29 marzo 2024
Aggiornato 06:30
Crisi Bpvi e Veneto Banca

Banche venete, Dijsselbloem: «Norme rispettate ma c'è una lezione da imparare»

Durante l'Eurogruppo che si è svolto a Bruxelles nelle scorse ore il presidente Jeroem Dijsselblom ha sottolineato che dalla vicenda delle due banche venete c'è una lezione da imparare e ha spiegato qual è

Il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, all'Eurogruppo di Bruxelles.
Il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, all'Eurogruppo di Bruxelles. Foto: ANSA/ EPA_STEPHANIE LECOCQ ANSA

BRUXELLES - Bruxelles ammonisce l'Italia. Sulla crisi delle due banche venete c'è una lezione da imparare. Secondo il presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, l'Unione europea deve correre ai ripari per evitare che l'episodio di ripeta in futuro. Il controverso caso di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, e dell'aiuto di Stato concesso a Intesa Sanpaolo per assorbire parte dei loro asset, è stato discusso a lungo dai ministri delle Finanze dell'Eurozona. I rappresentanti delle istituzioni che hanno partecipato alla vicenda - la Commissione europea (con i commissari Moscovici, Dombrovskis e Vestager), la Bce come autorità unica di sorveglianza bancaria (Ssm), il direttivo dell'autorità di risoluzione (Single Resolution Board) e naturalmente il ministro Pier Carlo Padoan per il governo italiano hanno spiegato che le decisioni che sono state prese sono perfettamente in regola con le norme Ue e quelle nazionali in vigore, contrariamente a quanto è stato detto da una parte della stampa italiana e internazionale secondo cui quelle regole sarebbero state aggirate.

Dalle due banche venete c'è una lezione da imparare
Tuttavia, da quella vicenda c'è «una lezione da trarre» per il futuro, ha puntualizzato il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem durante la conferenza stampa al termine della riunione: nel senso che il sistema di regole attuale va «migliorato, ampliato e approfondito» per fare in modo che tutte le banche abbiano requisiti di capitale adatti ad assorbire le proprie perdite, e che non si debba più ricorrere al denaro pubblico per evitare di coinvolgere nelle perdite stesse i clienti, investitori e risparmiatori degli istituti di credito, e il tessuto economico del territorio in cui operano. «Noi non abbiamo criticato le decisioni prese dalle autorità, che hanno agito secondo le regole, non c'è stata discussione su questo», ha riferito Dijsselbloem.

I problemi da risolvere nell'Eurozona
Poi il presidente dell'Eurogruppo ha aggiunto che «abbiamo sempre saputo che per le piccole banche (non sistemiche, ndr) può essere fattibile non ricorrere alla risoluzione secondo le regole della Brrd (la direttiva Ue su risoluzione e salvataggio bancario, che prevede il 'bail in', ndr), ma attraverso la legislazione nazionale, e così andava fatto». Ma, ha continuato il presidente dell'Eurogruppo, «ci sono delle lezioni da trarre per il futuro»: come misurarsi con regimi nazionali per l'insolvenza che sono enormemente diversi da uno Stato membro all'altro, come assicurare che tutte le banche abbiano abbastanza capitale di qualità (requisiti di capitale Mrel, ndr) per assorbire le perdite, e che la valutazione dei loro asset e del capitale sia quanto più aggiornata possibile.

L'Italia ha rispettato le regole
Quindi, nonostante la valutazione tutto sommato positiva del modo in cui è stata gestita la vicenda delle due istituti veneti, «il problema - ha spiegato ancora Dijsselbloem - è che diverse banche sono nei guai e molti clienti al dettaglio rischiavano di diventare parte della soluzione e molto denaro pubblico ha dovuto essere speso per risolvere tutto... C'erano enormi problemi e dobbiamo assicurarci che questi problemi non si verifichino più nel futuro, e se si verificano vogliamo poter essere quanto più efficaci possibile». E' necessario fissare alti standard di qualità per il capitale Mrel e assicurarsi che tutte le banche abbiano la capacità di assumersi le proprie perdite. «Questi sono tutti punti che vanno messi nella nostra agenda futura, senza mettere in discussione l'esito dei casi italiani, perché in quelle circostanze, dato il quadro giuridico che si applicava, tutto è stato fatto secondo le regole», ha concluso il presidente dell'Eurogruppo.