19 marzo 2024
Aggiornato 04:00
Lavoro

Reddito di cittadinanza se lavori 8 ore gratis: parte da qui la rivoluzione targata Di Maio

Il governo pentaleghista non intende arretrare sul reddito di cittadinanza, il vero tema è la riqualificazione

Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio
Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio Foto: Giuseppe Lami ANSA

ROMA - Il governo pentaleghista non intende arretrare sul reddito di cittadinanza, anche se il percorso è tortuoso e le criticità iniziano a farsi sentire. Il ministro del Lavoro e del Mise, Luigi Di Maio, intervenendo al congresso della Uil, chiarisce che l'esecutivo ha come priorità questa misura, e la farà diventare realtà. «Siamo stati mandati in Parlamento come forza politica dal 32% del Paese per realizzare il reddito di cittadinanza» ha detto. Ammette che «è uno strumento che crea tante giuste obiezioni, perché non lo conosciamo», ma l’obiettivo non è quello di «dare i soldi per starsene sul divano ma è dire con franchezza ‘tu hai perso il lavoro, adesso ti è richiesto un percorso per formarti, per riqualificarti, ma siccome hai dei figli, mentre ti formi io ti do un reddito e in cambio tu garantisci al tuo sindaco 8 ore gratuite a settimane di pubblica utilità».

Il vero tema è la riqualificazione
E' uno strumento che può muovere tante obiezioni, «ma io ci credo molto e dobbiamo farlo assieme» continua Di Maio, che chiede «anche a voi» una mano: «Noi non arretreremo sul reddito di cittadinanza e ci metteremo assieme come forze politiche e parti sociali per realizzarlo senza che ci siano degli abusi». E poi ha precisato: «La vera grande questione è la riconversione di chi oggi ha bisogno di esser riqualificato e reinserito lavorativamente», per questo qualunque discorso in merito non può prescindere dai centri per l’impiego, ma anche dal reddito. Bisogna realizzarlo «senza che ci siano abusi, perché il vero tema è la riqualificazione».

«Norme stringenti sulle delocalizzazioni»
Di Maio annuncia novità anche sul tema delle delocalizzazioni. La prossima settimana porterà in Consiglio dei ministri una prima norma «stringente» sulle delocalizzazioni: «Le aziende non possono lasciare i lavoratori in mezzo alla strada dopo che hanno preso i soldi delle loro tasse», afferma . Aggiungendo che «tante aziende e anche industrie devono restare sul nostro territorio soprattutto se hanno avuto accesso a fondi dello Stato pagati dagli italiani».

Quale futuro per i fondi per il Sud?
Altro tema caldo, i fondi per il Sud Italia. «Se riusciremo a sbloccare i miliardi di euro già allocati negli enti locali e territoriali, allora riusciremo a sbloccare l’economia», ha dett il ministro. «Il vero problema in Italia è che si facevano opere per spendere soldi e non si spendevano soldi per fare opere». Così viene costruita la Tav in Val di Susa ma si lascia Matera, capitale della cultura europea, senza ferrovia, e la Lombardia con i ponti che crollano. «Sulle infrastrutture c’è molto da fare - ha sottolineato ancora Di Maio - il ministero del Sud deve mettersi a sbloccare i soldi che non si stanno spendendo e insieme bisogna sbloccare il codice degli appalti».

L’Ilva
Di Maio ha parlato anche dell'Ilva, «una delle questioni più importanti che abbiamo sul tavolo». Gli si chiede di risolvere in 15 giorni un problema che è stato «trascurato per 6 anni». Di Maio assicura che «ce la metterò tutta». In questi giorni sta studiando il piano ambientale e il piano finanziario, «cose che non erano note». E chiarisce che ci sono due interessi da tutelare: quello dei lavoratori e quello dei cittadini che vivono lì e hanno il diritto di respirare aria pulita.

Vitalizi e pensioni d’oro
Capitolo altrettanto spinoso, quello dei vitalizi, su cui Di Maio, e il Movimento 5 Stelle al completo, si gioca la credibilità. Sempre per la prossima settimana il vice premier preparerà la cancellazione dei vitalizi agli ex parlamentari. «Credo che la prossima sia la settimana buona per abolire i vitalizi agli ex parlamentari. Dobbiamo ricominciare a mettere al centro alcuni segnali, poi passeremo alle pensioni d’oro», ha detto il vicepremier. «Taglieremo le pensioni d’oro, poi faremo la creazione di un fondo per implementare le pensioni minime. Sarà poco, però è un segnale, un inizio». E ha concluso: «Ho fatto un appello ai parlamentari: non bombardate i cittadini con troppe leggi, è arrivato il momento di semplificare e abolire le leggi che non servono. L’Italia si può cambiare partendo dalle istituzioni».