29 marzo 2024
Aggiornato 07:30
Referendum Catalogna

Spagna, Rajoy a Barcellona per «recuperare la Catalogna con la democrazia»

Il capo del governo spagnolo Mariano Rajoy è volato a Barcellona per dare il via alla campagna elettorale in vista del voto regionale del 21 dicembre in Catalogna. Ecco le sue parole

BARCELLONA - Il capo del governo spagnolo Mariano Rajoy, oggi a Barcellona per dare il via alla campagna elettorale in vista del voto regionale del 21 dicembre in Catalogna, ha detto di voler «recuperare la Catalogna» con la democrazia. Per la prima volta a Barcellona da quando la Catalogna è stata commissariata da Madrid, Mariano Rajoy è venuto nella capitale catalana all’indomani di un’imponente manifestazione degli indipendentisti che ha portato in piazza oltre 750.000 persone. Rajoy, che ha presentato il candidato del Partito popolare al presidenza della Generalitat, Xavier García Albiol, ha invitato la «maggioranza silenziosa» dei catalani a «riempire le urne con la verità» il 21 dicembre. Alle ultime elezioni regionali il partito conservatore di Mariano Rajoy aveva raccolto appena l’8,5% dei voti. Il premier conservatore ha anche lanciato un appello alle aziende a non fuggire, dopo che centinaia di aziende hanno trasferito la loro sede legale fuori dalla Catalogna a causa dell’incertezza sulle sorti dell’indipendenza.

"Esaurite tutte le vie"
Durante l'intervento il primo ministro ha sottolineato come la decisione di applicare l'articolo 155 della Costituzione sia nata dopo aver "esaurito tutte le vie». Rajoy ha difeso questa misura per porre fine al "delirio" dei separatisti "e ha osservato che la decisione è arrivata dopo aver esaurito tutti gli inviti" e i possibili mezzi "per frenare l'aggressione alla coesistenza".  "Abbiamo dovuto recuperare il rispetto per la libertà e la convivenza ed è stato urgente ripristinare l'autogoverno e l'interesse generale", ha sottolineato il premier.

"Impossibile restituire la legalità alle istituzioni in Catalogna"
Secondo Rajoy era anche "impossibile restituire la legalità alle istituzioni in Catalogna». "Ecco perchè l'abbiamo fatto e non per un altro motivo", ha aggiunto. Il primo ministro ha poi insistito sul fatto che il l'articolo 155 della Costituzione (che permette al governo spagnolo di obbligare una comunità autonoma di rispettare determinate disposizioni costituzionali  o  di legge) è un "eccezionale, ma non esclusivo meccanismo di Spagna" e ha insistito sul fatto che i Paesi come la Francia e la Germania avrebbero fatto lo stesso se una delle loro regioni avesse detto che la Costituzione non si applicava in quel territorio.

750mila persone in piazza
Intanto, sono state circa 750mila le persone scese in piazza oggi a Barcellona per chiedere la scarcerazione dei leader catalani finiti in manette. Lo ha reso noto la polizia municipale. I manifestanti hanno sfilato per le strade della città scandendo «libertà per i prigionieri politici». La protesta è stata organizzata da due organizzazioni indipendentiste, Assemblea nazionale catalana e Omnium, per chiedere la scarcerazione di due dei loro dirigenti, così come di otto ex membri del governo catalano deposto dopo la dichiarazione di indipendenza di fine ottobre.