19 marzo 2024
Aggiornato 05:30
Decreto dignità

Guerra tra Boeri e il governo: lui parla di negazionismo economico, Salvini vuole le sue dimissioni

Scontro aperto tra il presidente Inps e l'esecutivo giallo-verde. Ma bisogna capire da dove provenga quella ‘manina’

Il presidente dell'Inps Tito Boeri, Luigi Di Maio e Matteo Salvini
Il presidente dell'Inps Tito Boeri, Luigi Di Maio e Matteo Salvini Foto: ANSA

ROMA - «Il ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro, Luigi Di Maio, non ha mai accusato né il ministero dell’Economia e delle Finanze né la Ragioneria Generale dello Stato di alcun intervento nella predisposizione della relazione tecnica al dl dignità. Certamente, però, bisogna capire da dove provenga quella ‘manina’ che, si ribadisce, non va ricercata nell’ambito del Mef». É quanto sottolinea un comunicato congiunto tra il ministro Luigi Di Maio e il ministro dell’Economia, Giovanni Tria. Sempre nel comunicato si legge che «Il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, ritiene che le stime di fonte Inps sugli effetti delle disposizioni relative ai contratti di lavoro contenute nel decreto siano prive di basi scientifiche e in quanto tali discutibili».

Salvini vuole le dimissioni
Tito Boeri «presidente dell’Inps, fa politica» e «in un mondo normale» «ti dimetti» se non «sei d’accordo su niente» delle politiche del governo. Matteo Salvini, vicepremier e ministro degli Interni, a Mosca per la prima visita di un ministro del nuovo esecutivo italiano parla chiaro sulla questione da tempo in corso con Boeri sugli immigrati. E anche sul decreto dignità: «Non so se qualcuno – dice – dalla sera alla mattina ha tolto dei numeri, aggiunto dei numeri. So che è un decreto che mira a creare nuovi posti di lavoro e so per certo che ci sono alcuni organismi, penso all’Inps, con cui non ho da fare polemiche personali perché non mi interessano, che però hanno una visione della realtà che è assolutamente lontana da quella degli italiani, da quella del mondo del lavoro, del mondo delle pensioni. Quando il presidente dell’Inps continua a dire, la legge Fornero non si tocca, gli immigrati ci servono perché ci pagano le pensioni, questo decreto crea disoccupazione, in un mondo normale se non sei d’accordo con niente delle linee politiche, economiche e culturali di un governo e tu rappresenti politicamente, perché il presidente dell’Inps fa politica, un altro modo di vedere il futuro, ti dimetti. Così non è e va be’, noi siamo al governo e mi dispiace per chi ha perso le elezioni».

Boeri: negazionismo economico
Immediata la replica di Boeri: "Le dichiarazioni della nota congiunta del ministro dell’Economia, Giovanni Tria e del ministro del Lavoro, Luigi Di Maio sugli effetti del decreto Dignità sui contratti sono «quanto al merito, ai limiti del negazionismo economico. Il provvedimento comporta un innalzamento del costo del lavoro per i contratti a tempo determinato e un aumento dei costi in caso di interruzione del rapporto di lavoro per i contratti a tempo indeterminato. In presenza di un inasprimento del costo del lavoro complessivo, l’evidenza empirica e la teoria economica prevedono unanimemente un impatto negativo sulla domanda di lavoro». Lo sottolinea Lo stesso Boeri in una nota rispondendo alle critiche odierne.