28 marzo 2024
Aggiornato 11:00
Studio del Ministero dell'Economia

A parità di qualifica gli svizzeri guadagnano il doppio degli italiani

E' quanto emerge da un documento sui lavoratori frontalieri italiani in Svizzera in particolare in seguito all'accordo sul trattamento fiscale. Le ripercussioni negative sui lavoratori elvetici sono complessivamente limitate sul fronte occupazionale.

La Dogana tra Como e la Svizzera
La Dogana tra Como e la Svizzera Foto: ANSA

ROMA - Tra Italia e Svizzera sull'offerta di lavoro c'è una forte divaricazione (quasi il doppio) nei livelli salariali lordi a parità di qualifica. I trattamenti economici riservati al lavoro salariato sono notevolmente più elevati in Svizzera rispetto all'Italia: si può stimare che il rapporto tra i salari mensili lordi corrisposti in Svizzera e in Italia a parità di qualifiche sia superiore a 1,8. Tuttavia, pur molto elevate nel confronto con l'Italia, le retribuzioni in Ticino sono inferiori rispetto al resto del paese (con uno scarto sui livelli mediani di circa mille franchi mensili nel 2010). Inoltre, tra le diverse categorie di lavoratori (svizzeri e stranieri), i frontalieri rappresentano quella che percepisce livelli retributivi (mediani) più bassi in Ticino. E' quanto emerge da un documento del Mef sui lavoratori frontalieri italiani in Svizzera in particolare in seguito all'accordo sul trattamento fiscale.

Il differenziale tra i frontalieri e i lavoratori elvetici si è ampliato a favore di questi ultimi

Le ripercussioni negative sui lavoratori elvetici sono state complessivamente limitate sul fronte occupazionale. Riguardo all'evoluzione salariale, è possibile che l'afflusso di lavoratori stranieri abbia lievemente frenato la crescita delle retribuzioni per gli elvetici. Tuttavia i salari bassi non hanno subito riduzioni significative. Soprattutto, il differenziale salariale tra i frontalieri e i lavoratori elvetici si è ampliato a favore di questi ultimi. «Appare quindi tutto da dimostrare e apparentemente poco plausibile ipotizzare - si legge - che i frontalieri riesercitino pressioni sul contenimento dei salari dei cittadini elvetici».
La forte divaricazione dei salari lordi è accentuata dal regime fiscale vigente, che prevede la tassazione esclusiva in Svizzera: dato che l'imposizione sui redditi in Svizzera è notevolmente più bassa che in Italia, per un lavoratore italiano il divario tra il salario al netto dell'imposta offerto in Svizzera e quello offerto in Italia è più elevato del differenziale tra i salari lordi.

Tuttavia, prosegue il Tesoro, il differenziale dovuto alle imposte è di secondo ordine rispetto al differenziale nel salario lordo: si può stimare che il differenziale di salario lordo sia pari a 1,8 e che salga in media a 2,2 sul salario netto, tenuto conto dei carichi fiscali. In base ai principi del nuovo accordo sanciti nella roadmap, in prospettiva, con la dovuta gradualità, il differenziale dovuto al trattamento fiscale sparirà: rimarrà solo il differenziale tra salari lordi. In prospettiva, il differenziale salariale tra frontalieri italiani e lavoratori di cittadinanza svizzera potrebbe ridursi: con il nuovo trattamento fiscale previsto dal futuro accordo il differenziale tra i salari netti si ridurrà, e questo potrebbe comportare un innalzamento del salario di riserva dei frontalieri italiani; spingerebbe nella stessa direzione una ripresa dei livelli di attività economica e di occupazione nelle regioni italiane confinanti con la Svizzera.

Tra i frontalieri cresce la quota dei professionisti

Dal lato della domanda di lavoro, storicamente il fenomeno del frontalierato ha svolto una funzione complementare alla forza lavoro locale ma anche all'immigrazione occupando «nicchie lavorative» spesso trascurate dai residenti. Tra i frontalieri cresce la quota dei professionisti che un tempo guardavano prevalentemente alle metropoli lombarde per i propri sbocchi professionali, si tratta di forza lavoro di qualità elevata, flessibile e caratterizzata da un salario di riserva estremamente concorrenziale, che condivide con la popolazione elvetica un background socio-culturale simile .

Il numero dei frontalieri italiani è cresciuto nel tempo

I lavoratori frontalieri italiani in Svizzera operano in prevalenza in Ticino, ma anche nei cantoni turistici dei Grigioni e del Vallese. Rispetto all'intera Confederazione, rappresentano una quota limitata degli occupati di nazionalità non elvetica, e non risultano nemmeno il principale gruppo. Tuttavia, in Ticino la loro quota sul totale degli occupati è notevolmente superiore alla media della Confederazione. Il loro numero è cresciuto nel tempo: negli ultimi anni ha influito la diversa fase ciclica dell'economia e del mercato del lavoro in Svizzera e in Italia, che ha visto una prolungata recessione e una crescita dei tassi di disoccupazione in Italia, in particolare nelle regioni confinanti con la Svizzera, mentre l'economia svizzera è rapidamente tornata a crescere dopo la crisi del 2008 e i tassi di disoccupazione, in particolare in Ticino, si mantengono su livelli fisiologici (3, 4 per cento a settembre 2015 , contro il 3,2 dell'intera Svizzera).