29 marzo 2024
Aggiornato 08:00
Brexit

Theresa May annuncia l'epoca della fine del lavoro: italiani, europei e tutti gli altri possono restare a casa

I lavori umili, e non solo, su cui è stata fondata la cultura dell’integrazione dal basso verranno cancellati dall’automazione. Un problema che non riguarda i migranti, ma tutti coloro che vivono in Gran Bretagna

LONDRA - Cosa sarà del mito del giovane italiano, e non solo, che decide di andare a Londra a fare il lavapiatti per guadagnare qualche spicciolo e imparare l’inglese? Fino ad oggi legioni di disoccupati, avventurieri e imprenditori di se stessi hanno invaso l’isola di Sua Maestà armati solo della loro voglia di lavorare e trovare un futuro: per quelli che verranno le porte saranno sbarrate? Probabilmente sì, perché è proprio la classe giovane, poco qualificata ma intraprendente, proveniente da tutto il mondo, che il governo di Theresa May vuole fermare: niente più lavapiatti, baby sitter, dog sitter, autisti di autobus  e quant'altro in arrivo da oltremanica quindi? L’idea di fondo del governo presieduto da Theresa May è abbastanza semplice: far tornare la Gran Bretagna un’isola. Per fare ciò si procederà, probabilmente, verso un sistema di immigrazione a più fasi, che restringe il diritto di risiedere nel Regno Unito anche per la maggior parte degli cittadini europei: anche per i familiari dei già residenti, che però non perderanno come ovvio il diritto acquisito, dovranno superare maggiori restrizioni per quanto concerne il ricongiungimento.

Una nuova immigrazione in tre fasi
Come raccontato dal Guardian, e poi ripreso da tutti i maggiori media mondiali, vi sarà uno sviluppo restrittivo di tutto quanto concerne il tema della migrazione. In tre fasi successive si dovrebbe giungere, in quanto tempo non è chiaro, ad una normativa che permetterà la migrazione solo a cittadini benestanti, con un’elevata professionalità. Nel frattempo i cittadini Ue dovranno dotarsi di passaporto per poter andare in Gran Bretagna, lasciare le impronte digitali al momento dell’ingresso, e in generale la loro possibilità di movimento sul territorio britannico sarà ristretta. Brexit quindi, significa Brexit: non una procedura farraginosa per non cambiare nulla nonostante la volontà popolare, bensì passi molto seri per separarsi dal mondo che, in fondo, sono proprio gli inglesi che hanno creato.

Dov'è finito il melting pot che ha fatto grande il Regno Unito?
Ma, come spesso accade, quando il dito indica la Luna lo stolto si affretta a guardare il dito. Il razzismo di cui, larvatamente, viene accusata Theresa May - o quantomeno di intolleranza - è ben poca cosa di fronte al reale scenario che si apre. Perché il principio del melting pot, ovvero del meticciato, sono stati proprio gli inglesi a crearlo: non per ragioni umanitarie, ovviamente. L’immenso impero coloniale, e lo sviluppo del commercio globale – secoli fa – impose giocoforza la creazione di una società aperta. Aperta a cosa? Ad una  legione straniera di lavoratori, esercito di riserva che ha avuto massimo sviluppo durante il "secolo breve" in occidente. L’avvento della Rivoluzione industriale, la nascita di forze sindacali e politiche progressiste, acuì il processo attrattivo di forza lavoro. Milioni di uomini provenienti da ogni angolo del pianeta si sono riversati in Gran Bretagna per lavorare. Lo stesso modello culturale su cui sono fondati gli Stati Uniti, con dimensioni ancora maggiori. 

Per cosa si emigra, se il lavoro non c'è più?
Quanto tutto questo abbia portato ad una reale integrazione è ancora oggetto di ampio dibattito tra i sociologi. Il sindaco di Londra è un pakistano, ma questo non migliora le condizioni di vita delle periferie londinesi, e non solo, che ribollono di collera. Il mondo che fu coloniale, come la Francia del resto, è sconvolto da tensioni sociali che spesso coinvolgono i figli di coloro che giunsero da lontano, testimoni di un fallimento manifesto che esplode in forme violente e incontenibili. Le periferie del mondo industriale, oggi post industriale, sono bombe innescate. L’Europa, così come gli Stati Uniti, sono la patria del diritto e del possibile: per questa ragione le frontiere sono sempre state più o meno aperte. Ma erano frontiere aperte soprattutto per chi era disposto a lavorare alle condizioni di uno schiavo, o quasi: si pensi alle legioni di italiani che sono andati nelle miniere. E' sempre stato così: la classe sublaterna, qualunque essa fosse, raggiunto il benessere cedeva molto volentieri la propria sofferenza a coloro che arrivavano da lontano. Un’immigrazione fondata sul duro lavoro, quello che qualcun altro non vuole più fare: oggi che il lavoro scompare, demolito dalla sleale concorrenza asiatica – che la schiavitù l’ha legalizzata e portata a modello – nonché dalla robotica, le masse migratorie a cosa «servono»?

Contrazione demografica voluta
E' il mito dell'uroboro - il serpente divino che divora se stesso - che diviene realtà: il mostro della mondializzazione sta distruggendo se stesso. Per i dettami della teocrazia, ormai siamo ben al di là dell’ideologia neoliberale fondata sul primato tecnoscientifico, sono i lavoratori in sé, provenienti da dove non importa dato che il capitale è apolide e globale, che non servono più a nulla. In un ordine teorico potrebbero rappresentare, giustamente, una nuova forza in grado di rendere meno vecchia la popolazione occidentale che ormai rifiuta di fare figli. Ma, anche in tal senso, la teocrazia neoliberale persegue il primato, anche se non lo ammetterà mai, della contrazione demografica, quanto meno in occidente. Non a caso la scelta del governo di Theresa May di disegnare un nuova legislazione delle migrazioni che escluda l’afflusso di uomini e donne scarsamente formate e giovani – i lavapiatti italiani e non solo – è stata tacciata di razzismo e classismo. Componente indubbiamente presente per chiunque conosca la società inglese – come buona parte di ogni società del globo terracqueo del resto – ma che in realtà nasconde un orizzonte molto più inquietante. Coloro che hanno le leve del potere e hanno la facoltà quindi di guardare nella palla di cristallo dei decenni a venire sanno che quei lavori scompariranno quasi sicuramente. Tutti: dal pizzaiolo, al lavapiatti, al fattorino. Tutti i lavori su cui è stata fondata la cultura dell’integrazione dal basso verranno cancellati dall’automazione. Qualcosa che non riguarda i migranti esclusivamente, ma tutti coloro che vivono in Gran Bretagna. L’Inghilterra, le élites e non solo, hanno compreso da tempo che il binomio fine del del lavoro-voluta contrazione demografica rendono superfluo ogni tipo di ricambio demografico. La Gran Bretagna continua a tracciare solchi culturali, come fa da molti secoli. E’ un passaggio storico, di cui forse non percepiamo la portata.