19 aprile 2024
Aggiornato 03:30
Economia

Sciopero alla Miroglio Textile, a rischio 66 lavoratori

Braccia incrociate dopo l'annuncio di 30 esuberi al centro direzionale di Castagnole Lanze e 33 alla stamperia di Govone

Sciopero alla Miroglio Textile, a rischio 66 lavoratori
Sciopero alla Miroglio Textile, a rischio 66 lavoratori Foto: shutterstock.com, Di ANDREA DELBO Shutterstock

GOVONE - Braccia incrociate per otto ore alla Miroglio Textile, dove i lavoratori hanno indetto lo sciopero dopo l'annuncio di 30 esuberi al centro direzionale di Castagnole Lanze e 33 alla stamperia di Govone. Le tre sigle sindacali, Cgil, Cisl e Uil si dicono «molto preoccupate» in vista dell'incontro con i vertici aziendali previsto per i prossimi giorni. In una nota i sindacalisti hanno scritto: «È indispensabile avere garanzie che il lavoro di controllo qualità rimanga vicino allo stabilimento con tutti i lavoratori presenti nel reparto. Per i dipendenti di Castagnole è importante che i problemi di esubero vengano affrontati utilizzando gli ammortizzatori sociali. Infine, chiediamo un chiaro piano industriale».

Gruppo Miroglio: non si discute su esternalizzazioni
La Stampa di Cuneo ha raccolto anche le posizioni del Gruppo Miroglio: «Adeguare il proprio modello di business è una necessità in un settore, come quello del tessile, caratterizzato da contrazioni dei consumi e concorrenza globale sempre più serrata. Per Castagnole è necessaria un’evoluzione verso una struttura più snella e orizzontale. Per quanto riguarda Govone, è fondamentale che l’attività di controllo qualità sia gestita con nuove tecnologie e certificata da aziende terze ed altamente specializzate. Seppur sofferta, la decisione è stata presa in un’ottica di rilancio dei nostri prodotti. Valuteremo un percorso di cassa integrazione straordinaria per Castagnole, mentre per Govone la nuova normativa non lo permette in caso di cessazione di reparti. Abbiamo però accolto l’invito a vagliare l’opportunità di mantenere il processo sul territorio attraverso partner disposti ad insediarsi in provincia di Asti o Cuneo. La decisione dell’esternalizzazione non può comunque essere messa in discussione».