20 aprile 2024
Aggiornato 06:30
Finanza

Bce, cosa aspettarsi dall'ultimo direttorio dell'anno che va in scena a Bruxelles

C'è grande attesa sulle cifre dell'inflazione e le eventuali discussioni sul proseguimento del programma di stimoli monetari, il QE

Il banchiere centrale, Mario Draghi, deve decidere cosa fare con il QE
Il banchiere centrale, Mario Draghi, deve decidere cosa fare con il QE Foto: ANSA

FRANCOFORTE - Niente misure, ma nuove cifre: queste, in sintesi, le attese prevalenti in merito al Consiglio direttivo della Bce, che si svolgerà domattina e, come di consueto, verrà preceduto da una cena informale tra i governatori di Banche centrali di tutta l'area euro. Lo scorso ottobre l'istituzione ha deciso quella che chiama «ricalibrazione» degli stimoli monetari, principalmente un significativo rallentamento sul piano di acquisti di titoli. A partire da gennaio la mole mensile del quantitative easing verrà dimezzata a 30 miliardi di euro. Il programma proseguirà altri 9 mesi e il finale resta aperto, ovvero la Bce non esclude ulteriori proroghe. Anzi, formalmente ribadisce che in caso di necessità è perfino possibile riaumentare la manovra.

Quando arriverà la fine del QE?
Come emerso dai verbali del passato direttorio, la questione è stata dibattuta e una minoranza di esponenti avrebbe voluto una linea più secca, in particolare indicando una fine del Qe. E' possibile che la questione torni in discussione, ma da questa riunione operativa, l'ultima dell'anno, non sono attese decisioni. Le comunicazione ufficiali avverranno alle 13 e 45. Quello che è atteso invece è l'aggiornamento trimestrale delle previsioni dei tecnici della stessa Bce su crescita economica e inflazione. Verranno illustrate dal presidente Mario Draghi, nella conferenza stampa esplicativa. Rilevante il fatto che per la prima volta dovrebbero coprire anche il 2020, soprattutto per la dinamica inflazionistica su cui è tarato l'obiettivo e il mandato ufficiale della Bce.

Cosa aspettarsi dall'ultimo vertice dell'anno
Lo scorso settembre queste stime indicavano una crescita economica del 2,2% nel 2017, dell'1,8% nel 2018 e dell'1,7% nel 2019. Da allora da diverse istituzioni internazionali, tra cui il Fmi e la commissione europea, sono giunte revisioni al rialzo. Per l'inflazione a settembre era previsto l'1,5% nel 2017, l'1,2% nel 2018 e l'1,5% nel 2019. Il mandato della Bce a perseguire la «stabilità dei prezzi» viene quantificato in un caro vita inferiore ma vicino al 2 per cento. La possibilità di rimuovere gli stimoli dipende che la convergenza verso questo livello si verifichi anche in assenza di supporto monetario. Non è da escludere che a Draghi vengano poste domande sul piano di rafforzamento dell'Unione monetaria recentemente presentato dalla Commissione Ue, che prevede di trasformare il fondo anticrisi Ue in un Fondo monetario europeo e di creare un ministro delle Finanze dell'area euro, che sarebbe anche presidente dell'Eurogruppo e vicepresidente della Commissione. E' infine possibile che al capo della Bce venga chiesto di esprimersi sul Bitcoin o le criptovalute in generale, dopo le recenti impennate.