18 aprile 2024
Aggiornato 21:00
Iran

L'Iran scompare dai telegiornali: a capo della rivolta c'erano i fanatici religiosi di Ahmadinejad

Arrestato l'ex presidente. Governi e giornali occidentali stavano sostenendo i fondamentalisti. Per sciatteria o per destabilizzare?

L'ex presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad
L'ex presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad Foto: ANSA/AP Photo/Vahid Salemi ANSA

TEHERAN - Un giallo cinge la figura dell'ex presidente Mahmoud Ahmadinejad che, secondo fonti di stampa, sarebbe stato fermato e posto agli arresti domiciliari per "incitamento alla rivolta». Sul fatto che ci fosse proprio lui dietro alle prime manifestazioni di piazza scoppiate lo scorso 28 dicembre nella seconda città dell'Iran, Mashad, erano circolate voci fin dall'inizio. Ma non avevano trovato nessuna conferma e di Ahmadinejad si sapeva ufficialmente solo che aveva intenzione di ricandidarsi alla presidenza della Repubblica islamica nel 2020. Si diceva con una certa protervia anche che l'ex presidente contava sull'appoggio della Guida suprema, l'ayatollah Ali Khamenei, che si era schierato al suo fianco già nel 2009, quando la sua rielezione aveva portato a contestazioni di massa dei riformisti e a una durissima e sanguinosa repressione.

Si pegne l'entusiasmo dei media
L'arresto dell'ex presidente mette in luce alcuni aspetti delle reazioni occidentali. Come era evidente fin dal principio, le manifestazioni erano condotte e vissute dalla parte povera della società iraniana, ispirata però dal fronte conservatore e religioso del paese. Quello riconducibile all'ex presidente Ahmadinejad. La reazione entusiastica da parte dei media occidentali - si pensi agli appassionati commenti delle croniste di Rai 3, nonché del governo statunitense (torna in mente la mastina ambasciatrice presso l'Onu, Nikky Haley, che ha chiesto la convocazione del Consiglio di Sicurezza, poi rifiutata) - ha dato il segnale al mondo che la protesta iraniana doveva essere supportata. Ma oggi scopriamo che in piazza c'erano i seguaci dei fondamentalisti religiosi che, tra le altre cose, sono gli stessi che pongono al primo punto del loro programma la ripresa degli investimenti pubblici nell'arsenale nucleare. Quelli che vorrebbero le donne coperte dalla testa ai piedi, e tante altre proposte regressive. Le ipotesi a questo punto possono essere due.

Volontà o sciatteria?
La prima: l'intelligence occidentale, i governi e buona parte dei media, è composta da cialtroni che non capiscono nulla dell'Iran e, in generale del Medio Oriente. La cosa è probabile, basti pensare al fatto che moltissimi continuano a credere che gli iraniani siano un popolo di origine araba. Nelle cancellerie occidentali, e nelle redazioni, hanno visto un po' di gente in piazza e si sono fatti prendere dall'entusiasmo, confondendo queste proteste con quelle del 2009. La seconda ipotesi, più probabile, è che governi e media del triumvirato Usa-Israele-Arabia Saudita, siano disposti a sostenere chiunque metta in crisi la stabilità iraniana. E' lo schema già attuato in Libia e in Siria, dove a delle originarie proteste condivisibili sono state sommate le forze guerrigliere dei fondamentalisti religiosi. Questo schema forma decine di migliaia di terroristi, armati e formati: che poi ovviamente si riversano in Europa. Ma evidentemente tutto va bene per mettere in difficoltà l'Iran e, indirettamente, la Russia. Il resto è storia recente: l'Onu boccia la ridicola richiesta dell'ambasciatrice Usa, si scopre che dietro alle proteste c'è l'impresentabile ex presidente Ahmadinejad, sui media che inneggiavano alla rivolta scende un tombale e imbarazzato silenzio.