per punire la Cina, accusata di rubare tecnologie alle aziende Usa e di violare i diritti sulla proprietà intellettuale, è arrivata al termine di una riunione che il presidente ha tenuto alla Casa Bianca con i suoi consiglieri commerciali.

Aiuteranno a proteggere i «segreti» Usa
Il presidente Usa aveva già annunciato a marzo che gli Stati Uniti avrebbero imposto dazi del 25% su circa 50 miliardi di dollari di importazioni cinesi, arrivando persino a minacciare di gonfiare la lista dei prodotti colpiti fino a 100 miliardi di dollari, ma fino ad oggi non aveva intrapreso alcuna azione concreta. Un elenco preliminare di circa 1.300 prodotti cinesi esportati era stato reso pubblico ad aprile dal rappresentante al Commercio, e oggi, dritto nello stomaco del «Dragone» come un pugno, la decisione di Trump di andare avanti, davvero, su questa strada. Intervistato da Fox news, Trump ha detto che i nuovi dazi aiuteranno a proteggere i «segreti» degli Stati Uniti. «Abbiamo una grande forza di cervelli nella Silicon Valley e la Cina, così come altri, rubano questi segreti. Ora proteggeremo questi segreti, che sono i gioielli della corona del nostro paese». Trump ha voluto chiarire che non è in corso una «guerra commerciale», salvo poi lasciarsi scappare che «la guerra commerciale è stata cominciata dalla Cina e gli Stati Uniti hanno perso».

Quali esiti?
Un braccio di ferro durissimo quello tra Washinton e Pechino, dagli esiti al momento imprevedibili. I mercati stanno a guardare per captare qualche segnale, le Borse per ora restano immobili. Persino Mario Draghi, dopo il vertice della Bce dell'altro giorno, ha ricordato quanto siano pericolosi i rischi di una spirale di tensione sul commercio per la crescita globale. La mossa arriva appena dopo l'entrata in vigore delle tariffe su acciaio e alluminio che riguardano anche l'Europa, il Canada e il Giappone, e dopo un G7 assai poco distensivo in cui il «cowboy a stelle e strisce» si è posto a muso duro contro gli altri capi di Stato.

Pechino: «E' guerra commerciale»
La replica di Pechino, come probabile, non si è fatta attendere: il portavoce del ministero degli Esteri Geng Shuang ha promesso rappresaglie, «rapidamente». E non si è fatto problemi ad usare subito l'espressione «guerra commerciale» e azione che «mina l'ordine commerciale mondiale»«Se gli Stati Uniti adotteranno misure unilaterali di protezionismo, danneggiando gli interessi della Cina, allora risponderemo immediatamente e prenderemo le misure necessarie per salvaguardare risolutamente i nostri legittimi diritti e interessi». Pechino introdurrà «immediatamente misure di tassazione di pari forza e ampiezza» a quelle annunciate dagli Usa. Tutti i risultati economici ed economici raggiunti dai due Paesi saranno invalidati, afferma il ministero cinese: «Ci rincresce profondamente che gli Stati Uniti abbiano ignorato il consenso raggiunto e provocato una guerra commerciale».
«Questo passo non solo danneggia gli interessi bilaterali ma mina anche l'ordine commerciale mondiale». La Cina esorta infine tutti i Paesi ad agire assieme contro «il comportamento datato e regressivo» degli Stati Uniti.