19 aprile 2024
Aggiornato 21:30
Centrosinistra

Boldrini lancia la sua proposta fiscale a base di IMU e web tax, ma i conti non tornano

La presidente della Camera dei Deputati è intervenuta alla convention del campo progressista e ha presentato la sua proposta fiscale per il Paese

Laura Boldrini è intervenuta alla convention del campo progressista che si è svolta a Roma
Laura Boldrini è intervenuta alla convention del campo progressista che si è svolta a Roma Foto: Angelo Carconi ANSA

ROMA – La presidente della Camera, Laura Boldrini, prende le distanze da Matteo Renzi e dal Partito democratico, mentre è sempre più vicina al campo progressista dell'ex sindaco di Milano, Giuliano Pisapia. La terza carica dello Stato, infatti, era presente alla convention che si è svolta domenica scorsa nella Capitale e alla quale hanno partecipato, tra gli altri, anche Roberto Speranza, Gianni Cuperlo, Cesare Damiano, Gad Lerner e Bruno Tabacci. Sono diversi i temi che offrono un terreno comune a Boldrini e Pisapia – dall’ambientalismo allo Ius soli, dal testamento biologico alla lotta contro le nuove forme di povertà e precarietà -, tanto che la presidente della Camera dei Deputati è intervenuta presentando la sua proposta fiscale per «attuare il programma progressista per il Paese». Proposta che, poco dopo, Boldrini ha riassunto con pochi caratteri in un tweet che è rimbalzato da un capo all'altro del web.

Il progetto fiscale di Boldrini
Ecco in cosa consiste il progetto fiscale della presidente della Camera: «Ripristino, per chi ha grandi patrimoni, della tassa sua prima casa. Come prevede la costituzione, chi ha di più deve contribuire di più» e «Tassare i giganti del Web». Due misure fin troppo semplici che, però, non risolvono i problemi veri del Paese. I conti, infatti, non tornano. Basta ricordare che la tassa sulla prima casa (IMU o Tasi), quando tassava indiscriminatamente tutti i proprietari senza tener conto delle differenze di reddito, portava nelle casse pubbliche una cifra che si aggirava intorno ai 4 miliardi di euro. Quindi, se venisse reintrodotta solo per i più ricchi sarebbe lecito supporre che la cifra sarebbe molto inferiore.

Proposte concrete o slogan?
Ma anche qualora volessimo tenerci larghi e considerare un afflusso di denaro nelle casse statali par a 4 miliardi di euro, di certo sarebbero poco più che briciole se teniamo conto del fatto che solo la PA spreca circa 29 miliardi di euro (dati della CGIA di Mestre). E la web tax, che è anche il pallino del ministro dell'Economia Padoan? Secondo la Boldrini permetterebbe di drenare circa 5 miliardi di euro l'anno. Insieme fanno 10 miliardi di euro, che non sono male come inizio, ma non risolvono i problemi strutturali del Paese. Oltre al fatto che la web tax sarebbe di difficile applicazione perché la Commissione UE ha esplicitamente vietato ai singoli Paesi membri di muoversi autonomamente senza il coordinamento comunitario. Le proposte di Laura Boldrini, perciò, sembrano più degli slogan da campagna elettorale che un progetto fiscale vero e proprio.