19 marzo 2024
Aggiornato 06:00
Fisco

Sigarette elettroniche, arriva la (assurda) stangata sui consumatori

Via libera alla tassazione delle sigarette elettroniche. La Corte costituzionale ha respinto le obiezioni avanzate dal Tar del Lazio

In Italia sta per abbattersi la stangata sulle sigarette elettroniche
In Italia sta per abbattersi la stangata sulle sigarette elettroniche Foto: ANSA/CLAUDIO PERI ANSA

ROMA – Via libera alla tassazione delle sigarette elettroniche. La Corte costituzionale ha respinto, nella sentenza 240, depositata ieri (Presidente Paolo Grossi, redattore Giuliano Amato) le obiezioni avanzate dal Tar Lazio sulla legittimità della tassazione per le e-cig. E per venditori e consumatori si annuncia una tripla stangata perché ora la vendita passa sotto il controllo diretto dei Monopoli di Stato, arriva una tassa da 5 euro e non sarà più possibile vendere online le sigarette elettroniche. In meno di ventiquattr'ore un vero e proprio cataclisma si è abbattuto sul comparto e sui suoi consumatori abituali. Il Governo si appresta a tassare quanto più possibile il settore con l'intento di fare cassa. Ma ora sono a rischio migliaia di lavoratori.

Via libera alle tasse sulle sigarette elettroniche
Tutto è cominciato con l'emendamento al decreto fiscale, che porta la firma dell’ex sottosegretario Simona Vicari - alfaniana doc di Ap -, che stabilisce il passaggio ai Monopoli del comparto della sigaretta elettronica. Secondo le stime, questa novità potrebbe far affluire nelle casse dello Stato ben 9,5 milioni di euro, drenati letteralmente dalle tasche di chi sta cercando di smettere di fumare sostituendo le più classiche sigarette con le e-cig. In questa prima fase (fino al 2018), la nuova normativa non prevede la chiusura dei negozi che le vendono perché l'Agenzia fiscale deve aver il tempo di predisporre le regole e i requisiti per le nuove licenze. Ma la stangata colpirà subito, invece, i siti Internet perché sono già costretti alla chiusura.

La sentenza della Corte costituzionale
Secondo i giudici della Corte costituzionale, che ha respinto le obiezioni del Tar del Lazio in merito alla legittimità della tassazione per le e-cig, se i consumatori hanno abbastanza denaro da spenderlo per quello che è considerato un bene superfluo, o addirittura un vizio, allora è giusto che ci paghino anche le tasse: la tassazione in questione «nella parte in cui assoggetta i liquidi privi di nicotina alla medesima aliquota impositiva dei liquidi nicotinici... colpisce beni del tutto voluttuari, immessi in consumo dai fabbricanti e dai produttori, che per ciò stesso dimostrano una capacità contributiva adeguata, così come i consumatori finali sui quali viene traslata l'imposta». Inoltre «la finalità secondaria di tutela della salute propria dell'imposta di consumo, che già di per sé giustifica l'imposizione sui prodotti nicotinici, legittima anche l'eventuale effetto di disincentivo, in nome del principio di precauzione, nei confronti di prodotti che potrebbero costituire un tramite verso il tabacco». Ma non sarà che, oltre alla necessità di fare cassa, il Governo vuole fare anche un favore all'industria del tabacco, che negli ultimi tempi ha risentito parecchio proprio dell'arrivo sul mercato delle e-cig?