20 aprile 2024
Aggiornato 10:00
Amministrazione Trump

Tillerson, Cohn e gli altri: tutti i pezzi che ha perso la Casa Bianca di Donald Trump

Ora, Donald Trump ha dichiarato di essere 'molto vicino al suo gabinetto ideale'

NEW YORK - Prima di partire per la California questa mattina Donald Trump ha detto di essere molto vicino al suo gabinetto ideale. Per crearlo, il presidente americano ha licenziato (o ha ricevuto le dimissioni di) una decina di persone in poco più di un anno di governo, molte delle quali si trovavano in posizioni strategiche. L'ultima in ordine di tempo è Rex Tillerson, il segretario di Stato americano licenziato oggi da Trump. Solo all'inizio di marzo se n'era andato un altro importante pezzo dell'esecutivo di Trump, Gary Cohn, capo dei consiglieri economici del presidente. Trump ha fatto fuori esperti, funzionari e collaboratori a un ritmo che non si vedeva da anni. Molti media hanno accusato il presidente americano di usare al governo lo stesso stile di un reality show come The Apprentice, che Trump ha condotto per anni, con colpi di scena e cambiamenti improvvisi. Di seguito la lista, aggiornata, delle persone messe alla porta.

-Rex Tillerson
Ha passato la sua carriera a ExxonMobil, colosso petrolifero, per il quale è stato ambasciatore davanti a tutti i governi, dal mondo arabo, alla Russia, dove ha avuto rapporti diretti con Vladimir Putin. Si è spesso scontrato con Trump su temi centrali della politica estera del presidente, in particolare sull'accordo con l'Iran, che Trump vorrebbe smantellare. Il suo licenziamento, nell'aria da almeno questo autunno, è arrivato improvviso, con un tweet del presidente questa mattina. Tillerson lascerà formalmente il 31 marzo.

- Gary Cohn
Anche nel caso di Cohn l'addio è arrivato per le visioni totalmente opposte. Cohn, ex Goldman Sachs ed entusiasta sostenitore del libero mercato, si è spesso scontrato con Trump, che invece sta impostando le sue politiche sulla chiusura dei mercati. A far dimettere Cohn è stata la decisione di imporre dazi del 25% sull'acciaio e del 10% sull'alluminio. L'ex executive Goldman aveva già pensato di lasciare l'estate scorsa dopo che Trump aveva condannato solo in parte le violenze dei suprematisti bianchi. Cohn non ha ancora comunicato la data della sua uscita.

-Hope Hicks
Hicks era partita da zero, seguendo la campagna di Trump sin dall'inizio come esperta di comunicazione, per diventarne la responsabile all'interno della Casa Bianca. Ha 29 anni e si è dimessa alla fine di febbraio dopo aver testimoniato sul Russiagate davanti al Congresso, rifiutandosi di rispondere ad alcune domande ed ammettendo di aver mentito sui rapporti tra la campagna elettorale di Trump e il governo russo. Non è ancora chiaro quando lascerà in modo effettivo.

- Steven Bannon
Dall'agosto del 2016 aveva preso la guida della campagna elettorale di Trump. Bannon, ex capo del giornale dell'ultra-destra Breitbart, ha lasciato la Casa Bianca dopo che le tensioni e gli scontri interni erano diventati sempre più evidenti. Bannon rappresentava l'ala intransigente della destra nazionalista e populista con cui Trump era riuscito ad andare al governo. Bannon ha lasciato il 18 agosto 2017 e poi ha effettuato un tour europeo per cercare di creare una internazionale del populismo sovranista.

- Anthony Scaramucci
Il finanziere newyorchese detiene il record: dieci giorni alla guida della comunicazione della Casa Bianca, prima del suo licenziamento voluto da Trump su consiglio del nuovo capo di gabinetto, John Kelly. A squalificare Scaramucci è stato lo scontro mediatico con un altro ex, Reince Priebus, che Scaramucci, in un'intervista da linguaggio molto colorito carpitagli dal New Yorker, ha definito "un f.... paranoico" e accusato di essere il colpevole delle fughe di notizie che affliggono l'amministrazione. Scaramucci è uscito di scena il 31 luglio del 2017.

- Reince Priebus
L'ex capo di gabinetto della Casa Bianca ha lasciato il suo posto il 28 luglio 2017, dopo sei mesi alla guida (o forse più al servizio) del team di Trump. Priebus - che è stato sostituito da Kelly - è stato uno dei pochi veterani del Grand old party ad entrare nell'amministrazione: prima dell'incarico era a capo del partito repubblicano. Tuttavia non è riuscito a imporsi, lasciando forse troppo spazio a figure di rilievo come la figlia di Trump, Ivanka, e suo marito, Jared Kushner, entrambi consiglieri del presidente. La sua cacciata coincide anche con il fallimento della riforma sanitaria al Senato. - Sean Spicer Il portavoce di Donald Trump ha deciso di lasciare il suo incarico il 21 luglio, questa volta decidendo liberamente, a causa dell'arrivo di Anthony Scaramucci alla Casa Bianca. Aveva lasciato senza parole i giornalisti esordendo il giorno dopo l'inaugurazione di Trump con una descrizione della "folla più grande mai vista a un insediamento, punto, sia di persona sia nel globo». In tutto il suo incarico è durato sei mesi, nei quali le sue imitazioni hanno conquistato i principali programmi televisivi comici americani.

 - James Comey
L'ex direttore dell'Fbi è durato tre anni e otto mesi nella sua posizione, ma solo quattro mesi sotto l'amministrazione Trump. Il presidente ha deciso di licenziarlo il 9 maggio 2017, ufficialmente per aver gestito male l'indagine sulle mail rubate da un gruppo di hacker a Hillary Clinton. In realtà Trump subito dopo si è contraddetto, rivelando che la vera causa è stata l'indagine sui rapporti tra l'intelligence russa e la campagna elettorale di Trump. Comey infatti non avrebbe ceduto alle richieste di Trump di chiudere l'indagine.

- Michael Flynn
Il consigliere per la sicurezza nazionale Michael Flynn è stato costretto a lasciare il suo incarico il 14 febbraio 2017, dopo 23 giorni. La decisione ha anche questa volta a che fare con il Russiagate. Flynn infatti ha avuto alcuni colloqui con l'ambasciatore russo in Usa, Sergei Kislyak, ma ha negato (mentendo anche al vicepresidente Usa, Mike Pence) di averlo incontrato.

- Sally Yates
Sally Yates è stata alla guida del dipartimento della Giustizia nel periodo di transizione, prima che venisse nominato e confermato Jeff Sessions. Yates, nominata come vice al dipartimento da Barack Obama, è stata cacciata il 31 gennaio 2017 dopo che ha espresso il suo parere contrario al bando degli ingressi dai Paesi musulmani voluto da Trump. Yates aveva anche avvertito la Casa Bianca delle menzogne di Flynn sui suoi incontri con i russi. Il suo incarico è durato 10 giorni.

- Preet Bharara
Il procuratore generale di New York, Preet Bharara, è stato licenziato l'11 marzo 2017 dopo sette anni e sette mesi nella sua posizione, solo due dei quali sotto Trump. Secondo l'amministrazione la scelta è stata fatta senza alcun secondo fine, per rinnovare una serie di posizioni, in tutto 46 negli Stati Uniti. Il partito democratico e alcuni media Usa, tra cui ProPublica, sostengono che Trump abbia cacciato Bharara perché stava lavorando a una indagine sul denaro che Trump avrebbe ricevuto dall'estero.

- Paul Manafort
È stato il capo della campagna elettorale di Trump fino al 19 agosto 2016, quando è stato cacciato lasciando il posto a Steve Bannon, attuale consigliere del presidente americano. Manafort è riuscito a mantenere il suo ruolo per tre mesi. La decisione di cacciarlo non è mai stata spiegata formalmente. In realtà il consulente avrebbe ricevuto denaro di nascosto per rappresentare gli interessi della Russia in Ucraina e negli Stati Uniti.