19 marzo 2024
Aggiornato 12:30
Economia

Draghi bacchetta l'Italia: «La ripresa in UE è robusta, ma certi paesi devono fare le riforme»

Il banchiere centrale è fiduciosa sulla ripresa economica dell'Eurozona, ma lancia un richiamo in direzione dello Stivale

Il presidente della BCE lancia un monito all'Italia
Il presidente della BCE lancia un monito all'Italia Foto: ANSA/EPA/ARMANDO BABANI ANSA

FRANCOFORTE - Mario Draghi bacchetta l'Italia. In un contesto generale di fiducia sulla ripresa economica dell'area euro, dal presidente della Bce giungono valutazioni incoraggianti anche sul nostro Paese, assieme però ad alcuni richiami che potrebbero riferirsi in particolare proprio ai conti pubblici della Penisola. Nel corso di un convegno sul settore bancario a Francoforte, ha menzionato il caso delle imprese italiane, nell'ambito del generale quadro di disindebitamento del settore privato, tra i fattori positivi che alimentano le speranze sull'economia. «Le imprese italiane - ha detto il banchiere centrale - hanno visto il loro livello di indebitamento calare di circa 30 punti percentuali dalla fine del 2012, tornando allo stesso valore di metà 2007».

Draghi: Avanti con le riforme
In generale nell'area euro la crescita economica «è proseguita per 18 trimestri consecutivi» e alla Bce «siamo sempre più fiduciosi che la ripresa sia robusta e che, andando avanti, questo slancio proseguirà». Ma proprio per questo «ora è il momento giusto per affrontare altre sfide sulla stabilità». Questo significa «mettere attivamente le nostre case in ordine e costruire dei margini di manovra per il futuro, non aspettare che sia la crescita - ed è questo il richiamo che potrebbe riguardare specificatamente lo Stivale - a ridurre gradualmente il debito». Secondo Draghi bisogna «attuare riforme strutturali che consentano alle nostre economie di convergere verso tassi di crescita più elevati sul lungo termine».

Il compito della BCE non è finito
E al tempo stesso «affrontare le lacune che persistono nell'architettura istituzionale della nostra unione monetaria». Per quanto riguarda la Bce, il migliore contributo che possa dare all'economia è quello di perseguire il suo mandato sulla stabilità dei prezzi. E nell'area euro «non abbiamo ancora assistito ad un aggiustamento sostenuto della dinamica di inflazione». Il numero uno della Bce tiene a precisare che dal punto di vista della politica monetaria «il nostro compito non è finito». Non siamo ancora ad un punto in cui la ripresa dell'inflazione sia in grado di «autosostenersi senza la nostra politica accomodante», ha spiegato. Per questo l'istituzione lo scorso ottobre ha deciso di «ricalibrare» il suo pacchetto di stimoli dimezzando l'ammontare mensile degli acquisti di titoli, a 30 miliardi di euro a gennaio, ma mantenendo aperta la decisione sul possibile proseguimento di questa manovra oltre settembre.