19 aprile 2024
Aggiornato 01:30
Economia

La tessitura biellese a Parigi, parola d’ordine innovazione

Battenti chiusi con oltre 56mila visitatori, +2,7% per quelli provenienti dal nostro paese. 625 gli espositori italiani, una ventina del territorio

BIELLA – Oltre 56 mila visitatori per l’ultima edizione di Première Vision, che ha chiuso i battenti giovedì sera a Parigi. Al Parc des Expositions Paris Nord Villepinte la nota predominante è stata senza dubbio italiana, se le presenze complessive sono aumentate del 2,3% rispetto al febbraio scorso, i visitatori provenienti dal nostro Paese sono cresciuti del 2,7% e rappresentano il contingente più numeroso dopo quello francese. Dei 1.678 espositori totali 625 gli italiani e circa una ventina biellesi, questi ultimi riuniti in gran parte nel settore «Fabrics».

La tessitura biellese a Parigi, parola d’ordine innovazione
La tessitura è, infatti, tradizionalmente il comparto biellese più interessato alla vetrina parigina, specie per i brand che spaziano anche nella produzione Donna, tra questi ad esempio il Lanificio F.lli Cerruti, Piacenza, Egidio Ferla e Luigi Colombo, giusto per fare qualche nome. Tra le molte innovazioni il Lanificio Luigi Colombo ha presentato Summair, una gamma di tessuti superleggeri con caratteristiche uniche di termoregolazione del clima corporeo, e Teknair, l’innovativa proposta di tessuti in fibre preziose che acquisiscono proprietà tecniche grazie all’utilizzo di microfibre, ideali per capi outerwear di lusso. Sempre alla voce performance, Piacenza ha puntato su viscose in puro con armature evidenti , mix lana/nylon stretch tramati su una catena di seta cruda, e sulla novità assoluta di Aloe,un puro cotone a triplo strato con volume e mano unici.

The Wearable Lab, l’incontro tra moda e tecnologia
Leitmotiv per la Primavera/Estate 2018 scelto dai 6 saloni di cui si compone Prèmiere Vision (accanto a Fabrics, Yarns, Leather, Design, Accessories e Manifacturing) è il legame tra moda e tecnologia al quale la Fiera ha dedicato «The Wearable Lab», un laboratorio di ispirazioni per il Fashiontech in cui sono stati presentati 10 lavori sperimentali e 4 startup provenienti da Francia e Germania che hanno saputo integrare nell’abbigliamento le tecnologie più evolute. Per finire l’incontro tra tecnologia e moda è stato protagonista di un convegno, nel quale si è cercato di individuare come la tecnologia possa diventare funzionale all’abbigliamento ed agli accessori non limitandosi al ruolo di gadget, ma rispondendo alle reali necessità dei consumatori.

Numeri ed effetti economici
Oltre all’Italia, aumentano anche i visitatori provenienti dal Far East, a doppia cifra giapponesi (+27%) e coreani (+20%), diminuiscono, invece, del 7% le presenze tedesche e addirittura del 9% quelle americane. La fiera è occasione anche per tracciare alcuni bilanci sulla filiera e, nello specifico, sulle performance registrate dagli espositori. Secondo l’Istitut francais de la mode le aziende partecipanti al salone «Fabrics» nel primo semestre del 2016 hanno registrato in media un aumento della produzione del 3%, per i paesi europei si segna un +2,6%, un dato molto positivo se si considera che nello stesso periodo l’indice generale del mercato si è fermato a +0,2%.