18 aprile 2024
Aggiornato 07:30
Esteri. Brasile

Battisti: la Corte suprema brasiliana sospende la decisione

Piccola maggioranza ha già votato a favore dell'estradizione

BRASILIA - La Corte suprema del Brasile ha sospeso per almeno dieci giorni il suo esame del caso di Cesare Battisti dopo che una piccola maggioranza di giudici ha già votato a favore dell'estradizione verso l'Italia dell'exmilitante di estrema sinistra italiano.

Quattro dei nove giudici della più alta giurisdizione brasiliana hanno votato a favore dell'estradizione di Battisti, condannato per quattro omicidi in Italia alla fine degli anni 1970. Solo tre giudici hanno votato contro.

Uno dei due giudici che dovevano ancora votare ha chiesto di sospendere l'esame della richiesta italiana per almeno dieci giorni per avere altro tempo di riflessione, ma ha lasciato intendere che era contrario all'estradizione. Al contrario, il presidente della Corte, Gilmar Mendes, che dispone di una voce preponderante, dovrebbe votare per l'estradisione, secondo quanto hanno riferito all'Afp fonti del tribunale.

L'avvocato di Battisti, Luiz Roberto Barroso, ha chiesto a Mendes di astenersi in caso di parità e che la parità conduca a un rifiuto di extradizione, facendo valere che l'ex-militante è stato condannato all'ergastolo in Italia.

In gennaio, il ministro brasiliano della giustizia, Tarso Genro, ha concesso asilo politico a Battisti, 54 anni, un ex-membro del gruppuscolo dei «Proletari armati per il comunismo» (Pac) che ha sempre negato di essere l'autore degli omicidi. Questa decisione aveva causato una forte tensione diplomatica tra l'Italia e il Brasile.

Battisti si è rifugiato negli anni 1980 in Francia e nell'agosto del 2004 è fuggito in Brasile per evitare l'estradizione verso l'Italia. Nel 2007 è stato arrestato a Rio de Janeiro e incarcerato a Brasilia.

La seduta della Corte suprema, che si è prolungata per dodici ore prima di essere interrotta, ha dato luogo a dichiarazioni e voti diametralmente opposti. Il relatore del caso, il giudice Cezar Peluso, ha concluso che la decisione del Brasile di dare lo status di rifugiato politico a Battisti è «illegale» e «nulla». «Non c'è nessuna connotazione politica negli assassinii (per i quali Battisti è stato condannato), essi entrano nella qualificazione dei gravi crimini comuni» ha sostenuto.

All'inizio della seduta, un piccolo gruppo di manifestanti ha fatto irruzione nel tribunale e spiegato uno striscione nel quale si poteva leggere «basta vietare la libertà, liberiamo Cesare». Il gruppetto è stato subito espulso dagli agenti di sicurezza.

Il governo italiano chiede alla Corte suprema di annullare lo status di rifugiato politico di Battisti in modo che sconti la pena dell'ergastolo nella penisola, dove è stato condannato in contumacia.