25 aprile 2024
Aggiornato 08:30
Agricoltura

I prodotti forestali decisivi per la lotta contro la fame

Secondo un nuovo studio della FAO gli insetti potrebbero avere un ruolo importante sia nell’alimentazione umana che in quella animale

ROMA - Le foreste e i prodotti agroforestali sono fondamentali nella lotta contro la fame e dovrebbero essere meglio integrati nelle politiche per la sicurezza alimentare e di uso del suolo, ha dichiarato il Direttore Generale della FAO, José Graziano da Silva, intervenendo alla Conferenza internazionale su «Le foreste per la sicurezza alimentare e la nutrizione» che si è aperta oggi presso la FAO (13-15 maggio).
«Le foreste contribuiscono alla sussistenza di oltre un miliardo di persone, molte delle quali tra le più povere al mondo» ha detto Graziano da Silva. «Le foreste forniscono cibo, combustibile per cucinare, foraggio per gli animali e reddito per comprare alimenti».
«Gli animali selvatici e gli insetti sono spesso la principale fonte di proteine ​​per le persone che vivono in aree forestali, mentre foglie, semi, funghi, miele e frutta forniscono minerali e vitamine, garantendo così una dieta nutriente.»
«Ma le foreste ed i sistemi agroforestali raramente sono presi in considerati nelle politiche di uso del territorio e per la sicurezza alimentare. Spesso, le popolazioni rurali non hanno chiari diritti di accesso alle foreste, e questo mette a rischio la loro sicurezza alimentare» ha continuato Graziano da Silva.
Dovrebbe essere meglio riconosciuto l'importante contributo che le foreste possono dare alla sicurezza alimentare e alla nutrizione delle popolazioni rurali».

Animaletti fritti - Insetti selvatici e allevati
Secondo un nuovo studio della FAO, presentato alla conferenza, gli insetti che si trovano nelle foreste rappresentano una fonte importante di cibo nutriente, ricco di proteine e facilmente reperibile. Si stima che gli insetti siano parte delle diete tradizionali di almeno due miliardi di persone. La raccolta di insetti ed il loro allevamento potrebbe offrire occupazione e reddito, per il momento solo a livello familiare, ma potenzialmente anche a livello commerciale.

Un'incredibile varietà di creature
Con circa 1 milione di specie conosciute, gli insetti rappresentano più della metà di tutti gli organismi viventi classificati finora sul pianeta.
Secondo lo studio della FAO, realizzato in collaborazione con l'Università di Wageningen nei Paesi Bassi, nel mondo sono già oltre 1900 le specie di insetti di cui si cibano gli esseri umani. A livello globale, gli insetti più consumati sono: i coleotteri (31%); i bruchi (18%), api, vespe e formiche (14%); cavallette, locuste e grilli (13%). Molti insetti sono ricchi di proteine ​​e grassi buoni, e di calcio, ferro e zinco. La carne bovina ha un contenuto di ferro di 6 mg per 100g di peso secco, mentre il contenuto di ferro delle locuste oscilla tra gli 8 ed i 20 mg per 100 g di peso secco, a seconda della specie e del tipo di alimento di cui si nutrono.

Un approccio per i più schizzinosi
«Non stiamo dicendo che le persone dovrebbero da domani cominciare a mangiare insetti», ha dichiarato Eva Muller, Direttrice della Divisione Politica economica e dei prodotti forestali della FAO, co-autrice di «Insetti commestibili: prospettive future per la sicurezza alimentare e per il foraggio animale
«Quello che lo studio cerca di dire è che gli insetti sono una delle risorse fornite dalle foreste ancora non sfruttate per il loro potenziale come cibo umano, e soprattutto animale», ha spiegato la Muller.
Allevare insetti in modo sostenibile potrebbe contribuire ad evitare una sovrapproduzione, che potrebbe avere conseguenze sulle specie più pregiate. Alcune specie, come ad esempio i vermi pasto, vengono già prodotte a livello commerciale, e sono utilizzati in mercati di nicchia come alimenti per gli animali domestici, per i giardini zoologici e come esche nella pesca da diporto.  Se la produzione dovesse essere ulteriormente automatizzata, questo alla fine abbasserebbe i costi a un livello in cui l'industria potrebbe trarre profitto dal sostituire per esempio la farina di pesce, con farina di insetti per l'alimentazione del bestiame. Il vantaggio sarebbe un aumento della disponibilità di pesce per il consumo umano.

Gli insetti producono di più con meno
Poiché sono a sangue freddo, gli insetti non usano energia da alimenti per mantenere la temperatura corporea. In media, gli insetti usano solo 2 kg di mangime per produrre un chilo di carne. I bovini invece, richiedono 8 kg di foraggio per produrre 1 kg di carne.
Non solo, ma gli insetti producono molte meno emissioni che contaminano l'ambiente, come metano, ammoniaca, gas serra e letame. Infatti, gli insetti possono essere utilizzati per scomporre i rifiuti, aiutando i processi di compostaggio che forniscono nutrienti al suolo, facendo diminuire al tempo stesso cattivi odori.

Una legislazione carente
Tuttavia, la legislazione nella maggior parte dei paesi industrializzati vieta di alimentare gli animali con rifiuti e liquami, anche se questo è in realtà il materiale di cui normalmente si nutrono gli insetti. Sarebbero necessarie ulteriori ricerche, soprattutto per quanto riguarda l'allevamento di insetti in canali di scarico. Ma è ampiamente accettato dagli scienziati che gli insetti sono così diversi dai mammiferi dal punto di vista biologico che è assai improbabile possano trasmettere malattie agli esseri umani.
Come con altri tipi di prodotti alimentari, sarà importante disporre di norme di produzione, di trasformazione e di preparazione dei cibi altamente igieniche per evitare la crescita di batteri e di altri microrganismi che potrebbero avere effetti sulla salute umana.  Si potrebbero ampliare gli standard di sicurezza igienico-sanitaria per includere gli insetti e i prodotti a base di insetti, e norme di controllo della qualità lungo la catena di produzione per creare la fiducia dei consumatori in alimenti e mangimi contenenti o derivanti ​​da insetti.
«Il settore privato è pronto ad investire nell'allevamento degli insetti. Abbiamo enormi opportunità davanti a noi », ha detto Paul Vantomme, uno degli autori del rapporto. «Ma finché non vi sarà chiarezza per quanto concerne la sfera giuridica, nessuna impresa importante è disposta a correre il rischio di investire risorse quando le leggi rimangono poco chiare addirittura ostacolano lo sviluppo di questo nuovo settore».