Referendum Catalogna, Madrid mostra il pugno duro: 12 arresti e sequestro di 10 mln di schede
Prosegue il braccio di ferro tra il Governo centrale di Madrid e la Catalogna, che aspira all'indipendenza e ha promulgato un referendum considerato illegale dalla Spagna, e il confronto diviene ogni giorno più aspro
BARCELLONA - Prosegue il braccio di ferro tra il Governo centrale di Madrid e la Catalogna, che aspira all'indipendenza e ha promulgato un referendum considerato illegale dalla Spagna, e il confronto diviene ogni giorno più aspro. La guardia civile spagnola ha perquisito stamani vari uffici dell'esecutivo catalano a Barcellona, mentre Madrid accresce le pressioni per impedire l'organizzazione del referendum sull'autoedeterminazione vietato dalla giustizia, si è appreso da fonte ufficiale. «La polizia militare spagnola è entrata negli uffici del governo di Catalogna» ha annunciato un portavoce della Generalitat, il governo catalano, che elenca i dipartimenti degli affari economica, esterni e della presidenza.
L'arresto di Josep Maria Jové
La Guardia civil spagnola ha anche arrestato il braccio destro del vicepresidente della Generalitat catalana Oriol Junqueras, il segretario della vicepresidenza Josep Maria Jové. L'arresto è avvenuto stamani durante le perquisizioni di vari dipartimenti dell'esecutivo regionale della Catalogna, dice una fonte di polizia. I deputati indipendentisti catalani hanno abbandonato l'aula del parlamento, mentre il capo del governo di Madrid Mariano Rajoy ha dichiarato che l'operazione, nella quale sono stati anche perquisiti gli uffici di vari dipartimenti del governo catalano, «è stata fatta per decisione del giudice per il rispetto della legge».
Arresto di 12 dirigenti
La Guardia civil spagnola ha arrestato anche altri dodici dirigenti del governo autonomia catalano, tra cui il braccio destro del vicepresidente Oriol Junqueras, impegnato nell'organizzazione del referendum sull'indipendenza, ritenuto illegale da Madrid, in programma per il 1 ottobre. Lo scrive la stampa spagnola. Miglia di persone stanno protestando contro gli arresti davanti alla sede della Generalitat, il governo regionale, a Barcellona.
Sequestro di 10 mln di schede
Il ministero degli interni spagnolo ha reso noto nel primo pomeriggio che la Guardia Civil ha sequestrato oggi 10 milioni di schede per il voto al referendum catalano del 1 ottobre, durante una perquisizione in un magazzino a Bigues i Riells, vicino a Barcellona. Gli agenti hanno sequestrato nell'operazione anche altro materiale elettorale per il referendum di autodeterminazione. Il ministero degli interni di Madrid ha anche annullato permessi e ferie degli agenti della polizia nazionale e della Guardia Civil assegnati alla crisi in Catalogna. La misura è prevista per il periodo dal 20 settembre al 5 ottobre, ma può essere prorogata.
Sindaca Barcellona: scandalo democratico
La prima autorità a stigmatizzare l’accaduto è stata la sindaca di Barcellona Ada Colau, che lo ha definito «uno scandalo democratico» . Proprio a Barcellona si sono verificate le più grosse proteste, con migliaia di persone a dimostrare contro il blitz delle autorità spagnole. Per il primo ministro spagnolo Mariano Rajoy, l’azione della Guardia Civil è l’unica risposta possibile, così come è giustificabile la serie di ispezioni che hanno coinvolto i dipartimenti del governo catalano, il centro di telecomunicazioni regionale e gli uffici di un’azienda privata che gestisce la posta, facendo incetta di convocazioni al voto destinate ai cittadini (l’80% secondo El Pais). Lo scorso 7 settembre la Corte costituzionale spagnola aveva sospeso il decreto di convocazione del referendum, esprimendosi sulla richiesta fatta dal governo madrileno l’indomani dell’accettazione da parte del presidente della Catalogna Carles Puigdemont.
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