19 marzo 2024
Aggiornato 11:30
Bce

Così Draghi pensa a una manovra di uscita «morbida»: ecco quando alzerà i tassi

Il presidente della Bce è tornato sulle recenti decisioni del Consiglio direttivo e ha fornito precisazioni sui tempi del primo rialzo dei tassi di interesse

BRUXELLES - Il presidente della Bce Mario Draghi è tornato sulle recenti decisioni del Consiglio direttivo che ha annunciato una manovra di uscita morbida dalle misure di stimoli, e in particolare ha fornito precisazioni sui tempi del primo rialzo dei tassi di interesse, che non arriverà prima dell’autunno 2019. Le nuove indicazioni prospettiche elaborate della Bce (la forward guidance) segnalano "chiaramente che saremo pazienti nel determinate la tempistica del primo rialzo dei tassi e che successivamente – ha detto Draghi nell’intervento di apertura di lavori al forum Bce di Sintra, in Portogallo – seguiremo un approccio graduale nell’aggiustare la linea». La dinamica dei tassi di interesse a breve termine implicita nella struttura del mercato monetario attuale riflette ampiamente questi principi, ha aggiunto il presidente. 

Necessaria ancora una politica monetaria "molto accomodante"
Anche se "l'economia dell'area dell'euro continua su un sentiero di crescita e l'inflazione sta gradualmente tornando verso il nostro obiettivo", c'è una "incertezza che grava sulle prospettive economiche" e "i dati più recenti hanno creato dubbi sulla durata degli scenari di crescita" ha spiegato Draghi. Nell'Eurozona "è ancora necessaria una politica monetaria molto accomodante" per sostenere la ripresa dell'inflazione. E ha sottolineato come "l'ultima decisione all'unanimità" su fine del QE, sui reinvestimenti e sui tassi "garantisce il mantenimento del necessario sostegno alla politica".

Ritorno al Qe possibile
Draghi però rassicura sul fatto che, se dovessero emergere imprevisti, si potrebbe tornare al Qe. L'annunciata chiusura del programma di acquisti della Bce a dicembre "è soggetta ai dati in arrivo" che devono confermare le prospettive di inflazione a medio termine, ha puntualizzato Draghi. Inoltre, l'APP (il piano di acquisti) "può essere sempre utilizzato nel caso in cui si materializzassero contingenze che al momento non sono prevedibili", ha chiarito, ricordando che l'Eurotower intende reinvestire i titoli in scadenza acquistati nell'ambito del programma di acquisto per un periodo prolungato dopo la fine degli acquisti netti e in ogni caso per il tempo necessario a mantenere condizioni favorevoli di liquidità e un ampio margine di accomodamento monetario.

Tassi fermi fino al 2019
I tassi di interesse rimarranno ai livelli attuali almeno fino all'estate del 2019 "e in ogni caso per tutto il tempo necessario a garantire che l'evoluzione dell'inflazione rimanga allineata con le nostre attuali aspettative per un periodo prolungato", ha concluso il numero uno della Bce. In sintesi, "la politica monetaria nell'area dell'euro rimarrà paziente, persistente e prudente». Giovedì della scorsa settimana l'Eurotower ha annunciato un percorso di uscita molto graduale dall'attuale politica monetaria ultra espansiva. Gli acquisti netti di titoli pubblici e privati proseguiranno, seppur ridotti, per tutto il 2018 e non si vedranno rialzi dei tassi di interesse almeno fino all'estate del 2019. Il programma di acquisti, il Quantitative Easing, proseguirà al ritmo attuale di 30 miliardi di euro al mese fino a settembre incluso, poi, da ottobre a dicembre, verrà dimezzato a 15 miliardi di euro. A quel punto si concluderà e proseguiranno unicamente gli acquisti destinati a compensare i titoli che giungono a maturazione, in modo da mantenere inalterato lo stock di bond.

Riviste le previsioni di crescita
Questo percorso è stato deciso a seguito di una "attenta revisione" dei progressi visti sull'aggiustamento dell'inflazione, anche se i tecnici della Bce hanno rivisto al ribasso le previsioni di crescita economica dell'area euro nel 2018 al 2,1%. Sul 2019 hanno confermato la stima di un +1,9% e sul 2020 di un +1,7%. Il prossimo consiglio direttivo si svolgerà il 26 luglio alla sede istituzionale di Francoforte. Secondo Morgan Stanley il primo rialzo del tasso sui depositi verrà attuato a ottobre 2019 con un incremento di 15 punti base a -0,25%, mentre secondo JP Morgan a settembre 2019.