28 marzo 2024
Aggiornato 23:30
La tesi di Stiglitz

Perché la fine dell'euro è l'unica via d'uscita per l'Europa

Secondo il premio Nobel Joseph Stiglitz, l'unica soluzione possibile ai mali del continente è la fine della moneta unica, perché l'euro ha prodotto una crisi perfino peggiore di quella causata dalla Grande Depressione del 1929.

Mario Draghi, Presidente della BCE
Mario Draghi, Presidente della BCE Foto: ANSA

ROMA - Il vertice di Ventotene si è appena concluso e i tre più importanti leader europei hanno lasciato l'isola simbolo della nascita degli Stati Uniti d'Europa con la promessa di iniziare a scrivere una nuova pagina della storia dell'UE. Ma secondo il premio Nobel Joseph Stiglitz, l'unica soluzione possibile ai mali del continente è la fine della moneta unica, perché l'euro ha prodotto una crisi perfino peggiore di quella causata dalla Grande Depressione del 1929.

Il vertice post Brexit sull'isola di Ventotene

Sull'isola di Ventotene, nel lontano 194, Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Ursula Hirschmann durante il loro periodo di confino, scrissero il Manifesto degli Stati Uniti d'Europa. Oltre sessant'anni dopo, i tre più importanti leader europei si sono incontrati nello stesso luogo per il primo vertice significativo post Brexit, con la speranza di trovare una soluzione ai mali che affliggono l'Unione Europea e ne mettono a rischio la sopravvivenza. Il premier italiano, Matteo Renzi, ha sottolineato che è tempo di «scrivere una nuova pagina di futuro» che passa anche attraverso la realizzazione di importanti investimenti economici e riforme strutturali.

La tesi di Joseph Stiglitz

Ma c'è chi crede che la strada da intraprendere sia diametralmente opposta a quella che si accingono a percorrere Matteo Renzi, Angela Merkel e Francois Hollande. Il premio Nobel per l'Economia, Joseph Stiglitz, ha pubblicato recentemente un articolo sul Financial Times intitolato: «La divisione dell'euro è la soluzione per la moneta unica europea». Secondo l'economista l'euro ha fallito la sua missione, perché anziché portare prosperità e rafforzare la solidarietà europea ha ottenuto esattamente il risultato contrario. In alcuni paesi ha prodotto una crisi perfino superiore a quella della Grande Depressione del 1929.

L'euro è stato viziato fin dalla nascita

All'origine del fallimento del progetto comunitario, secondo Stiglitz, c'è un errore di calcolo che ha viziato l'euro fin dalla sua nascita. Togliendo i meccanismi di autoregolazione dell'economia, infatti, (cioè i tassi d'interesse e il tasso di cambio) senza mettere nient'altro al loro posto era inevitabile aspettarsi una riduzione dei margini di manovra e una difficile gestione delle crisi qualora queste si fossero verificate. Inoltre una politica monetaria - stabilita dalla BCE - concentrata esclusivamente sulla regolazione dell'inflazione, senza tener conto degli obiettivi in termini di crescita, occupazione e stabilità economico-politica non poteva che peggiorare le cose.

La fine della moneta unica

Il risultato è stato l'aumento della disoccupazione e la stagnazione del prodotto interno lordo costantemente al di sotto del suo livello potenziale. Per Stiglitz l'unica soluzione possibile è quindi un'Europa a due velocità: quella del Nord e quella del Sud. In parole povere, la fine della moneta unica e la sua divisione in due parti, una per i paesi come la Germania, la Francia e i paesi scandinavi e un'altra per quelli mediterranei. «Una moneta unica non è né necessaria né sufficiente per una stretta cooperazione economica e politica», scrive l'economista e «l'Europa ha bisogno di concentrarsi su ciò che è importante per raggiungere i suoi obiettivi».

Un divorzio amichevole per salvare il progetto europeo

La fine dell'euro «non sarebbe la fine del progetto europeo», ma un sacrificio necessario per la stessa sopravvivenza dell'UE, le cui istituzioni resterebbero in vita. «Un divorzio amichevole - magari istituendo il sistema proposto dell'euro flessibile - potrebbe riportare l'Europa alla prosperità» e consentire al continente di concentrarsi sulle sfide reali che deve affrontare. «L'Europa potrebbe dover abbandonare l'euro per salvare l'Europa e il progetto europeo» è il verdetto dell'economista. Se anche un premio Nobel come Stiglitz, che non è certo un rivoluzionario ma un progressista moderato, auspica la morte della moneta unica, forse Matteo Renzi, Angela Merkel e Francois Hollande dovrebbero riconsiderare le loro decisioni.