24 aprile 2024
Aggiornato 11:30
Crisi economica

La Bce sceglie ancora lo status quo, Draghi: «A ottobre decisioni chiave sul QE»

Al Consiglio Direttivo che si è svolto questa mattina si è discusso di tapering, la fine degli stimoli monetari, come ha riferito il governatore centrale Mario Draghi

Il governatore centrale, Mario Draghi, è intervenuto in conferenza stampa dopo la fine del Consiglio Direttivo.
Il governatore centrale, Mario Draghi, è intervenuto in conferenza stampa dopo la fine del Consiglio Direttivo. Foto: ANSA

FRANCOFORTE – La Bce scegli ancora la via della prudenza e opta per lo status quo. L'istituto di Francoforte ha lasciato i tassi d'interesse invariati. Il tasso principale e' allo 0%, quello sui depositi resta negativo allo -0,4% mentre il tasso sui prestiti marginali è a 0,25%. Inoltre la Bce ha confermato la prosecuzione degli stimoli monetari per tutto il 2017. Al Consiglio Direttivo che si è svolto questa mattina si è discusso di tapering – la fine del quantitative easing -, in particolare sulla lunghezza del programma di acquisti di titoli e sulla mole mensile degli acquisti, in prospettiva a partire dal 2018. Lo ha riferito il governatore centrale Mario Draghi, precisando che invece non si è discusso della sequenza della ricalibrazione: i tassi non verranno alzati prima della fine del Qe. Stando a quanto comunicato dal presidente in conferenza stampa, sarà «probabilmente» durante il mese di ottobre che la Banca centrale europea assumerà le decisioni chiave sul «tapering».

L'inflazione è ancora senza slancio
La recente volatilità del cambio dell'euro «rappresenta una fonte di incertezza che richiede monitoraggio per le sue implicazione sulle prospettive di inflazione», ha avvertito Mario Draghi sottolineando che la crescita economica dell'Eurozona procede «solida e ben distribuita». Ma l'inflazione nell'Eurozona «deve ancora mostrare segnali convincenti di un rialzo sostenuto», ha detto ancora il governatore centrale. Per questo, nel comunicato ufficiale diffuso dalla Bce questa mattina dopo il Consiglio Direttivo è stato anticipato che il quantitative easing può ancora aumentare, sia nelle dimensioni degli acquisti di bond che nella sua durata, se le prospettive economiche dovessero peggiorare o rendere necessari ulteriori stimoli monetari.

Draghi: Serve pazienza
La Bce ha avvertito che il quantitative easing, che proseguirà al ritmo di 60 miliardi di euro al mese , continuerà fino a fine dicembre «e oltre se necessario». In ogni caso «finché non riscontrerà un aggiustamento durevole dell'evoluzione dei prezzi, coerente con il proprio obiettivo di inflazione». La Bce, quindi, lascia ancora una volta la porta aperta sul prolungamento degli stimoli monetari e poiché recentemente ha usato l'espressione «medio termine» - che nel gergo tecnico del Direttorio equivale a un lasso di tempo di circa 5 anni – alcuni economisti ritengono che il Qe proseguirà fino al 2022. Sempre in merito al quantitative easing, Draghi ha sottolineato in conferenza stampa che «non abbiamo discusso la scarsità di risorse» per quanto riguarda i bond acquistabili sul mercato, «abbiamo visto che siamo in grado di gestire questo problema abbastanza agevolmente». Per il banchiere centrale questo è «un momento in cui serve pazienza», come ha ammesso rispondendo alle domande dei giornalisti.