Tremonti: «Se ne esce solo con ritorno al Pubblico»
«Non è la fine del mondo, ma la fine di un mondo, quello drogato, truccato, tarato dalla folle vertigine della finanza»
L'unico modo per uscire dalla crisi dei mercati è il ritorno delle regole e del pubblico. Torna ad affermarlo il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, in un'intervista sul 'Corriere della Sera', nella quale sollecita «politiche keynesiane» e una nuova «morale del lavoro». Per Tremonti comunque questa crisi «non è la fine del mondo, ma la fine di un mondo», quello «drogato, truccato, tarato dalla folle vertigine della finanza».
Tutto, secondo il ministro, «si riporta ai tempi e ai metodi della globalizzazione che è stata fatta di colpo solo perché è stata fatta a debito». Per Tremonti è finita l'illusione dei videogames: «che il profitto possa essere tratto da titoli di debito di cui non si conosce l'origine e da titoli di proprietà che non esistono in concreto». La risposta per Tremonti è la «costruzione di regole» sinora assenti. «regole che vietino i contratti speculativi, i paradisi fiscali, gli strumenti atipici, i bilanci opachi. La crisi si supera ristabilendo la fiducia e la fiducia può essere ristabilita solo su nuove regole».
A proposito del governatore di Bankitalia, Mario Draghi, che se ne sta occupando nel Financial Stability Forum, Tremonti dice: «da che mondo e mondo le regole non salgono verso l'alto, ma scendono dall'alto verso il basso. Le regole non le fanno i regolatori; le fanno i governi. Ai regolatori puoi fare un'audizione; non puoi dare una delega. Alla base di una regola non basta un dispositivo; serve una sanzione. E la sanzione la può applicare solo la mano pubblica».
Fonte: Apcom
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